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Criminal

Pubblicato il 13 aprile 2016 da Antonio Napolitano
VOTO:


Criminal

Un agente della CIA (Ryan Reynolds) in servizio a Londra viene ucciso da un anarchico crudele e criminale dall’accento spagnolo (Jordi Mollà) che vuole trovare a tutti i costi un hacker olandese, il quale a sua volta ha in mano il destino del mondo (Michael Pitt). Il capo della sezione inglese della CIA (Gary Oldman), per risalire ai segreti che proteggeva l’agente morto e sventare l’ipotetico attacco terroristico, ingaggia il dottor Franks (Tommy Lee Jones), uno scienziato che ha sviluppato una nuovissima tecnica per trasferire la parte cerebrale di una persona nella mente di un’altra. Così la memoria dell’agente viene impiantata nel cervello di un pericoloso detenuto nel braccio della morte, Jerico Stewart (Kevin Costner), nella speranza che il criminale porti a termine la missione di salvataggio del pianeta.

Sono tanti i temi e i personaggi che si intrecciano fin dall’inizio in Criminal, film del regista israeliano Ariel Vromen che dopo il successo di The Iceman, continua il suo percorso scavando nell’animo e nella psiche (criminale) umana. Ma se nel precedente film era la freddezza (a prescindere dal soprannome del protagonista) a farla da padrone con uno stile algido e distaccato che corrispondeva in pieno alla narrazione e al contesto del film, in Criminal si respira invece un’atmosfera differente con una struttura più hollywoodiana che però non convince in tutto e per tutto. Sebbene Vromen riesca a mantenere alto il ritmo e l’azione del film (e di conseguenza la concentrazione dello spettatore) con scontri, inseguimenti e situazioni spettacolari, uno spettatore più esigente che guarda più all’anima che alla nitroglicerina esce dalla sala abbastanza deluso. Incoraggiato dall’inizio promettente in un’atmosfera spy-noir di una particolarissima Londra, lo spettatore si ritrova ben presto ingabbiato in un intreccio di tutt’altro genere, in cui si perdono un po’ di sfumature e i protagonisti del film appaiono irrequieti e instabili. Così, proprio quelle caratteristiche inquiete e contraddittorie che dovrebbero essere la forza del film finiscono per rappresentarne la debolezza e venire troppo velocemente assorbite dagli eccessi dei fili narrativi. Come succede ad esempio con le iniziali eco (psico) criminali di Jerico, vero protagonista del film, che dopo essere evaso ai suoi carcerieri, manifesta al mondo la sua cattiveria mista ad una forma di primordiale inadeguatezza ai limiti della stupidità. Ma il potenziale narrativo di questo personaggio instabile ma seducente si sgonfia troppo presto e lo vediamo percorrere troppe strade prevedibili nel rispetto delle regole dell’action movie da cassetta e ai limiti del manicheismo. Una volta acquisita la memoria dell’agente buono, il criminale diventa infatti un uomo nuovo alle prese per la prima volta nella sua vita con le emozioni e i sentimenti (altro tema che si poteva approcciare in maniera meno scontata). Tutto ciò finisce per creare un senso di confusione e spaesamento sia nella testa di Jerico che nella sua stessa rappresentazione agli occhi dello spettatore. E allo stesso modo anche tutti gli altri personaggi che ruotano intorno a Jerico diventano pure variabili del protagonista e dell’evolversi della trama.

Criminal, nonostante le buone premesse, finisce per perdersi per strada (perché ne prende troppe e spesso si rivelano anche scorciatoie) e lascia l’amaro in bocca soprattutto perché alte erano le pretese iniziali (o almeno le aspettative di chi apprezza Vromen). Dal punto di vista del puro entertainment, il film funziona e scorre velocemente, anche perché è retto dalle interpretazioni di un cast di grandissimo rispetto e con un Kevin Costner che ha lavorato molto sul physique du rôle del personaggio, riuscendo in molti casi anche a colmare i limiti della sceneggiatura. Da sottolineare l’ottimo lavoro della direttrice della fotografia Dana Gonzales, già candidata agli Emmy per la serie televisiva Fargo, che illumina un’ambientazione caratteristica e originale in una Londra fantascientifica ma molto reale.


CAST & CREDITS

(Criminal); Regia: Ariel Vromen; sceneggiatura: Douglas Cook, David Weisberg; fotografia: Dana Gonzales; montaggio: Danny Rafic; musica: Brian Tyler & Keith Power; interpreti: Kevin Costner, Gary Oldamn, Tommy Lee Jones, Jordi Mollà, Michael Pitt, Ryan Reynolds; produzione: BenderSpink, Campbell-Grobman Films, Millennium Films, Lionsgate; distribuzione: Notorius Pictures; origine: USA, UK, 2016; durata: 117’


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