Amletò ovvero gravi incomprensioni all’Hotel du Nord

Roma, Teatro la Comunità. In scena fino al 19 aprile lo spettacolo Amletò ovvero gravi incomprensioni all’Hotel Du Nord, ideato e diretto da Giancarlo Sepe.
L’Amleto è il dramma shakespeariano prediletto dal teatro di ricerca. A tal proposito risulta emblematico il lavoro realizzato da Carmelo Bene a partire dalla vicenda del Principe di Danimarca, che condusse l’artista all’allestimento di quattro spettacoli teatrali, due televisivi, un film e un dramma radiofonico. L’esperienza di Bene esemplifica come portare sulla scena l’Amleto significhi volersi confrontare con la quint’essenza del teatro; un gioco rischioso che Giancarlo Sepe porta a compimento in modo sublime.
Amletò omaggia la commedia I parenti terribili di Jean Cocteau e il cine dramma Hotel du Nord di Marcel Carné, entrambi realizzati nell’anno precedente all’ambientazione delle vicende ideate da Sepe. Ci troviamo inaspettatamente a Parigi, e l’Hotel du Nord fa da sfondo all’intero spettacolo. I personaggi della pièce dichiarano la propria identità sin dall’inizio della rappresentazione; i loro nomi, indicati su delle targhe, non sono semplici etichette bensì l’espediente brechtiano attraverso il quale lo spettatore è invitato a leggere l’indole predominante di ciascuno degli interpreti (indicata a chiare lettere nel rovescio del cartello). Si delinea così fin dall’inizio una dichiarazione di poetica: non si narra la storia di Amleto, e la vicenda del principe di Danimarca è il pretesto per indagare la condotta di alcuni tipi umani. Un esempio per tutti è quello di Gertrude- L’ignava; la sua inettitudine fa di lei una donna senza anima, la cui sola dote è la bellezza e il cui fascino scaturisce dal desiderio sessuale che la sua fisicità genera nel soggetto maschile. Non ci sono connotazioni positive, tutti i presenti sono viziati da un peccato, che si manifesta attraverso la fisionomia e le movenze degli interpreti. I corpi degli attori sono delle macchine programmate per reagire agli stimoli della messa in scena; chiamati a danzare, ad alterare l’espressione del volto con smorfie improbabili, a biascicare parole incomprensibili in una lingua a metà tra il francese e l’italiano, a fuggire dai soldati nazisti, a strisciare come serpenti per spostarsi da una parte all’altra del palcoscenico, a destreggiarsi nell’uso degli oggetti di scena, a disperarsi per la scomparsa di un padre, a spaventarsi per l’apparizione di un fantasma, a morire “affogati” da un colpo di pistola ad acqua, a tentare il suicidio, infine a impazzire. La follia è forse la sola via di fuga da una situazione troppo paradossale per apparire reale; quello di Sepe è evidentemente un sogno.
I quadri che compongono la messa in scena sono perfettamente coordinati e di grande impatto visivo, tanto da suggerire un effetto che, nel suo intento evocativo, non ha nulla da invidiare a un prodotto cinematografico.
Con Amletò il panorama teatrale romano si arricchisce finalmente di uno spettacolo dall’autentico valore artistico ed estetico: il Teatro, nella sua connotazione più nobile, è vivo e in grado di emozionare ed esaltare la sua platea. Lunghi e sonori applausi per gli attori della compagnia di Giancarlo Sepe; un trionfo presso gli spazi della Comunità, dove Amletò seppure in scena da più di un mese, continua a registrare il tutto esaurito.
(Amletò ovvero gravi incomprensioni all’Hotel du Nord); Regia: Giancarlo Sepe; drammaturgia: Giancarlo Sepe; produzione: Bis Tremila; interpreti: Lucia Bianchi, paolo Camilli, Federico Citracca, Manuel D’Amario, Francesco Sechi, Federica Stefanelli, Marcela Szurkalo, Guido Targetti; teatro e date spettacolo: Teatro della Comunità, fino al 19 aprile: GIOVEDI’, VENERDI’, SABATO ore 21.00 - DOMENICA ore 18.00
