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Chiamatemi Francesco

Pubblicato il 3 dicembre 2015 da Annalaura Imperiali
VOTO:


Chiamatemi Francesco

In un momento storico tanto tribolato, complesso e guerrafondaio come quello che stiamo vivendo tutti adesso, Chiamatemi Francesco arriva, con una distribuzione capillare in quasi settecento sale italiane, non semplicemente come un film, ma quasi come fosse una profezia: vedere sul grande schermo la vita e le opere di un grande uomo di Dio, a cui credenti e non credenti sembrano essere comunque legati, getta una luce di alta riflessione etico-morale e di alta interrogazione sui perché della Fede per contrastare il buio che ci circonda.

Daniele Luchetti, cinque volte David di Donatello, di cui l’ultima nel 2011 come miglior regista per La nostra vita, fissa di fronte a sé un obiettivo sicuramente difficile da raggiungere, ma per certi versi necessario: non solo perché ripercorrere la storia argentina a cavallo tra gli anni ’70 e i primissimi anni ’80, quelli della dittatura militare di Videla, mostrando con brutalità il significato della parola guerra che, per quanto in forme molto diverse e lontane tra loro, sembra accompagnare sempre e spesso erroneamente le decisioni dell’uomo, ma anche perché raccontare la storia di un grande gesuita che è passato tra le fiamme dell’inferno per poi, in un certo qual modo, risorgere a nuova vita tra le mura vaticane affascina e fa comprendere più da vicino il coraggio e l’attenzione verso gli ultimi del nostro attuale Papa.

Raccontando il percorso storico e di vita che ha portato Jorge Bergoglio dall’essere un ragazzo qualsiasi, peronista, fidanzato, amante della chimica e della compagnia dei propri cari amici, all’essere il cosiddetto “papa della gente”, come si oggi si ama giustamente definirlo, il regista Luchetti e il produttore della TaoDue Film Pietro Valsecchi hanno messo in scena delle immagini che non possono non far interrogare il pubblico.

La rivoluzione della Chiesa povera voluta, richiesta e rispettata nei fatti da Papa Francesco sembra essere l’unica valida risposta all’epoca di sfrenato consumismo umano, prima ancora che economico, di fronte al quale rimaniamo attoniti guardando quanto poco vale la vita al confronto del denaro, del potere e delle ideologie.

Questo Papa, il Papa dei poveri e dei veri bisognosi, il Papa che ha ospitato da giovane nel collegio gesuita presso il quale aveva studiato alcuni seminaristi ricercati dall’esercito di stato e che li ha fatti fuggire di nascosto varcando il confine con l’Uruguay, è il papa che oggi porta la “croce di ferro” – in realtà opera di un noto artigiano del Nord Italia che ha spiegato essere stata fusa a cera persa, limata, sbavata, pulita e argentata con un bagno galvanico - e le scarpe sportive nere; è il papa che è uscito dallo Stato del Vaticano per entrare in un’ottica nel centro di Roma e farsi cambiare le lenti, e solo quelle, dei propri occhiali da vista. E’ veramente il papa che va incontro agli altri, come Luchetti ben mostra nel suo Chiamatemi Francesco. E d’altronde che non poteva essere diversamente l’abbiamo capito fin dal suo insediamento il 13 marzo 2013 sul soglio pontificio: quel discorso alla Piazza di San Pietro gremita di gente e, per riflesso, al mondo intero è iniziato con un semplice Fratelli e Sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era quello di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui!.


CAST & CREDITS

(Chiamatemi Francesco) Regia: Daniele Luchetti; Soggetto: Daniele Luchetti, Martin Salinas, Pietro Valsecchi; Sceneggiatura: Daniele Luchetti & Martin Salinas (con la collaborazione di: Piero Balzoni, Luisa Cotta Ramosino, Paolo Marchesini); Montaggio: Mirco Garrone, Francesco Garrone; Musiche: Arturo Cardelùs; Scenografia: Mercedes Alfonsin, Luana Raso; Costumi: Marina Roberti; Interpreti: Rodrigo De La Serna (Jorge Bergoglio dal 1961 al 2005), Sergio Hernàndez (Jorge Bergoglio dal 2005 al 2013), Muriel Santa Ana (Alicia Oliveira), José Àngel Egido (Velez) Alex Brendemühl (Franz Jalics); Produzione: Pietro Valsecchi per TaoDue Film; Distribuzione: Medusa, Mediaset Group, BNL Gruppo BNP Paribas; Origine: Italia, 2015; Durata: 98’; Web info: http://www.chiamatemifrancesco.it;


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