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Cavalli

Pubblicato il 21 ottobre 2011 da Simone Isola


Cavalli

E’ la fine dell’Ottocento. Alessandro e Pietro sono due ragazzini, due fratelli legatissimi dal gioco e dalla spensieratezza delle corse sui monti dell’Appennino. La loro dolce e premurosa madre viene però improvvisamente a mancare per una grave malattia. Il lutto cambia completamente il corso della loro infanzia: il loro padre non è in grado di accudirli e decide di responsabilizzarli affidando a ciascuno di loro un cavallo, prezioso dono della madre defunta. Con l’aiuto dell’allevatore Pancia, i due ragazzi riescono a domare i due equini. Pietro impara velocemente il mestiere e comincia a lavorare per Germano, un altro allevatore. Alessandro invece decide di recarsi in città, dove inizia a frequentare bordelli e luoghi di malaffare finendo presto per mettersi nei guai. Le strade intraprese dai due fratelli sono dunque diverse, ma il loro legame non si esaurisce neanche a distanza di molti anni. Una serie di eventi infatti li farà ricongiungere per affrontare insieme una pericolosa sfida.

Un esordio insolito, quello di Cavalli, a metà tra il western e il racconto di formazione; del primo genere infatti ha la lotta per il possesso e i duelli con armi da fuoco, del secondo lo sguardo sul processo di crescita e maturazione dei protagonisti. Il legame fraterno viene visto come intimo e viscerale, una fiamma che non può spegnersi neanche nelle situazione di maggior conflitto. Il film coglie con molta naturalezza la solidarietà complice di Alessandro e Pietro, il loro rapporto con la natura e i luoghi d’appartenenza; ciò che invece convince meno è il ritmo della narrazione, episodica e poco continua, che lascia in sospeso alcuni rivoli narrativi pur affrontando un ampio arco temporale senza una struttura solidissima. Lo spettatore si immerge in questo seducente flusso di immagini, mentre le intime dinamiche dei personaggi giungono a tratti affievolite dai tanti episodi che costellano la narrazione. Questo senso di indeterminatezza dona a Cavalli un fascino quasi misterioso, segreto, tipico delle storie che ti raccontano da bambino. Si passa dunque dai sentimenti più puri alle cattiverie più aspre e selvagge, circondati da una natura quasi mai ostile. Il dio Pan sembra osservare questo quadro famigliare, imperfetto ma vitale, e non di rado il film emoziona e ci commuove, specie nel finale, dove i due fratelli si separano per restare uniti, per sempre. Un esordio da tener d’occhio, una sosta dalla commedia e dal film d’autore. In ogni caso una proposta senza dubbio controcorrente al cinema mainstream prodotto nel nostro Paese.


CAST & CREDITS

Regia: Michele Rho; sceneggiatura: Michele Rho, Francesco Ghiaccio, tratto dal romanzo "Pugni-Cavalli" di Pietro Grossi;fotografia: Andrea Locatelli; montaggio: Luca Benedetti; suono: Stefano Campus; scenografia: Paki Meduri; costumi: Francesca Tessari, Susanna Mastroianni; musiche: Nicola Tescari; interpreti: Vinicio Marchioni (Alessandro), Michele Alhaique (Pietro), Giulia Michelini (Veronica), Duccio Camerini (Pancia), Antonella Attili (Amanda), Fausto Maria Sciarappa (Farmacista), Pippo Delbono (Dario), Marco Iermanò (Antonio), Andrea Occhipinti (Inglese), Luigi Fedele (Alessandro Bambino), Asia Argento (Madre), Francesco Fedele (Pietro Bambino). Produzione: Settembrini Film, in collaborazione con RaiCinema. Distribuzione: Lucky Red. Origine: Italia, 2011. Durata: 94’.


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