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Che fine ha fatto Osama Bin Laden?

Pubblicato il 11 luglio 2010 da Simone Isola


Che fine ha fatto Osama Bin Laden?

Diciamolo chiaramente: Morgan Spurlock è un folle. Solo un folle potrebbe alimentarsi oltre un mese solo con panini McDonald’s, o lanciarsi alla ricerca del criminale più pericolo del pianeta. Ma è un folle di talento, che con le sue inchieste strampalate ed eccessive pone lo spettatore di fronte a temi scottanti. Where is in the World Osama Bin Laden? giunge in Italia dopo le critiche ricevute in America e lo scarso successo in sala (dovuto anche al basso numero di copie). Frutto di un lungo lavoro di diplomazia e di viaggi ad alto rischio (oltre un anno di lavoro). Il film ha inoltre incontrato notevoli difficoltà produttive, tanto che è stato necessario l’apporto di capitali francesi.

Spurlock fa partire la sua ricerca con un geniale escamotage; visto che sua moglie sta per mettere alla luce un bambino, qual è il modo migliore per assicurargli un futuro migliore se non eliminando quello che l’opinione pubblica considera il più grosso pericolo per l’umanità? E’ una missione che richiede dovuta preparazione: una lunga serie di vaccini (che possono avere effetti collaterali devastanti… Persino il decesso!); lezioni intensive di lingua e cultura arabe; corsi di autodifesa e comportamento in situazioni di pericolo. Sembra di vedere le gag e le gesta maldestre del giovane Woody Allen, addestrato dai ribelli alla rivoluzione di Bananas. Una volta pronto, Morgan inizia il suo viaggio attraverso i paesi mediorientali, strutturato come tanti libelli di un videogioco (come nei titoli di testa, dove Spurlock affronta Bin Laden a colpi di arti marziali). Abbondano le animazioni e le idee grottesche, come quella di descrivere Al-Qaida come una catena di fast-food, o di mostrare i capi dell’organizzare come fossero giocatori di baseball ritratti su figurine. Dall’Egitto sino all’Afganistan vengono raccolte diverse opinioni della gente comune su Bin Laden, sull’11 settembre, su Bush e sugli Stati Uniti. Pur se mitigata dall’ironia pungente del regista americano, il film è il resoconto di un’esperienza controversa. Sorprende la cordialità di molta gente araba, quasi sempre cortese e simpatica, disposta ad invitarlo a casa, a conversare con lui (persone umili, non solo attivisti politici). Si respira una grande voglia di esprimere la libera opinione, quasi sempre soffocata da regimi autoritari. E’ evidente come la matrice dell’odio stia nel conflitto israelo-palestinese, dove la tensione è viva, palpabile, e la religione è maschera per contese geografiche e di territori. Inquietanti, in tal senso, i comportamenti da ambo le parti; se i palestinesi distruggono con un missile una scuola, gli ebrei ortodossi continuano ad occupare porzioni di territorio, mostrandosi oltrettutto molto aggressivi e astiosi alle domande di Spurlock (costretto addirittura a chiamare la polizia per mettersi in salvo). Le due parti del conflitto sono continuo dunque ostaggio delle frange estreme che bloccano il progresso di pace. Di Bin Laden però non c’è traccia. Forse si nasconde in Arganistan, come dicono in molti. Spurlock arriva fino al luogo del suo ultimo avvistamento, sussurrando il suo nome nelle grotte del suo quartier generale (Osama? Yuu Huuu?). Ma oramai sua moglie inizia ad avere le prime contrazioni, e Morgan decide di tornare di tornare a casa per assisterla durante il parto. Non avrà scovato Bin Laden, ma ha trovato nuovi amici dove non pensava di averne. Il reciproco rispetto tra diverse culture è alla base della nostra convivenza, del nostro futuro. Spurlock non è Borat, né un americano in vacanza esotica. E forse dopo questo film guarderemo il nostro vicino nella metro non come un possibile terrorista o un sostenitore di Bin Laden. Come noi lavora tutti i giorni, subisce le storture della società in cui vive. Forse come noi crede che Bin Laden non sia solo un nemico dell’Occidente, ma un ostacolo al progresso dell’intero medio-oriente. E’ la speranza su cui si gioca il nostro futuro.


CAST & CREDITS

(Where in the World Is Osama Bin Laden?); Regia: Morgan Spurlock; sceneggiatura: J. Chilnick; M. Spurlock; fotografia: Daniel Marracino; montaggio: G. Coleman, J. Lombardi; musica: Jon Spurney; produzione: Warrior Poets; origine: Francia / U.S.A. , 2008; durata: 93’


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