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Attenti a quelle due

Pubblicato il 15 maggio 2019 da Giulia Genovese
VOTO:


Attenti a quelle due

Dopo il successo di Ocean’s 8, Anne Hathaway torna nelle sale italiane con Attenti a quelle due – esordio cinematografico di Chris Addison, prodotto e interpretato anche da Rebel Wilson. Per la Catwoman de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, sembrano ormai lontani i tempi in cui – ne Il Diavolo Veste Prada – vestiva gli sciatti panni della timida Andy Sachs – l’introversa assistente dell’insopportabile direttrice della rivista di moda Runway, impersonata dalla monumentale Meryl Streep. L’attrice Premio Oscar per il musical Les Misérables, è sempre più sicura davanti alla macchina da presa e – come nello spin-off femminista di Ocean’s Eleven – Fate il Vostro Gioco – anche in questa ulteriore heist-comedy, presta il volto a un personaggio glamour dagli outfit, impeccabilmente, alla moda.

Attenti a quelle due è il secondo remake – ma il primo al femminile – della commedia con Marlon Brando e David Niven, del 1964, I Due Seduttori ; rivisitato, poi, nel 1988 con il titolo Due Figli di… , con due protagonisti del calibro di Steve Martin e Michael Caine. La sceneggiatrice Jac Schaeffer ha, stavolta, riproposto il medesimo plot, cambiando il sesso dei characters principali. Nella località francese di Beaumont-sur-Mer – luogo fittizio ispirato a Beaulieu-sur-Mer – l’affascinante inglese Josephine Chesterfield (Hathaway) abita una lussuosa villa sul mare e vive come abile truffatrice ai danni di creduloni uomini di prestigio. Lei è la numero uno nell’arte dell’imbroglio; almeno, finché non si trova di fronte Penny Rust (Wilson), una giovane e pasticciona australiana altrettanto brava ad ingannare il prossimo – a patto che si tratti sempre di un uomo. Girato interamente nell’isola spagnola di Maiorca – tra hotel principeschi e sfarzosi casinò – il film di Addison è una sboccatissima svolta in rosa delle pellicole originali, nella quale l’intera storia sembra un espediente per mettere in scena una vera e propria truffa dei sessi, dove si giocano caratteriste, punti deboli, luoghi comuni e dinamiche relazionali femminili e maschili. Già nell’esilarante prologo – che precede dei titoli di testa con delle animazioni vintage e mostra la realtà degli incontri online, oltre che un prevedibile maschilismo – Rebel Wilson si fa beffa di un uomo attratto da una donna (inesistente) solo per la sua prorompente fisicità; connotando questa azione come il principio di una vendetta femminea – per la quale viene citata, persino, la mitologica Medusa – verso uomini che perdono la testa di fronte ai formosi attributi di una donna. Tutto è dominato dalle gag delle due protagoniste, che finiscono per mettersi l’una contro l’altra: da un lato la comicità inarrestabile e molto fisica di Wilson, che passa dalla maschera di una castellana con la cintura di castità a una donna cieca con tanto di bastone; dall’altro, una sorprendente Hathaway, che – nonostante l’apparente mancanza di prove attoriali così sgangherate e al limite del buoncostume – se la cava benissimo, sia quando si tratta di fingersi una dottoressa dall’accento russo che nelle scene più, moralmente, sconvenienti. Sul grande schermo, le offese tra le due star hollywoodiane si sprecano – Penny definisce Hathaway “Beetlejuice in Technicolor”, mentre Josephine parafrasa Wilson come un “troll ossigenato” – ma entrambe stanno al gioco, con autoironia e divertimento senza pretese per lo spettatore. Tra le due, s’insinua, poi, un certo Thomas Westerburg (Alex Sharp): l’inventore di una finta app per insulti, chiamata You’re Burnt; che – oltre ad essere un possibile riferimento, non solo fisionomico, al CEO di Facebook, Mark Zuckerberg – innesca un turning point narrativo inaspettato.

Pur essendo un tantino didascalico nella sua morale, Attenti a quelle due si fa manifesto della scaltrezza delle femmine rispetto alla totale ingenuità del maschio contemporaneo. Josephine dice: “Le donne sono più brave a truffare perché l’uomo le sottovaluta, senza mai credere che possano essere più intelligenti di loro”. L’autrice Schaeffer, però, ribalta, leggermente, questa tesi; ricordandoci che anche una donna può essere tratta in inganno da un uomo se colpita dritta dritta al cuore. Ma pure quando il film sembra procedere verso una virata buonista; viene, invece, confermato tutto lo sguaiato – ma cinico e spassoso – umorismo, tipico di una Badass Woman – titolo della canzone di Meghan Trainor, che fa da sottofondo dei titoli di coda.


CAST & CREDITS

(The Hustle); Regia: Chris Addison; sceneggiatura: Stanley Shapiro, Paul Henning, Dale Launer, Jac Schaeffer; fotografia: Michael Coulter; montaggio: Anthony Boys; musica: Anne Dudley; interpreti: Anne Hathaway, Rebel Wilson, Alex Sharp; produzione: Metro-Goldwyn-Mayer (MGM), Cave 76, Pin High Productions, Camp Sugar; distribuzione: Eagle Pictures; origine: USA, 2019; durata: 94’; webinfo: https://www.thehustle.movie


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