Benvenuti al Nord

Una formula magica ed una squadra vincente. Dopo Benvenuti al Sud, era impensabile che non venisse riproposta, quasi in fotocopia, la combinazione virtuosa che aveva rastrellato oltre 30 milioni al botteghino; sarebbe stato del resto temerario apportare significative variazioni ad un meccanismo perfettamente oliato. Con Benvenuti al Nord, Luca Miniero rielabora quindi temi e personaggi del suo precedente lavoro, cercando di bissarne il clamoroso successo; alla Medusa mostrano peraltro di credere molto nel progetto e nell’accoglienza da parte del pubblico, avendo riservato ben 800 sale per il lancio della pellicola, fatto piuttosto insolito per un film prodotto in Italia. In ogni caso, pur non potendo ovviamente brillare per originalità, il risultato finale risulta sufficientemente gradevole e divertente e riesce anche ad evitare il rischio, sempre presente per un sequel di una commedia, di virare troppo verso il grottesco od il caricaturale.
Ribaltando le situazioni proposte nel primo capitolo, è stavolta Mattia (Siani), in piena crisi con la moglie Maria (Lodovini), ad essere costretto a trasferirsi a Milano. Qui ritroverà il suo caro amico Alberto (Bisio) che, tuttavia, è a sua volte alle prese con le problematiche della consorte Silvia (Finocchiaro); quest’ultima, coronato il suo sogno di andare a vivere nel capoluogo lombardo, non riesce proprio a sopportare l’inquinamento dell’aria della città e si sente inoltre trascurata dal marito. Una casa in montagna sembra la soluzione ideale: sollievo per i polmoni stressati e possibilità di romantici week-end di coppia. Alberto però è appena stato nominato responsabile di un importante progetto pilota presso le Poste, che lo costringerà a lavorare anche di sabato. L’arrivo a Milano di Mattia, proprio in questo periodo, risulterà catastrofico per le vite di entrambi, che si troveranno a misurarsi con le differenze etniche dei loro caratteri.
L’abilità di giocare sulle estremizzazioni della realtà mettendo in scena i pregiudizi esistenti tra Nord e Sud, la capacità di porre in rilievo ed esasperare vizi ed atteggiamenti tipicamente italiani senza mai scadere nella volgarità, la furbizia di offrire continui spunti per risate strizzando però l’occhio ai sentimenti, all’amore ed all’amicizia; questi gli ingredienti di quella formula magica di cui si parlava in apertura, che Miniero mostra di saper tesaurizzare anche in questa occasione. La squadra vincente, poi, è costituita da un cast di attori molto validi, che risultano ben amalgamati e che si mostrano pienamente a loro agio nel lavorare insieme. Brillano, in particolare, Bisio, con la sua mimica folgorante e la sua aria stralunata, e la Finocchiaro, che fornisce sempre caratterizzazioni di livello e che qui interpreta in modo ironico e divertente anche il ruolo della suocera di Alberto; bravo anche Siani, che però, nelle sue recenti apparizioni cinematografiche, sembra riproporre un po’ sempre lo stesso personaggio e rischia quindi, alla lunga, di scadere nel macchiettistico. C’è da aggiungere poi che, in questo secondo capitolo, si propone anche qualche lieve variazione sul tema: qualche momento di comicità orientata sul demenziale, ad esempio, e la vulcanica apparizione del nuovo personaggio, ottimamente tratteggiato da Paolo Rossi, del cinico mega-dirigente riorganizzatore, figura funestamente presente oggigiorno in tutte le grandi aziende.
Un film di puro intrattenimento, piacevole e divertente, che rafforzerà ancora il momento d’oro di quella che si può definire “commedia italiana di massa”. Gli ingredienti ci sono tutti: comici di derivazione televisiva, impostazione di tipo quasi cabarettistico, presenza solo marginale di agganci alla realtà italiana odierna. Niente a che vedere quindi con la classica “commedia all’italiana”, i cui contenuti brillanti erano inseriti in un contesto di satira di costume e facevano riflettere sulle contraddizioni di una società in evoluzione. Altri tempi ovviamente ma, soprattutto, l’esigenza di soddisfare un altro pubblico, più superficiale e, forse, diseducato da troppa cattiva televisione.
(Benvenuti al Nord) Regia: Luca Miniero; sceneggiatura: Fabio Bonifacci, Luca Miniero; fotografia: Paolo Carnera; montaggio: Valentina Mariani; musica: Umberto Scipione; scenografia: Paola Comencini; interpreti: Claudio Bisio (Alberto), Alessandro Siani (Mattia), Angela Finocchiaro (Silvia/Erminia), Valentina Lodovini (Maria); produzione: Medusa Film, Cattleya; distribuzione: Medusa; origine: Italia; durata: 110’.
