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14 Km

Pubblicato il 29 maggio 2010 da Donato Guida


14 Km

Violeta (Aminata Kanta) è una giovane e bella ragazza che vive in un villaggio del Mali: sono trascorse molte notti da quando ha perso il sonno, dopo aver scoperto di essere stata promessa in sposa (letteralmente venduta da sua madre, in cambio di dieci mucche e dei sacchi di farina) a un uomo vecchio e volgare che ha addirittura molestato la ragazza da piccola; Buba (Adoum Moussa) è un operaio di un’officina meccanica: più che lavorare, è schiavizzato da un padrone che, non solo lo costringe ad una paga misera, ma gli passa dei soldi solo “quando ne ha voglia”. Suo fratello Mukela (Mahamadou Alzouma) è pienamente convinto che Buba stia sprecando il suo grande talento calcistico, soffocato in un lavoro tetro e oppressivo. Per i tre vi è una sola soluzione ai loro problemi: scappare verso l’Europa, “dove nessuno muore di fame” (così come dice Mukela al fratello). I tre condividono lo stesso viaggio che dovrebbe condurli verso la libertà: un cammino fatto di mezzi di fortuna. Attraversando l’Algeria per raggiungere il Marocco, i tre si ritrovano improvvisamente soli nel deserto del Tènèrè e, dopo aver sbagliato direzioni, cominciano a girare senza une vera e propria strada da seguire, abbattuti dalla fame, dalla sete, dal caldo asfissiante, ma fortificati dal loro spirito, convinto di voler raggiungere quello Stretto di Gibilterra che li condurrà verso la libertà.
14 kilometri è esattamente la distanza che divide l’Africa dall’Europa: una distanza apparentemente piccola, ma non per gente che, per percorrerla, deve affrontare sforzi fisici (ed economici) a noi (occidentali) del tutto sconosciuti; è questo che fanno i tre protagonisti dell’opera: lasciarsi alle spalle un’intera vita trascorsa tra mancanze e soprusi, al fine di voler raggiungere un sogno possibile, realizzabile. E la speranza rende battibile qualsiasi ostacolo, che sia il cocente deserto o i mezzi del tutto improbabili sui quali viaggiare.
Dopo il gradevole Il grande match (2006) – primo lungometraggio di un autore impegnato soprattutto nella realizzazione di documentari di stampo naturalistico e antropologico – Gerardo Olivares torna alla regia di un film di finzione regalando allo spettatore una vera e propria perla visiva e, soprattutto, morale: il dramma dei migranti clandestini è colto dall’autore spagnolo in maniera esemplare; la finzione è ottimamente mescolata alla visione del mondo africano; un taglio dello sguardo che ricorda quello del miglior Jean Rouch. Ciò che colpisce sono sicuramente i campi lunghi e le panoramiche che portano lo spettatore a calarsi totalmente nel luogo visto sullo schermo: lo porta a soffrire quel caldo, a disperarsi per la perdita dell’orientamento, a sperare in un veloce ritrovamento del sentiero e ad una ancora più repentina realizzazione del sogno di libertà. A Olivares interessa innanzitutto l’Africa, le sue bellezze naturali, le sue contraddizioni: ma, nel fare questo, l’autore non denigra affatto la presenza dei personaggi: i tre non sono solo delle semplici comparse che spalleggiano l’ambiente, come se questo fosse il vero e proprio protagonista. Olivares ne coglie la psicologia, la sofferenza, ma soprattutto la grande voglia di realizzare un sogno di libertà che è parallelo all’arrivo in Europa.
“I sogni hanno le gambe e possono camminare”, così recita il trailer del film: e l’autore ha fatto ben comprendere che non importa se la distanza sia impossibile da coprire senza mezzi adatti o senza protezioni economiche e (soprattutto, per quel che riguarda il duro ambiente da attraversare) fisiche: se la meta da raggiungere è la realizzazione di un sogno, la forza dell’uomo riesce a sconfiggere qualsiasi avversità.
“Se il tuo cuore batte devi vedere questo film”: non c’è frase migliore di questa (riportata sulla locandina del film) per concludere e far realmente capire di quali e quante forti emozioni sia in grado di far scaturire questo piccolo capolavoro.


CAST & CREDITS

(14 Kilòmetros); Regia: Gerardo Olivares; sceneggiatura: Gerardo Olivares; fotografia: Alberto Moro; montaggio: Raquel Torres; musica: Santi Vega; interpreti: Aminata Kanta (Violeta), Adoum Moussa (Buba), Mahamadou Alzouma (Mukela); produzione: Wanda Vision e Explora Film; distribuzione: Latido Films; origine: Spagna 2007; durata: 95’.


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