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Comandante

Pubblicato il 18 aprile 2005 da Emanuela Visco


Comandante

Se avete ancora qualche dubbio riguardo alla politica adottata da Fidel Castro, se siete convinti che l’idea di socialismo attuata nell’isola di Cuba sia soltanto un metodo barbaro e retrogrado di vedere il mondo, se pensate che l’omosessualità sia un concetto impossibile per il Comandante, se vivete nella convinzione che a Cuba non esistono elezioni democratiche e che la tortura sia uno dei metodi per controllare il popolo è forse l’occasione giusta per ascoltare tutto quello che ha avuto da dire Fidel nel film documentario Comandante di Oliver Stone. Uno stile cinematografico decisamente diverso che ci regala un ritratto intimo di Fidel Castro, un uomo che cerca in tutti i modi di essere un moderno, un uomo legato alla storia che vive la sua guerra fredda con l’unico avversario rimasto, gli Stati Uniti che detengono un embargo sull’isola dal 1960. Il film si propone di raccontare due verità, l’aspetto più intimo e personale di Fidel (non sono poche le domande di Oliver Stone riguardo al rapporto con la famiglia e agli amori passati) e la visione di un leader che da oltre 40 anni riesce a sopravvivere alla maggiore superpotenza del mondo. Sentirlo parlare e raccontarsi nelle sue ragioni, nei motivi politici che lo accompagnano, nella sua idea di socialismo è davvero commovente. Non esistono ideologie nei suoi ragionamenti, ma soltanto l’intenzione più profonda di tener fuori il suo popolo dalla globalizzazione, dal modello americano, dal consumismo e dalla guerra. Non si riferisce mai al comunismo, non si dichiara un comunista, parla piuttosto di una rivoluzione permanente e necessaria per la sopravvivenza, parla di una resistenza che sembra, alla fine del film, rappresentare un modello possibile, raggiungibile per tutti. Un Fidel Castro, quello che ci racconta Oliver Stone, davvero nuovo, quasi incredibile. Un Comandante rinnovato che nega ogni forma di tortura, che crede nella lotta e nella libertà. Un leader ateo che crede nella religione affinché possa essere un metodo per aiutare il popolo e che la nega e la condanna nel momento in cui questa dovesse diventare l’oppio del popolo.
Un uomo aperto al dialogo, al confronto, che trova proprio nella sua politica il metodo per affrontare la modernità. Molti i momenti (montati con pezzi di filmati documentari) in cui parla di Ernesto Guevara ; quasi commosso lo ricorda come un rivoluzionario ineguagliabile, un uomo che ha donato la vita per la libertà e per quella rivoluzione che ha come grande merito quello di aver abolito la corruzione prima imperante nel Paese, di aver portato maggiore uguaglianza sociale e razziale, di aver messo a disposizione di tutti scuole e cure sanitarie, di aver promosso efficaci campagne di prevenzione contro numerose malattie. Un documentario capace di farci riflettere sulla situazione politica dell’attuale panorama internazionale, un film davvero interessante perché riesce a raccontare il volto inedito di un leader che sembra ormai appartenere alla leggenda. Paragonato ad Evita Perón, Fidel Castro rimane sempre e comunque un uomo semplice che sembra reagire con disarmante pragmatismo a tanto intelletto di stampo marxista

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