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Contemporanea16 - Four Little Packages

Pubblicato il 1 ottobre 2016 da Valeria Gaveglia


Contemporanea16 - Four Little Packages

Prato, Contemporanea Festival. La cripta del Teatro Magnolfi ospita nella serata del 30 settembre l’ultima delle quattro conferenze-lettura di Claudio Morganti.
Lo spazio è modesto, accoglie un pubblico esiguo, proprio come predilige l’artista: "quando ci sono più di trenta spettatori si perde la possibilità di parlare a tutti" afferma qualche ora prima dello spettacolo in una intervista concessa ai ragazzi del laboratorio di scrittura critica di Contemporanea16.

La scelta di allestire Four Little Packages nasce dalla volontà di riprendere alcune riflessioni che il regista aveva elaborato con il suo gruppo di studio, partendo dalle quali realizza quattro conferenze brevi incastrate tra musica e letteratura, ognuna incentrata su un argomento differente: improvvisazione, territorio, morte e spettatore.
Morganti ritiene che la dimensione creativa dell’attore risieda nello sperimentare in presenza del pubblico e l’escamotage della conferenza permette che ciò si concretizzi.
Ognuno dei quattro allestimenti segue uno schema identico: Concept prog-music + Lecture attempt + Host counseling + Touch-and-go reading, e ospiti delle quattro serate sono rispettivamente: Massimiliano Civica, Piergiorgio Giacché, Enrico Piergiacomi e Attilio Scarpellini.

L’operazione scenica realizzata possiede alcune affinità con i canovacci della commedia dell’arte, ma lo stesso autore preferisce paragonarla piuttosto a uno schema jazz, attraverso cui l’interprete si trova nella condizione di uscire dai margini e fare cose mai sperimentate prima. C’è l’intento di far coincidere la prova e l’improvvisazione e la scelta di una lettura del Woyzeck, che Morganti non provava da quattro anni, rappresenta un’audace esperimento: a fare da padrone è il ricordo e non la memoria del testo.

La serata conclusiva si articola attraverso un incipit di cinque minuti musicali scanditi dai brani di Il Banco del Mutuo Soccorso; una riflessione sul tema dello spettatore; l’intervento di Attilio Scarpellini (giornalista, saggista e critico teatrale) e per finire la lettura di un passo del Woyzec.
Morganti accoglie lo spettatore in un ambiente ospitale, poche sedie e tavolini con acqua e vino bianco collocati nello spazio antistante la piccola zona deputata allo spettacolo. Dopo aver salutato cortesemente gli astanti introduce i pezzi musicali scelti per dare avvio alla conferenza. Il tema portante è “lo spettatore” e pertanto si passano in rassegna, rigorosamente partendo dall’ultima posizione, quattro ipotetiche categorie: lo spettatore scoinvolto, colui che durante lo spettacolo è coinvolto e lascia il teatro in uno stato di sconvolgimento. Lo spettatore marziano, quello puro, ideale e pertanto non esistente. Lo spettatore pseudo-estetico o criptocratico, colui che giudica ogni cosa a partire dal foyer del teatro ed è privo di alcun dubbio. Infine lo spettatore critico o meglio il critico spettatore, che pensa e riflette anche durante lo spettacolo e matura delle riflessioni.

Conclusa la seconda tappa della conferenza la scena è ora nelle mani di Attilio Scarpellini.
Il critico affascina gli astanti leggendo la sua splendida riflessione sullo spettatore e passando in rassegna diversi aneddoti, sia storici sia contemporanei, di cui riportiamo due esempi significativi.
Un episodio datato marzo 1821 narra che durante una messinscena dell’Otello un soldato sparò alla mano dell’attore protagonista nell’atto di uccidere Desdemona, affermando che davanti alla sua persona mai un uomo nero avrebbe strangolato una donna bianca. L’esempio è rappresentativo di uno spettatore non in grado di distinguere la scena dal reale e che reagisce come se ciò che vede sul palcoscenico non sia finzione.
Il secondo episodio risale al 13 novembre 2015 quando Parigi fu sconvolta da diversi attentati terroristici di matrice islamica tra cui quello al teatro Bataclan. Una delle spettatrici sopravvissute racconta di aver creduto che il fumo e gli spari facessero parte dello spettacolo. In questo caso è la realtà ad essere confusa con la finzione; la vita, per un momento di eccezionale illusione, si era fatta scena.

La conferenza-lettura si conclude con alcuni passi del Woyzeck. Pochi minuti in cui Morganti narra la follia del soldato Franz Woyzeck e l’atto scellerato in cui uccide la sua compagna Merie. Coinvolgente e commovente nell’interpretazione, l’attore si immedesima in diversi personaggi costringendo lo spettatore a seguirlo ad ogni suo passo.
La lettura emoziona il pubblico ed è attraverso questo momento di altissima poeticità che la “conferenza” lascia posto al Teatro.


(Four Little Packages); Regia: Claudio Morganti; Interpereti: Claudio Morganti


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