Animals United

Consapevoli dell’affermata qualità tecnica e narrativa dei film di animazione statunitensi, gli autori di Animals United rendono palese omaggio tanto all’animazione tradizionale della Disney (Il re leone) e della Warner Bros (TazMania), quanto all’animazione in CGI della DreamWorks (Madagascar) e degli Blue Sky Studios (L’era glaciale) e nello stesso tempo si propongono come discreta e timida alternativa europea alla dominante (e superiore) industria U.S.A. La mangusta Billy, a detta della moglie un’incorreggibile svampito, per riconquistare la stima perduta del figlio, si avventura con il suo migliore amico, il leone vegetariano Socrates, alla ricerca dell’acqua, il cui flusso è bloccato da un’immensa diga costruita per rifornire un albergo dov’è ospitata la 269esima inutile conferenza sul clima. Nonostante la scarsa stima di cui gode nella comunità della savana, coadiuvato da un gruppo di animali in fuga incontrato lungo il cammino (le sagge tartarughe delle Galapacos, il gallo francese Charles, il canguro australiano, il diavolo della Tasmania e l’orsa polare Sushi), riesce a mobilitare l’intera popolazione animale al fine di abbattere la diga che impedisce loro di usufruire dell’acqua, aiutati anche da Maya, bimba in rivolta contro il padre albergatore e dallo scimpanzè-mascotte Toto. Non solo, raggiunto il loro obbiettivo, si recano tutti, trasportati dalle immense balene, a New York per manifestare contro le politiche irrispettose degli umani.
È significativo e interessante come da anni ormai l’industria dell’animazione si sia riproposta l’obiettivo di educare e sensibilizzare le nuove generazioni rispetto a quelli che saranno i reali problemi che erediteranno dai loro avi più prossimi. In una contemporaneità dove gli esseri umani (da sempre la “specie superiore”) sono disumanizzati dal proprio cieco egocentrismo, la classica opposizione tra uomo e bestia viene opportunamente ribaltata: gli animali, il cui istinto di sopravvivenza è profondamente legato al rispetto dell’ambiente, assumono una qualità umana, in opposizione alla mostruosa bestialità del razionale e indifferente (alla distruzione e all’autodistruzione) uomo. Gli animali, con le loro gerarchie e caratteristiche più o meno positive, divengono il corrispettivo della “massa” che subisce inconsapevole e disinteressata le decisioni del potere. Quando Billy chiede a Socrates di accompagnarlo alla ricerca dell’acqua, il leone non troppo allettato dall’idea, propone di continuare a fare quello che sanno fare meglio: starsene in panciolle ad aspettare che come ogni anno ancora una volta l’acqua arrivi, e aggiunge: “Che cosa siamo noi rispetto all’eternità? Siamo come granelli di sabbia!”. È a questa presunta impotenza (che sembra essere più dettata dall’indolenza che dalla saggezza) che il piccolo Billy si oppone: consapevole di non essere un granello di sabbia, ma una mangusta con famiglia a carico, il simpatico animale riuscirà a motivare la fauna dell’intera savana e non solo (si vedano il canguro e il diavolo della Tazmania, rappresentanti dell’Australia, il gallo francese portavoce dell’intera Europa, l’orsa polare simbolo dell’area nordica, le tartarughe latino-americane Wilson e Giorgina e la piccola Maya, colorata bimba statunitense in lotta con il padre – manca significativamente una rappresentanza dell’area asiatica) nella ricerca di una soluzione.
Il problema della conquista di una “coscienza di massa” (che sia trasversale tanto alla condizione socio economica, quanto a quella culturale e ideologica del singolo individuo) sembra prendere sempre più piede nei film di animazione: dai gradassi bufali e rinoceronti agli apparentemente insignificanti insetti, tutti, consapevoli dell’importanza del proprio ruolo a prescindere dalla posizione occupata nella catena alimentare, si uniscono per abbattere l’enorme muro che li separa dal loro diritto alla sopravvivenza, per poi raggiungere New York, e dare luogo a una pacifica manifestazione contro l’arrogante ignoranza degli esseri umani. Buoni il lavoro di animazione e la caratterizzazione dei personaggi (su tutti spicca la giraffa), discreta ma non esilarante la realizzazione grafica delle gag, eccessivamente ostentati gli effetti acquatici in realtà abbastanza deludenti (imparagonabili a quelli ad alta definizione del recente L’orso Yoghi), troppo audaci i primissimi piani stagliati su campi lunghi che svelano l’incertezza di un 3D chiaramente non all’altezza dell’ultima tecnologia statunitense, ma interessanti i lunghi e veloci “movimenti di macchina” a volo d’uccello e all’interno dei ben ricostruiti paesaggi.
Animals United (Die Konferenz der Tiere) Tratto del romanzo "La conferenza degli animali" di Erich Kästner; Regia: Reinhard Klooss, Holger Tappe; sceneggiatura: Oliver Huzly, Erich Kästner, Reinhard Klooss, Klaus Richter, Sven Severin; fotografia: Eduard Grau;montaggio: Alexander Dittner; musica: David Newman; doppiatori della versione originale: la mangusta Billy (Ralf Schmitz); il leone Sokrates (Stephen Fry), il gallo Charles (Christoph Maria Herbst), l’elefantessa Angie (Bastian Pastewka), il direttore dell’hotel Smith (Oliver Kalkofe); effetti speciali: Marcus Boos, Manuel Dongowski, Arno Franzl, Florian Linner, Tino Roeger, Sven Kroog; animazione: Hakan Akögretmen, Stefan Klauss, Oliver Kurth, Peter Oedekoven; produzione: Ambient Entertainment GmbH; distribuzione: Moviemax; origine: Germania; durata: 93’.
