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18 anni dopo

Pubblicato il 4 giugno 2010 da Donato Guida


18 anni dopo

Se volete ridere delle disgrazie e se volete ripercorrere quella che, ad una prima occhiata, sembra essere una rielaborazione (non proprio ben riuscita) della lunga e gloriosa tradizione della Commedia all’italiana, allora un film come 18 anni dopo, esordio cinematografico di Edoardo Leo, può fare al caso vostro. Non parliamo di un bellissimo film, e nemmeno di un’opera che rispecchia pienamente il nostalgico filone italico sopra citato: più che altro si vuol dare un merito al film dell’attore romano, ovvero quello di raccontare una storia semplice, si, ma di farlo in maniera simpatica e sentitamente divertente.
Mirko (Edoardo Leo) è un meccanico: vive a Roma con la moglie Mirella (Sabrina Impacciatore), il figlio Davide e il padre Marcello. La vita di Mirko è stata sconvolta, 18 anni prima, dalla morte della madre, scomparsa in un incidente automobilistico. Il lutto sembra avergli procurato una grande crisi interiore (così come dimostra la forte balbuzie da cui è affetto) e, oltre a questo, ha fatto si che anche il rapporto con suo fratello si danneggiasse. Genziano (Marco Bonini) infatti, poco dopo l’incidente della madre, si trasferisce a Londra dal nonno materno, per diventare, col passare del tempo, un freddo uomo d’affari che sembra aver deciso di chiudere tutti i passati rapporti con il resto della famiglia lasciata in Italia. Quando Marcello, il padre dei due, muore, lascia a Mirko una lettera nella quale chiede di voler essere cremato, così che le sue ceneri possano essere deposte nel cimitero in Calabria dove è stata sepolta la moglie; la particolarità della sua richiesta, però, risiede nel fatto che Marcello voglia che entrambi i fratelli intraprendano il viaggio Roma-Scilla, a bordo della vecchia Morgan (l’auto sulla quale perse la vita la madre).
Il viaggio (forse non c’è nemmeno il bisogno di dirlo) servirà ai due per ristabilire un rapporto che è andato deteriorandosi negli anni: due stili di vita diversi, due caratteri incompatibili, due modi opposti di vivere le tragedie familiari (chi balbetta e chi resta in silenzio); un lungo cammino che dovrebbe portare i due, non solo a stabilizzare nuovamente il rapporto tra loro, ma anche affrontare i fantasmi del passato e, infine, loro stessi. Fare i conti con la realtà, smettendo di fuggire sia fisicamente (così come la scappatoia londinese di Genziano) sia moralmente (come anno entrambi).
L’esordio dietro la macchina da presa di Edoardo Leo – attore romano classe 1972, famoso per i suoi ruoli in fiction come Un medico in famiglia, Romanzo criminale e Ho sposato un calciatore – non è da buttar via, ma sicuramente non è tra i più brillanti. La storia, anche se simpatica, purtroppo non sembra avere molta originalità, trasportando lo spettatore in un viaggio (quello dei due) fatto, in ogni caso, di cliché e stereotipi, di battute divertenti, certo, ma pur sempre ripetitive (c’è da dire, però, che è davvero ottima la trovata di trasportare le ceneri del padre nel posacenere della macchina, cos da dribblare le lunghe pratiche burocratiche richieste dalla legge).
Non discutendo la bravura degli attori (tra tutti, l’ormai consolidatissima Sabrina Impacciatore), bisogna però dire che il film non convince appieno se non, come detto, in piccole situazioni divertenti.
Bisogna sempre pensare che si tratta di un primo film e di un regista molto giovane. Questa prova non lo abbatterà di sicuro, anzi…. con la speranza che la bravura d’attore possa divenir tale anche alla regia.


CAST & CREDITS

(18 anni dopo); Regia: Edoardo Leo; sceneggiatura: Edoardo Leo, Marco Bonini, Lucilla Schiaffino; fotografia: Pietro Maria Tirabassi; montaggio: Roberto Siciliano; musica: Gianluca Misiti; interpreti:Edoardo Leo, Marco Bonini, Sabrina Impacciatore, Gabriele Ferzetti; produzione: Dap Italy; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Italia, 2010; durata: 100’


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