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Agnese di Dio

Pubblicato il 19 gennaio 2015 da Sarah Mataloni


Agnese di Dio

Agnese di Dio, in scena al teatro dei Conciatori dal 6 all’11 gennaio, è l’ intricata e coinvolgente storia di segreti tenuti nascosti, di visioni opposte, di uno scontro tra donne, portatrici di “verità profondamente diverse”.
In un convento, un neonato (partorito da Agnese, una giovane suora) viene trovato morto soffocato in un cestino della carta straccia: la madre del bambino non ricorda nulla della gravidanza, ed è accusata di omicidio; il complicato caso è affidato ad una psichiatra, Martha Livingstone, chiamata, dal tribunale, a fare chiarezza sulla misteriosa vicenda.
Comincia per la dott.ssa Livingstone una disperata ricerca della verità: la psichiatra,(interpretata da una convincente Gianna Paola Scaffidi) alla ricerca di un colpevole, diventa incalzante (ponendo sempre più domande alla giovane Agnese) scontrandosi con la madre superiora, MADRE Ruth, che vuole far credere –ottusamente- che il parto di Agnese sia opera di Dio.
Ruth, ben interpretata da Michetta Farinelli, insabbia la verità non solo per evitare scalpore, ma anche per proteggere Agnese, e in questo gioco di parole non dette e di dettagli omessi, ne esce fuori il ritratto di una donna che combatte per difendere il recinto di apparente serenità in cui vive.
Nel complesso gioco fatto di piccole battaglie e scontri a tre, si “sfidano” diverse visioni del mondo: Ruth, (che conosce la verità) vuole far credere “santa” la giovane suora per evitare uno scandalo; Martha è una donna concreta, provata dal suo passato, alla ricerca non solo della verità, ma anche di un riscatto; Agnese, è una giovane donna, che ha trovato nel convento il rifugio ideale.
Ostinata e tenace una, cieca e sfuggente l’altra, timorosa e spaventata la terza, le tre donne parlano, si incontrano e spesso si scontrano portando avanti dubbi e segreti che solo la scoperta del passato di Agnese potrà svelare.
La giovane suora,(una dolce e commovente Alessandra Fallucchi) appare timida, riservata e docile, all’apparenza, ma i suoi scatti d’ira improvvisa e i suoi nervi lasciano intuire un mondo intimo ben nascosto e non svelato al mondo.
L’ipnosi, è il momento di convergenza dei tre mondi femminili (si ritrovano tutte e tre assieme): attraverso questo complicato procedimento , la dottoressa riesce a tirar fuori da un Agnese impaurita, segreti, paure, inquietudini di un passato segnato da traumi e privazioni. L’ipnosi, sarà decisiva per tutte e tre le donne: La verità salterà fuori, e sarà dolorosa e scomoda per tutte e tre, tanto da portare Martha, (affezionata alla giovane suora)ad abbandonare il caso.
Agnese di Dio (regia di Antonio Serrano) ci consegna il ritratto di donne diverse tra di loro, ma unite dal desiderio di ritrovare o di conservare una personale serenità, sottratta a ciascuna di loro, da un passato ingiusto.
Agnese, la madre superiora e Martha Livingstone, rappresentano il simbolo di un segreto da nascondere o da svelare (che sia una verità palese o insconscia): la ricerca della verità/(Martha )il coraggio di dire la verità/(Agnese) la necessità di nascondere la verità (la madre superiora).
Lo spettacolo offre momenti drammatici e commoventi,( mai patetici) soprattutto nella parte relativa alla scoperta del passato di Agnese: il pubblico partecipa al“dramma” della giovane donna, ed è costantemente in attesa di conoscere più dettagli per risolvere il complicato caso.
Uno spettacolo da vedere, con un testo difficile realizzato da una regia attenta ai dettagli e interpretato da attrici capaci di coinvolgere il pubblico emozionandolo.


(Agnese di Dio); Regia: Antonio Serrano; costumi: Carlo De Marino; scene: Dario Dato; musica: Flavio Mainella; interpreti:Alessandra Fallucchi, Gianna Paola Scaffidi, Michetta Farinelli


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