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Bergamo Film Meeting - Concorso: ADVENTURES OF A MATHEMATICIAN

Pubblicato il 27 aprile 2021 da Matteo Galli

VOTO:

Bergamo Film Meeting - Concorso: ADVENTURES OF A MATHEMATICIAN

Tra i molti testi, scientifici, saggistici (ma anche cinematografici e televisivi ) che vertono sul cosiddetto “Manhattan Project”, ovvero il programma di ricerca e di sviluppo che portò alla realizzazione della prima bomba atomica americana, un progetto poi proseguito anche all’indomani di Hiroshima e Nagasaki, allorché all’ordine del giorno venne messa la bomba all’idrogeno nel quadro dell’aspro confronto con l’URSS, vi è anche un testo autobiografico, ovvero quello del geniale matematico, ebreo di origine polacca Stanislaw (Stan) Ulam, pubblicato in inglese nel 1983, l’anno prima della sua morte, nel 1984 (Ulam era nato nel 1909 a Leopoli), intitolato, come il qui presente, Adventures of a Mathematician .

Siamo dunque in presenza di un film storico, incentrato sulla figura di uno scienziato geniale che all’indomani del primo e del secondo lancio della bomba atomica attraversa un’importante crisi post-traumatica in cui pare proprio esca fuori di testa, ciò che finisce per avvicinare il film a certi tratti di A Beautiful Mind (genialità e follia, anche se Ulam veniva da Harvard e Nash da Princeton). Si tratta di un film dignitoso ma molto molto scolastico che racconta, da un lato, le complesse dinamiche, le rivalità del gruppo in grande segretezza (e con l’obbligo di far presto) riunito a Los Alamos nel deserto del New Mexico e coordinato da Robert Oppenheimer e dall’altro delle vicenda famigliare di Ulam, sfuggito insieme al fratello ai pogrom, alla guerra e poi allo sterminio, ma che ha lasciato a Leopoli oggi in territorio ucraino, buona parte della famiglia, fra cui l’amata sorella e che quindi vive il suo mandato (a cui peraltro nessuno lo ha costretto ma che ha affrontato di propria volontà) col duplice senso di colpa: di aver contribuito a ideare, a sua volta, uno strumento di sterminio senza rendersi conto fino in fondo di cosa stava facendo ed essendo prigioniero di un meccanismo più grande di lui, nonché di essere comunque sopravvissuto ad amici e parenti finiti nelle camere a gas. Il primo tema ovvero la consapevolezza dello scienziato ha, lo sappiamo bene, già negli anni ’40 ma anche nei decenni successivi dato vita ad autentici capolavori come la Vita di Galileo di Bertolt Brecht, un testo dotato di ben altra complessità, o anche a un testo, ora magari un po’ dimenticato, come quello di Heiner Kipphardt intitolato In der Sache Robert J. Oppenheimer scritto dal drammaturgo tedesco nel 1964, rispetto ai quali Adventures of a Mathematician risulta decisamente un po’ sempliciotto, soprattutto sul piano della forma e della struttura.

Quanto al secondo tema, la sindrome dell’ebreo sopravvissuto, lì c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il resto del film riguarda la relazione di Stan col fratello prima, con la moglie poi, qualche incontro serale fra scienziati e rispettive compagne all’insegna della musica e vestiti d’epoca – tutto francamente già visto e rivisto. Com’è visto e rivisto anche il tentativo di autentificare il testo, tramite il continuo ricorso a specialismi tipici di chi lavora nel campo della fisica nucleare e dintorni: lo spettatore ignaro capisce poco o nulla, allo specialista vero questo espediente – ci scommetterei – sarà parso insufficiente e impreciso. Gli attori, in larga parte, polacchi, sono dignitosi. La regia piuttosto piatta è dovuta a Thor Klein, un regista tedesco, diplomatosi in sceneggiatura alla gloriosa dffb, la scuola di cinema di Berlino. Questo è il suo secondo film, il primo otto anni fa si intitolava Lost in Space , un thriller in 3D. La produzione vede coinvolti nove paesi europei, quasi un record.


CAST & CREDITS

Adventures of a Mathematician - Regia: Thor Klein; sceneggiatura: Thor Klein fotografia: Tudor Vladimir Panduru; montaggio: Agnieszka Liggett, Matthieu Taponier; interpreti: Philippe Tlokinski (Stan Ulam), Esther Garrel (Françoise), Sam Keeley (Jack Calkin), Joel Basman (Edward Teller), Fabian Kociecki (Johnny von Neumann), Ryan Gage (Robert Oppenheimer); produzione: Dragonfly Films origine: Germania, Polonia, Gran Bretagna, Bosnia-Herzgovina, Francia, Austria, Romania, Paesi Bassi, Turchia 2020; durata: 102’.


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