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ANDATA/RITORNO

Pubblicato il 18 aprile 2004 da Edoardo Zaccagnini


ANDATA/RITORNO

Dentro il nuovo film di Marco Ponti ci sono tante di quelle cose che ad elencarle si fa mattina. Libero De Rienzo loser metropolitano, più sfigato ed ottimista dello squasher domiciliato e pensatore di Santa Maradona, per iniziare. Ogni battuta è una sentenza, quando incrocia per i vicoli di Torino la delusa multietnia di un sottobosco solidale. Un affascinante e triste morto vivente che sta per abbandonare la terra, stanco del cinismo con cui ha imparato a vivere. E fin qui ti fai un’idea. Finché senti che il buon De Rienzo porta il nome di Dante Cruciani. Qui ti si apre un mondo. Che rimane in sospeso perché un’auto a folle corsa giunge capovolta all’appuntamento con l’istrionico pony express dal nome così importante. L’autista, con il capo sull’asfalto e il veicolo distrutto, chiede di essere girato per poter ripartire. Qui ti si apre un altro mondo. E quando noti che le lunghe carrellate che introducono la delicatissima Incontrada somigliano a quelle che davano gran fascino alla Pam Grier di Jackie Brown, il cerchio inizia a chiudersi: Marco Ponti il torinese sta giocando col cinema, in una serie ardita e impressionante di passaggi e inchini: Monicelli, Tarantino, i Coen, accanto al mondo del fumetto e alla cultura musicale dei murazzi e della mole. Poliziesco in salsa punk, commedia gotico corale sul modello squattrinati organizzati. Action/mala movie ad happy end, storia d’amore ubriaca. In mezzo pure uno sfogo contro l’attuale presidente del consiglio. Infine i tanti camei colorati stile Fate e tulipani: Remo Girone, Ugo Conti e Kabir Bedi. Una quantità di cose diverse tenute insieme dalla scrittura e da un certo talento. Un lavoro ragionato, stilizzato e punteggiato con un montaggio serratissimo ed una fotografia non casuale. Dal fumetto nascono il ritmo, lo stile, il tratto, le fissazioni dei personaggi, i cambi di scena inaspettati, al limite del paradosso. Dalla underground torinese la colonna sonora dei Motel Connection e il contributo della scena rock e metal del capoluogo piemontese. I Classici di Elvis, e un bellissimo pezzo di Dolores O’Riordan accrescono il valore del discorso musicale. Gli elementi tengono, però non reagiscono. Non si sposano e non partoriscono. Alla fine rimane un remake a lieto fine de I soliti ignoti. Cambiano i tempi, il ritmo, la frenesia di cinquant’anni dopo. C’è una Torino attualizzata e interessante, altra da quella storica dell’operaio meridionale alienato. C’è un melting pot grottesco e familiare. Ma dov’è la novità di Ponti? Possiamo essergli grati per la sua bravura e per il suo amore per il cinema che ci piace, per il suo saper raccontare, ma non ci pare di scorgere null’altro dentro e dopo questo film.

aprile 2004

regia: Marco Ponti, sceneggiatura: Marco Ponti, fotografia: Marcello Montarsi, montaggio: Walter Fasano, musica: Motel Connection, interpreti: Libero De Rienzo, Vanessa Incontrada, Kabir Bedi, Remo Girone, origine: Italia 2004, distribuzione: 01 Distribution, durata: 86’

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