Aspettando il sole

Un notturno di Chopin accompagna dettagli di corpi madidi di sudore. A soffrire il caldo sono tre giovani banditi che scorazzano alla guida di un’auto rubata per luoghi non meglio identificati dell’Italia degli anni ottanta. Presto arriveranno all’hotel Bellevue in cerca di sigarette, ma finiranno per rimanere tutta la notte nella hall, intrattenendosi con il consierge, a dir poco infastidito dalla visita prolungata e indesiderata. Nel frattempo, nei piani superiori, gli ospiti dell’albergo affronteranno tutti una notte che non potranno dimenticare. Qualcuno conoscerà l’amore, e qualcun’altro, invece, solo la compagnia del proprio cane, ospite clandestino. Qualcheduno rivelerà la propria identità segnando la propria fine e ci sarà chi, al telefono, conoscerà la disperazione più nera. Qualcuno ucciderà un uomo, qualcun’altro invece sognerà furiosamente di farne fuori due.
L’intento sarebbe quello di disegnare e seguire le storie di diversi personaggi che hanno in comune solo il luogo in cui si trovano, l’ hotel dove i loro destini corrono paralleli fino ad incontrarsi all’orizzonte di un’alba che segnerà l’inizio (o la fine) del nuovo giorno. Più che un racconto corale, il film sembrerebbe mettere in moto uno zigzagare peregrino tra le stanze dell’albergo, col fine, dichiarato dal regista Ago Panini, di seguire la logica di un dj che monta, mixa e scambia diversi elementi per ricreare un unicum in cui si intravedano, tuttavia, le fratture. Le stanze sono come piccoli universi che comunicano col mondo esterno solo attraverso il telefono fisso e ricevono informazione da una tv che sembra spiare, riflettere e rispondere ai personaggi, trasmettendo, tra gli altri, film di Rossellini e Bragaglia. Nel caso di Gabriel Garko, poi, ladro annoiato e dalla scarsa intelligenza, sarà egli stesso a decidere di intrattenere un rapporto ancor più diretto con il tubo catodico chiamando lo studio di un programma di televendite.
L’hotel è un concentrato dei dialetti più diversi e di personaggi dalle vite strambe, sulle quali nessuno di loro sembra saper mantenere il controllo. Panini dichiara di aver distribuito le parti, per un cast copioso e d’eccezione, in maniera deliberatamente anticonvenzionale: così, ad esempio, Vanessa Incontrada è un’attrice porno e Raoul Bova un uomo tradito e abbandonato. Decisamente troppo poco per rendere davvero interessanti questi personaggi e le loro storie; ci strappa qualche sorriso compiaciuto solo il regista di film porno Bebo Storti che dà voce a felici riflessioni (meta)cinematografiche ( “non muovere la macchina da presa, che viene fuori una roba moderna dopo!” è l’ammonimento che fa al suo operatore). Il film tenta sia la strada del noir che quella della commedia, ma l’aspetto più rilevante è il debito nei confronti di un realismo magico che trova la sua maggiore espressione in una teca di termiti, veri ostaggi/padroni dell’hotel.
Inutile pensare ad Iñarritu, Haggis o addirittura Altman, qui Panini nemmeno ci prova a volare così alto e si limita a nobilitare il tutto usando procedimenti di decadrage e inserti in qualche caso suggestivi. Peccato che la sceneggiatura scelga di non far incontrare (quasi) mai questi personaggi, e affidi tutto unicamente ai dialoghi che tuttavia non posseggono la forza necessaria a supportare da soli l’intera baracca. Aspettando il sole tenta la strada del racconto corale, tanto di moda oltreoceano, che, di contro, il cinema italiano sembra non riuscire a far pienamente suo (basti pensare a A casa nostra della Comencini). Anche se Panini fa scelte registiche apprezzabili, il film, come sotto l’attacco di un termitaio, è destinato a vacillare senza le solide basi di una sceneggiatura d’acciaio.
(Aspettando il sole); Regia: Ago Panini; sceneggiatura: Ago Panini, Enrico Remmert, Gero Giglio; fotografia: Paolo Caimi; montaggio: Antonio Di Peppo; musica: Nicola Tescari; interpreti: Raoul Bova (Enea Chersi), Giuseppe Cederna (Santino), Corrado Fortuna (Coco), Gabriel Garko (Samuel), Claudia Gerini (Giulia), Vanessa Incontrada (Kitty Galore), Raiz (Moreno), Rolando Ravello (Sig. Bonetti), Claudio Santamaria (Toni), Bebo Storti (Bibi), Michele Venitucci (Vicio); produzione: Luca Fanfani, Cecilia Mazzà, Francesco Pistorio; distribuzione: Mikado Film; origine: Italia, 2008; durata: 95’
