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Crimson Peak

Pubblicato il 30 ottobre 2015 da Stefano Colagiovanni


Crimson Peak

Ci sono voluti nove lunghi anni a Guillermo Del Toro per capire che la sua carriera aveva bisogno di un “ritorno al passato” per poter riprendere di nuovo slancio. Nove anni da Il labirinto del fauno, magica e poetica opera d’arte visionaria, con la quale incantò mezzo mondo, incidendo con il sangue il suo nome nell’elenco della corta, ma ricca “scuola messicana”, nella quale oggi spiccano figure del calibro di Alfonso Cuaron e Alejandro Gonzalez Inarritu, per citarne giusto un paio. Così, dopo aver partecipato in veste di co-sceneggiatore al progetto Lo hobbit (1, 2, e 3), e dopo essersi confrontato con la fantascienza sporcata dai venti dell’est del fumetto giapponese con l’egregio Pacific Rim, Del Toro riscopre le sue radici (quelle del “fauno”, come detto, o intraviste nel film culto Hellboy 1 e 2), modellando una nuova fiaba nera, stavolta lontana dalla Spagna del 1944, ma immersa nella spoglia e spettrale brughiera inglese di inizio ‘900.

A New York, la giovane Edith (Mia Wasikowska), aspirante romanziera (appassionata di scritti di Mary Shelley) e figlia di un ricco costruttore, incontra il baronetto Thomas Sharpe (Tom Hiddleston), del quale si innamora perdutamente. Quando il padre di Edith muore in circostanze poco chiare, la giovane sposa l’affascinante Sharpe e va a vivere con lui e la cognata Lucille (Jessica Chastain) nel maniero di famiglia nella fredda Inghilterra; ma ben presto, Edith comincia a esser tormentata da presenze oscure e finirà con lo scoprire la verità sui tenebrosi fratelli Sharpe e la loro famiglia. Il fulcro di Crimson Peak è, per forza di cose, l’amore: l’amore per la letteratura (e paradossalmente il romanzo di Edith viene inizialmente scartato perchè per l’editore non è presente una storia d’amore classica); l’amore tra padre e figlia, causa di decisioni rigide e classiste; l’amore tra uomo e donna inaspettato, di quelli che sconvolge un’intera esistenza, strazia l’anima e avviluppa il cuore; l’amore malato e scellerato tra due mostri, figli di una follia ancestrale, quanto incomprensibile e destinato a essere soppresso. Tutto questo amore viene spalmato dal saggio Del Toro in un contesto raccapricciante (quasi Burtoniano) sia nell’aspetto più terreno e pratico (la lotta sociale e la stucchevole morale classista), sia nell’accezione romanzata, in un valzer di elementi dark e cari al romanzo classico gotico. Per di più, il cineasta messicano si diletta nel fondere diversi sottogeneri, pizzicando ulteriori corde narrative, attingendo alla letteratura d’autore lontana dal fantasy contaminato, come i gialli di Arthur Conan Doyle (lucida e rigorosa la vena investigativa dell’innocente Edith e del dottor Alan McMichael, interpretato da Charlie Hunnam), e gli spunti sociali tanto cari alla poetica di Jane Austin. Fiorito da un seme piantati già molto tempo addietro, Crimson Peak si manifesta come una stoia d’amore e di terrore classica e, che se ne voglia trovare per forza un difetto, un tantino banale sotto alcuni aspetti della scenggiatura. Difetti che non danneggiano in alcun modo la velatura horrorifica con la quale si adorna, perchè è risaputo di come l’horror si nutra dei suoi numerosi stereotipi: basta riadattarli in maniera differente e a Guillermo Del Toro, così come accadde per Il labirinto del fauno, questa operazione riesce con naturale eccellenza. E questi fantasmi del dubbio e del sospetto si dileguano in fretta, se lo spettatore si ritrova di fronte un comparto artistico di notevole caratura: Tom Hiddleston calza a pennello la figura del baronetto Sharpe, alternando modi eleganti a uno sguardo eternamente corrucciato e dall’animo combattuto; Jessica Chastain appare incantevole e sontuosa, mortifera e quasi innaturale, in un’interpretazione suggestiva, forse la sua migliore, assieme a quella offerta ne L’albero della vita di Terrence Malick; mezzo gradino più in basso ciondola Mia Wasikowska, ingenua e foriera di spirito combattivo, paladina senza macchia e senza paura, romantica e umana proprio come la protagonista di un romanzo gotico.

E dopo aver sconfitto il malvagio nemico e aver reso giustizia alle anime dei morti, ciò che incanta e commuove di Crimson Peak più di ogni altra cosa, è la consapevolezza di aver accompagnato se stessi in un viaggio alla (ri)scoperta dello stile personale e autoriale di un grande regista dei nostri tempi. Perchè, che se ne dica o no, solo Guillermo Del Toro, oggi come oggi, è in grado di realizzare pellicole tanto complesse, quanto magiche e straordinariamente coinvolgenti.


CAST & CREDITS

(Crimson Peak); Regia: Guillermo Del Toro; sceneggiatura: Guillermo Del Toro, Matthew Robbins; fotografia: Dan Laustsen; montaggio: Bernat Vilaplana; musica: Fernando Velázquez; interpreti: Mia Wasikowska, Jessica Chastain, Tom Hiddleston, Charlie Hunnam, Doug Jones, Burn Gorman, Jim Beaver, Leslie Hope, Javier Botet, Bruce Gray; produzione: Legendary Pictures; distribuzione: Universal Pictures; origine: U.S.A., 2015; durata: 119’


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