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Catastrofi d’amore

Pubblicato il 16 giugno 2002 da Giovanni Spagnoletti


Catastrofi d'amore

Siamo a Francoforte ma non quella ricca ed affluente sul Meno bensì quella, povera e sfigata, sull’Oder ai confine con la Polonia nei territori della ex-RDT: due coppie di amici ormai vicini ai quaranta non sanno più cosa dirsi, la loro vita affoga in una routine disarmante, nella pura ripetizioni delle abitudine quotidiane. E così, d’improvviso, nasce la voglia, anzi accade, di sperimentare qualcosa di nuovo ed impensabile: la moglie dell’uno si ritrova nel letto dell’amico e altrettanto accade per la coppia rimasta sola. Su questo elementare plot, antico quanto il mondo, ma che ricorda più il Goethe delle Affinità elettive che non i canovacci della pornografia casalinga, Andreas Dresen continua con successo la sua esplorazione, già avviata in due precedenti opere, dentro l’inconscio dei suoi concittadini. Dopo Full Monty e altri film inglesi d’ambiente operaio, la “commedia proletaria” va di moda, ma quello di Dresen è un molto caso particolare. Partito da una variegata esperienza prima alla Defa, la casa di produzione della ex Germania comunista, poi dopo l’unificazione, alla televisione, il filmmaker tedesco-orientale ha sviluppato uno stile semidocumentario che si serve in pieno, alla Cassavetes, del principio dell’improvvisazione sul set. Perciò egli definisce il quartetto dei suoi attori i veri sceneggiatori di un film che mette impietosamente a nudo, ma senza autocompiacimento, pregi (pochi) e difetti (molti) della piccola gente di provincia. Nel sviluppare questo autodafè, Dresen non rigira il coltello nella piaga, è sensibile alle ragioni dei suoi eroi poco eroici, trova nelle pieghe del discorso, ragioni sufficienti per riuscire ad amare, ad accettare la mediocrità dell’Esistente. Molto diversa da prodotti similari di grave pesantezza teutonica, Halbe Treppe possiede così una sensibilità sconosciuta alla semitotalità delle crasse e volgari commedie, è una sonda lanciata nei territori poco esplorati del grottesco quotidiano. Forse proprio per questo motivo alla Berlinale 2002 si è portato a casa il Premio speciale della Giuria.

[novembre 2002]


CAST & CREDITS

regia e sceneggiatura: Andreas Dresen fotografia: Michael Hammon montaggio: Jörg Hauschild musica: 17 Hippies scenografia: Susanne Hopf interpreti: Steffi Kühnert, Gabriela Maria Schmeide, Thorsten Merten, Axel Prahl Julia Ziesche, Jens Graßmehl, Mascha Rommel, Gregor Ziesche produzione: Peter Rommel per Peter Rommel Filmproduktion (Berlin) origine: Germania 2001 distribuzione: KeyFilms durata: 105’


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