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Asterix e il regno degli dei

Pubblicato il 15 gennaio 2015 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Asterix e il regno degli dei

L’importanza culturale del fenomeno Asterix, con i suoi amici galli (e i nemici romani), nati dall’intuizione di René Goscinny e Albert Uderzo nel 1959, ha inciso indelebilmente sull’istrionico universo del fumetto francese e internazionale. E quando il piccolo gallo baffuto è riuscito a ritagliarsi perfino un ruolo da protagonista in alcuni lungometraggi animati parecchio apprezzabili (si pensi a Le dodici fatiche di Asterix, Asterix & Obelix: Missione Cleopatra, per citarne alcuni), il divertimento ha finito per contagiare anche i più piccini, non in grado di confrontarsi con le disavventure cartacee degli abitanti del villaggio gallico dell’Armonica.

Dall’ultima apparizione sul grande schermo, anche se con personaggi in carne e ossa (Asterix & Obelix al servizio di sua maestà), ci pensano Louis Clichy e Alexandre Astier a riportarci in Gallia, stavolta sfruttando gli effetti della grafica digitale. Gli ingredienti ci sono tutti: Asterix e Obelix in perenne e fraterna competizione, seguiti a ruota dal fedele cagnolino Idefix; il druido Panoramix con la sua pozione magica e il villaggio dei galli ribelli, capitanato da Abraracourcix; e, ovviamente, non possono mancare i nemici romani: il malfattore Giulio Cesare consegna nelle mani dell’architetto Angolacutus il compito di costruire vicino il villaggio dei selvaggi galli un complesso urbano, chiamato il regno degli dei, che sortirà un influsso del tutto inatteso sugli abitanti del villaggio dell’Armonica.

L’obiettivo prefissato da Astier in primis, che si è occupato quasi a tutto tondo di scrivere la sceneggiatura, è quello di riportare Asterix e i suoi amici ai fasti del mito in chiave cinematografica, evitando troppi fronzoli e presentazioni prolisse, puntando subito al sodo e imbastendo una trama che, lentamente, costringerà il coraggioso eroe a superare ostacoli su ostacoli senza alcun aiuto esterno, addirittura privo della miracolosa pozione magica che tanto spaventa i legionari romani. E in ciò, Clichy e Astier riescono a metà, spingendo i numerosi personaggi sui binari di una struttura narrativa solida e quasi senza sbavature, distribuendo omogeneamente, negli 85 minuti di proiezione, azione, avventura e pause riflessive (seppur poche). Il problema, tuttavia, sta proprio qui: impegnati a dar risalto al contrasto tra civiltà e vita bucolica, marcando a ripetizione l’involuzione dei galli verso la vita agiata e viziata con la costruzione del nuovo anfratto di urbe romana, ciò che ne esce in evidente difetto è il divertimento.

In Asterix e il regno degli dei si ride poco e questo non può che incidere negativamente sull’economia generale di un prodotto (si andrebbe contro natura, affermando il contrario) palesemente adatto a un pubblico giovanissimo. Se si pensa che i sorrisi più vistosi affiorano in risposta alle impacciate performance dei soldati romani, rigorosamente doppiati con cadenza romanesca, i dubbi sull’impalcatura umoristica sulla quale poggia (traballa!) Asterix e il regno degli dei, pesano sull’umore dello spettatore tanto quanto il macigno trasportato dal buon Obelix. Si contano sulle dita di una mano le gag meglio riuscite, assenti ingiustificate nel momento di climax finale, secondo punto debole della pellicola: l’arrivo di Cesare non sposta gli equilibri delle forze in campo e tutto si risolve con eccessiva legerezza, con troppe botte e troppa fretta.

Asterix e il regno degli dei finirà col piacere agli irriducibili fans del mito, lasciando con un pò di amaro in bocca lo spettatore semplicemente curioso. Purtroppo in questo ultimo capitolo è venuta a mancare quella magia che aveva caratterizzato le storie classiche del gallico baffuto e del suo amicone dalla forza sovrumana. Magari la si è persa strada facendo, verso il lusso dell’urbe, quando sarebbe stato meglio voltarsi ancora per poter riapprezzare con nostalgia le proprie origini.


CAST & CREDITS

(Le domaine des dieux); Regia: Louis Clichy, Alexandre Astier; sceneggiatura: Alexandre Astier; fotografia: Celine Desrumaux; montaggio: Soline Guyonneau; musica: Philippe Rombi; interpreti: Roger Carel (voce di Asterix), Guillaume Briat (voce di Obelix), Lorànt Deutsch (voce di Angolacutus), Elie Semoun (voce di Cubitus), Bernard Alane (voce di Panoramix), Philippe Morier-Genoud (voce di Cesare); produzione: M6 STUDIO, Belvision, M6 FILMS, SNC; distribuzione: Koch Media; origine: Francia, 2014; durata: 85’;


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