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Carlo!

Pubblicato il 11 novembre 2012 da Antonio Valerio Spera

VOTO:

Carlo!

"Nessuna opera celebrativa". Questo il diktat con cui Carlo Verdone ha accettato la proposta di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti riguardante un documentario sul suo cinema. Una richiesta assolutamente rispettata dai due autori che con Carlo!, film d’apertura della sezione Prospettive Italia, firmano una pellicola sincera, obiettiva, aperta a differenti punti di vista, finalizzata esclusivamente a raccontare la carriera di uno degli attori-registi più famosi ed apprezzati del cinema italiano degli ultimi trent’anni. Senza mistificazioni, senza intenti elogiativi. Un ritratto a 360°, che ci mostra il Verdone degli inizi, quello dei primissimi sketch televisivi di Non Stop, che passa per gli esordi cinematografici con il “mentore” Sergio Leone ed arriva infine ad oggi, al periodo della sua piena maturità artistica. Un film che attraverso il racconto dei personaggi che hanno reso celebre l’attore romano lascia scorrere sullo schermo anche un pezzo di storia d’Italia, il cambiamento dei costumi, delle mode, delle tendenze, dei problemi del nostro paese. Un cambiamento che Verdone ha messo in scena costantemente nella sua lunga filmografia con una capacità d’osservazione senza pari, in grado di cogliere i vizi, i tic, le piccole sfumature di una società in perenne movimento. “L’attenzione per il dettaglio è fondamentale”, dice lo stesso Verdone, che nel documentario ripercorre in prima persona i passi della sua carriera. Un insegnamento acquisito nei cineclub - durante gli anni ’60, guardando il Fellini in bianco e nero (quello de Lo sceicco Bianco e I vitelloni) e le commedie di Germi, dove i personaggi di contorno riempivano la scena di dialetti, caratteri, espressioni - e messo in pratica ogni volta che si è trovato su un palco o davanti (e dietro) la macchina da presa. Basti pensare ad alcune figure dai lui stesso interpretato, come ad esempio il Furio di Bianco, Rosso e Verdone o il Raniero di Viaggi di nozze che conservano caratteristiche tipiche delle figure di contorno della commedia italiana, e soprattutto allo smisurato mondo che il Verdone regista crea nelle sue storie attorno ai protagonisti, dai portantini degli ospedali, alle comparse di Cinecittà, dai curiosi affacciati alle finestre di Trastevere ai camionisti. Alcuni attori improvvisati, personaggi presi dalla “strada” da Verdone che a volte non eccellono in doti interpretative, come afferma criticamente lo sceneggiatore Plastino (tanto per sottolineare l’obiettività e la sincerità del documentario che non risparmia commenti negativi), altri invece volti ormai passati alla storia come la sora Lella o Mario Brega.

Tutto questo ci mostra Carlo!, grazie ad un sapiente uso del montaggio che alterna con ottimo ritmo, sprazzi di cinefilia pura e una narrazione fluida e veloce, scene dei film di Verdone, sue “confessioni” personali, i racconti sempre pieni di ammirazione dei suoi collaboratori e attori (dal suo assistente personale Ernesto a Margherita Buy, Laura Morante, Pierfrancesco Favino). Ma riesce inoltre con delicatezza ad entrare nel privato di Verdone, nella sua vita fuori dallo schermo, mostrandoci la nostalgia per la sua vecchia casa appena ceduta, lo splendido rapporto con la madre, la felicità con cui spegne le candeline il giorno del suo quarantesimo compleanno davanti agli amici Christian De Sica e Massimo Troisi.
Un documentario assolutamente da godere, da vedere e da far vedere tra qualche decade agli studenti di cinema.


CAST & CREDITS

(Carlo!) Regia: Gianfranco Giagni, Fabio Ferzetti; produzione: Marco Belardi in collaborazione con RAI Cinema; origine: Italia; durata: 80’.


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