Fa piacere ogni tanto infilarsi in un tunnel di rigorosa e orgogliosa inattualità come quello aperto da Irwin Winkler con De-Lovely. Una cinebiografia che si fa musical grazie alle cure di un regista-arcangelo della morte (Pryce) che accompagna in the still of the night il morente Porter a rivisitare le tappe della propria arte-vita. Tutto palesemente artificioso, grazie a dio: un vagare caleidoscopico per spumeggianti schegge di bel mondo (Parigi-Venezia-New York-Hollywood) accompagnati dalle canzoni di inesausta genialità di Porter, tutte sberleffi sarcastici e guizzi romanticosi. Ci si chiede a chi si possa rivolgere tale proposta oggi, ché non pare l’attualizzazione tramite cameo musicali di stelle e stelline più o meno contemporanee (da Robbie Williams a Elvis Costello, da Alanis a Sheryl) possa attirare chi magari può aver conosciuto Porter tramite la compilation Red, Hot and Blue di qualche anno fa. Winkler certo non brilla per originalità, ma da allievo diligente copia dalla lezione dello Scorsese nostalgico di New York New York e The Aviator, piano sequenza virtuosistico compreso. Aiutato da un Kline un po’ avanti negli anni per il ruolo ma adeguatamente spiritoso e swingante, e dalla scintillante Judd, perfetta musa-quasi amante-consigliera.

[ottobre 2004]

Cast & credits:

Regia: Irwin Winkler; sceneggiatura: Jay Cocks; fotografia: Tony Pierce-Roberts; montaggio: Julie Monroe; scenografia: Eve Stewart; costumi: Janty Yates; interpreti: Kevin Kline, Ashley Judd, Kevin McNally, Allan Corduner, Sandra Nelson, Jonathan Pryce; produzione: Metro-Goldwyn-Mayer; origine: Usa 2004; distribuzione: 20th Century Fox; durata: 125’.