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A Dangerous Method

Pubblicato il 29 settembre 2011 da Stefano X. Ricci
VOTO:


A Dangerous Method

Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, Zurigo e Vienna sono lo scenario di una torbida storia di avvincenti scoperte in nuovi territori della sessualità e dell’intelletto e della turbolenta relazione fra il giovane psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud e Sabina Spielrein, la bella e tormentata giovane donna che viene ad interporsi tra loro. Nell’intreccio è indirettamente coinvolto anche Otto Gross, un brillante neurologo incline alla depravazione e al superamento/spostamento dei confini della morale comune. Servito dalla sceneggiatura straordinaria che Christopher Hampton ha tratto dalla sua pièce teatrale The Talking Cure, David Cronenberg con il suo ultimo film, A Dangerous Method, si inoltra in un territorio poco conosciuto ai più e pochissimo esplorato dal cinema, quello delle origini della Psicanalisi, fornendocene un affresco didattico ma mai didascalico, nel tentativo - pienamente riuscito - di rendere accessibile ai profani un argomento spaventosamente vasto e complesso, e restituendo alle venerate icone protagoniste di questa epica avventura della/nella mente tutta la loro pulsante e dolente umanità, senza per questo farle scendere dal piedistallo su cui le ha collocate la Storia e senza scivolare neanche per un istante nella banalizzazione tipica dei biopic hollywoodiani. Questione di stile, che nella fattispecie consiste, unitamente ad una mirabile sobrietà di rappresentazione, nel far sì che gli scambi di vedute tra i personaggi non trovino la loro espressione soltanto nell’ambito di interazioni verbali altamente emblematiche, ma anche per il tramite di un fitto rapporto epistolare (elemento poeticamente annunciato dagli splendidi titoli di testa), o nella narrazione di sogni recenti seguita a breve distanza da un brillante tentativo di interpretazione degli stessi. A tratti potrà serpeggiare il timore di perdersi nei meandri di dialettiche di superiore portata intellettuale, considerando anche tutto ciò che nei dialoghi viene mantenuto volutamente tra le righe e che equivale come intensità e suggestione a quanto affiora in superficie, ma l’esperienza merita senz’altro il rischio. Gli estimatori del regista saranno inoltre ben lieti di ritrovare in A Dangerous Method sia le atmosfere morbose e il rapporto a tre per interposta persona di Inseparabili, sia l’incessante ricerca sperimentale di un nuovo livello di coscienza che ossessionava i disastrati personaggi di Crash. Azzeccatissimo il cast: lo Jung di Michael Fassbender eclissa sia quello di Prendimi l’anima (Roberto Faenza, 2002) che quello di Cattiva (Carlo Lizzani, 1990); Viggo Mortensen, alla sua terza collaborazione col cineasta canadese, è un perfetto Freud 50enne, perennemente col sigaro in bocca come il Clint Eastwood dei western di Sergio Leone; mentre la Sabina Spielrein di Keira Knightley potrebbe sembrare un po’ troppo sopra le righe, ma solo a chi non ha mai visto in azione una nevrotica autentica; a Vincent Cassel, malgrado il suo ruolo in un certo senso lo autorizzasse, non è stato fortunatamente consentito di gigioneggiare come d’abitudine. Unici motivi di rammarico: che il film duri troppo poco - soprattutto considerando che le idee avanguardiste di Jung ne escono alquanto sacrificate e la sua sovversiva visione dell’esistente è appena accennata, più che altro in funzione drammaturgica di contrasto polemico con le teorie freudiane - e che sia inevitabilmente destinato ad un pubblico molto ristretto (pur constatando che il trailer, per quanto astutamente fuorviante, risulta in sé abbastanza accattivante; lo stesso non si può dire, riguardo alla versione italiana, della scelta - pur lodevole - di mantenere il titolo originale).


CAST & CREDITS

Regia: David Cronenberg; sceneggiatura: Christopher Hampton; fotografia: Peter Suschitzky; scenografie: James McAteer; montaggio: Ronald Sanders; costumi: Denise Cronenberg; musica: Howard Shore; casting: Deirdre Bowen; interpreti: Keira Knightley (Sabina Spielrein), Viggo Mortensen (Sigmund Freud), Michael Fasbender (Carl Gustav Jung), Vincent Cassel (Otto Gross), Sarah Gadon (Emma Jung); produzione: Jeremy Thomas; distribuzione: HanWay Films (BIM per l’Italia); origine: Canada, Francia, Germania, Svizzera, UK, 2011; durata: 93’


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