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Amletò ovvero gravi incomprensioni all’Hotel du Nord

Pubblicato il 8 aprile 2015 da Valeria Gaveglia


Amletò ovvero gravi incomprensioni all'Hotel du Nord

Roma, Teatro la Comunità. In scena fino al 19 aprile lo spettacolo Amletò ovvero gravi incomprensioni all’Hotel Du Nord, ideato e diretto da Giancarlo Sepe.

L’Amleto è il dramma shakespeariano prediletto dal teatro di ricerca. A tal proposito risulta emblematico il lavoro realizzato da Carmelo Bene a partire dalla vicenda del Principe di Danimarca, che condusse l’artista all’allestimento di quattro spettacoli teatrali, due televisivi, un film e un dramma radiofonico. L’esperienza di Bene esemplifica come portare sulla scena l’Amleto significhi volersi confrontare con la quint’essenza del teatro; un gioco rischioso che Giancarlo Sepe porta a compimento in modo sublime.

Amletò omaggia la commedia I parenti terribili di Jean Cocteau e il cine dramma Hotel du Nord di Marcel Carné, entrambi realizzati nell’anno precedente all’ambientazione delle vicende ideate da Sepe. Ci troviamo inaspettatamente a Parigi, e l’Hotel du Nord fa da sfondo all’intero spettacolo. I personaggi della pièce dichiarano la propria identità sin dall’inizio della rappresentazione; i loro nomi, indicati su delle targhe, non sono semplici etichette bensì l’espediente brechtiano attraverso il quale lo spettatore è invitato a leggere l’indole predominante di ciascuno degli interpreti (indicata a chiare lettere nel rovescio del cartello). Si delinea così fin dall’inizio una dichiarazione di poetica: non si narra la storia di Amleto, e la vicenda del principe di Danimarca è il pretesto per indagare la condotta di alcuni tipi umani. Un esempio per tutti è quello di Gertrude- L’ignava; la sua inettitudine fa di lei una donna senza anima, la cui sola dote è la bellezza e il cui fascino scaturisce dal desiderio sessuale che la sua fisicità genera nel soggetto maschile. Non ci sono connotazioni positive, tutti i presenti sono viziati da un peccato, che si manifesta attraverso la fisionomia e le movenze degli interpreti. I corpi degli attori sono delle macchine programmate per reagire agli stimoli della messa in scena; chiamati a danzare, ad alterare l’espressione del volto con smorfie improbabili, a biascicare parole incomprensibili in una lingua a metà tra il francese e l’italiano, a fuggire dai soldati nazisti, a strisciare come serpenti per spostarsi da una parte all’altra del palcoscenico, a destreggiarsi nell’uso degli oggetti di scena, a disperarsi per la scomparsa di un padre, a spaventarsi per l’apparizione di un fantasma, a morire “affogati” da un colpo di pistola ad acqua, a tentare il suicidio, infine a impazzire. La follia è forse la sola via di fuga da una situazione troppo paradossale per apparire reale; quello di Sepe è evidentemente un sogno.

I quadri che compongono la messa in scena sono perfettamente coordinati e di grande impatto visivo, tanto da suggerire un effetto che, nel suo intento evocativo, non ha nulla da invidiare a un prodotto cinematografico.

Con Amletò il panorama teatrale romano si arricchisce finalmente di uno spettacolo dall’autentico valore artistico ed estetico: il Teatro, nella sua connotazione più nobile, è vivo e in grado di emozionare ed esaltare la sua platea. Lunghi e sonori applausi per gli attori della compagnia di Giancarlo Sepe; un trionfo presso gli spazi della Comunità, dove Amletò seppure in scena da più di un mese, continua a registrare il tutto esaurito.


(Amletò ovvero gravi incomprensioni all’Hotel du Nord); Regia: Giancarlo Sepe; drammaturgia: Giancarlo Sepe; produzione: Bis Tremila; interpreti: Lucia Bianchi, paolo Camilli, Federico Citracca, Manuel D’Amario, Francesco Sechi, Federica Stefanelli, Marcela Szurkalo, Guido Targetti; teatro e date spettacolo: Teatro della Comunità, fino al 19 aprile: GIOVEDI’, VENERDI’, SABATO ore 21.00 - DOMENICA ore 18.00


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