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The rider - Il sogno di un cowboy

Pubblicato il 28 agosto 2019 da Nicola Calocero
VOTO:


The rider - Il sogno di un cowboy

Curioso ed intrigante il film The Rider, vincitore del premio ART CINEMA AWARD tra tutti i selezionati alla Quinzaine di questa edizione.

Il film, girato in Sud Dakota, trae ispirazione da una vicenda autobiografica e racconta la triste e frustante riabilitazione di un cavallerizzo che, dopo un incidente gravissimo in un rodeo, è costretto a rinunciare a questa sua grande passione.
Il protagonista si muove tra terapie faticose, incontri particolari e timidi tentativi di risalire in sella per poter riprendere inutilmente quella rischiosa attività che appunto rappresenta la sua vita. I momenti più toccanti sono rappresentati dall’incontro del nostro protagonista con un altro giovane cavallerizzo che, causa un incidente più grave del suo, conduce una faticosissima degenza presso un centro ospedaliero sopravvivendo quasi come un vegetale: così ai due ragazzi resta solo che passare il tempo insieme a rivedere in rete le prodezze in sella delle loro “vite precedenti”.

Il film, realizzato da una talentuosa film maker indipendente originaria di Pechino, Chloe Zaho, che aveva dedicato anche al mondo della frontiera il suo precedente film Song my Brother Taught to me, non è assolutamente - o non solo- una denuncia contro il rodeo e i rischi mortali questa forma arcaica di corrida che ancora oggi mobilita migliaia di appassionati nella provincia del Mid-West, ma l’autrice si serve della fragilità del protagonista e della sua impossibilità a poter continuare a vivere secondo il suo sogno, per regalarci un film sulla nostalgia del western.

La dolorosa fatica di non poter oggi più vivere secondo quelle regole che la natura ha imposto alla frontiera e ai cow boy, i suoi fedeli uomini qui quasi caratterizzati come sacerdoti di un mondo arcaico e puro. Doveva quindi venire una regista ambiziosa dall’altra parte del mondo per rivelarci con questa sua elegia che la nostalgia per il western non è altro che una riflessione sulla perdita dell’epica stessa del cinema. Premio meritatissimo. Speriamo di poter vedere distribuito anche da noi questo gioiellino della rive gauche della Croisette.

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