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Angeli e Demoni

Pubblicato il 14 maggio 2009 da Gaetano Maiorino


Angeli e Demoni

Habemus Howard! Arriva Angeli e Demoni, fumata bianca in un insolito mercoledì, si affaccia alla finestra per il saluto al pubblico italiano, eletto dai media a evento della primavera. Eccolo finalmente, il giocattolone roboante che tutti aspettavano, a mantenere le sue promesse di lungo e infaticabile mega-prodotto di intrattenimento, anticipato da innumerevoli manifesti, ultimi elementi di un battage pubblicitario epico che ha coinvolto qualsiasi mezzo di comunicazione.
Dan Brown, Tom Hanks, Ron Howard. Questi i tre nomi chiave del blockbuster hollywoodiano girato per metà (gli esterni) a Roma e per metà (gli interni) in studio in California. Autore del libro, protagonista e regista del film, i tre frontmen che hanno dato la possibilità a questo thriller a tratti fantascientifico, a tratti storico-religioso, di elevarsi da semplice prodotto di consumo di massa, a immancabile evento per i devoti fan. Il libro “usa e getta” di Brown cavalca l’onda delle polemiche post Codice da Vinci e diventa un best seller. Il film decisamente più dignitoso di Howard si propone come sequel del Codice cinematografico, nonostante la storia sia cronologicamente anteriore, e riesce a far meglio (ma a far peggio bisognava impegnarsi) del precessore.
Howard affida l’adattamento a David Koepp e Akiva Godsman i quali tradiscono in più parti il romanzo, mantenendo ovviamente la linea principale di narrazione invariata, ma creando personaggi nuovi (Richter), modificandone di vecchi (lo scienziato Vetra diventa un collega della protagonista Vittoria e non più suo padre adottivo), cancellandone altri (il direttore del CERN, fondamentale figura nel libro, scompare nel film). E tradire stavolta aiuta, visto che il film scorre via rapido e coinvolgente nonostante un po’ di eccessiva verbosità, necessaria però, per spiegare dei dettagli che il libro spalma su più di seicento pagine e che gli sceneggiatori devono riassumere in poco più di due ore. In fondo chi sta per entrare in sala convinto di assistere a odi alla scienza, condanne al Vaticano, irrisioni al clero o al film che cambierà la sua vita, è meglio che rivaluti le proprie aspettative. Angeli e Demoni è un thriller, né più né meno, un più che buono film di genere, abbellito da mastodontici effetti speciali aggiunti in una costosissima post-produzione, arricchito dalla presenza di attori bravi (ma non stellari), innescato da una scoperta scientifica per certi versi verosimile, che stuzzica la curiosità e quindi agevola la fruizione.
La sensazione che lascia Angeli e Demoni è tuttavia quella dell’enormità. È tutto immenso: scene di massa riprese con dolly e panoramiche, imponenti monumenti sia originali che ricostruiti, magnificenza di un budget di un centinaio di milioni abbondanti messo a disposizione di uno degli ultimi registi capaci di gestirlo in maniera fruttuosa senza eccedere in virtuosismi che non servano alle dinamiche della narrazione. Il classicismo di Howard si addice perfettamente a tipo di storia che deve raccontare. Il ritmo incalza, aiutato dalla musica stracarica di timpani di Hans Zimmer, dalla scansione temporale data delle didascalie e dai rintocchi delle campane che segnalano le ore in cui l’assassino ucciderà la prossima vittima. Robert Langdon, intellettuale 007 senza gadget tecnologici, è necessariamente più svelto, più in forma e più arguto di quanto abbia fatto notare durante la ricerca del Santo Graal, e l’azione ne guadagna rubando spazio a inutili chiacchiere. Concludiamo con due domande: come ha fatto la chiesa a imbestialirsi per questo film, visto che alla fin fine, il tanto temuto confronto tra scienza e fede è talmente superficiale (ma in fondo lo era anche nel libro) da ritenersi tranquillamente ignorabile? E, dopo il sicuro successo al box office, quale sarà il prossimo libro di Brown che saremo costretti a vedere adattato per il grande schermo?


CAST & CREDITS

(Angels and Demons); Regia: Ron Howard; sceneggiatura: David Koepp, Akiva Godsman, dal romanzo di Dan Brown; fotografia: Salvatore Totino; montaggio: Daniel P. Hanley, Mike Hill; musica: Hans Zimmer; interpreti: Tom Hanks (Robert Langdon), Ayelet Zurer (Vittori Vetra), Ewan McGregor (Carlo Ventresca), Stella Skarsgard (Richter), Pierfrancesco Favino (Comandante Olivetti); produzione: Imagine Entertainment, Sony Pictures, Columbia Pictures; distribuzione: Sony Pictures; origine: USA 2009; durata: 140’.


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