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Difret - Il coraggio di cambiare

Pubblicato il 22 gennaio 2015 da Francesca Polici
VOTO:


Difret - Il coraggio di cambiare

Dopo la vittoria del premio del pubblico al Sundance e al Festival di Berlino, Difret – Il coraggio di cambiare, l’audace opera prima del regista Zeresenay Barhane Mehari, è in uscita nelle sale italiane. Un esordio avvincente che merita la giusta attenzione e risonanza mediatica sia per la valenza socio-politica e cinematografica che lo contraddistingue, sia per la particolare storia produttiva che lo caratterizza. Il film, infatti, nasce dalla voglia dell’autore che, pur essendosi trasferito da molti anni negli Stati Uniti, rimane profondamente ancorato alle sue radici etiopi e non rinuncia alla lotta per un vero cambiamento della sua amata terra natale. Perché l’Etiopia, nonostante i profondi mutamenti dettati dall’investimento di un recente sviluppo industriale che l’ha resa protagonista, continua a vivere di profonde contraddizioni – caratteristica, questa, ben esplicitata nella pellicola che, non a caso, trova la sua cifra stilistica nei forti contrasti di cui vive. Difret si mostra al pubblico del grande schermo come un urlo, una rivolta dall’enorme carica emotiva contro una terribile pratica chiamata Telefa che prevede il rapimento di giovani adolescenti a scopo di matrimonio e che, ancora oggi, è profondamente radicata in molte zone del paese – basti pensare che oltre il 40% delle ragazze etiopi ne sono vittime.

Tratto da una storia vera, il caso di Hirut, ragazzina di quattordici anni implicata in un complesso processo giudiziale per aver ucciso l’uomo che l’aveva rapita e violentata al fine di averla in sposa, ha il merito di aver finalmente aperto un dialogo in merito alla Telefa. Un caso di cronaca del 1996 che ha profondamente influito sulle successive sorti del paese e sull’emancipazione delle donne rispetto al profondo maschilismo che vige nella società etiope. Al termine della sceneggiatura, dopo innumerevoli ricerche ed interviste svolte dall’autore, la pellicola ha subito numerosi arresti produttivi, dettati dalla crisi economica che nel 2008 ha colpito l’Occidente. Ma, grazie alla sensibilità e al forte senso civile di Angelina Jolie che risulta co-produttrice del film, Difret potrà finalmente essere presentato nelle sale, soprattutto in quelle etiopi, nella speranza che questa testimonianza possa concedere la forza ed il coraggio a molte donne di ribellarsi.

Interpretato da due straordinarie attrici, Tizita Hagere (nei panni della giovane protagonista) e Meron Getnet (nel ruolo dell’avvocato della piccola Hirut e piuttosto famosa nel suo paese), il film gode di un’incredibile potenza evocativa e comunicativa. Un’opera che potremmo definire “reazionaria” e che riesce a rappresentare con uno stile asciutto una vicenda drammatica. Toccante ma mai melenso, Difret colpisce anche grazie ad una sofisticata antitesi estetica che si innesca nell’alternanza fra gli estesi campi lunghi volti a rappresentare le aree rurali del paese e le claustrofobiche e soffocanti inquadrature della realtà metropolitana che destano confusione e spaesamento non solo nella giovane protagonista, ma anche negli stessi spettatori. La tragicità e la paura di Hirut, invece, sono rese da scure soggettive che si alternano a tratti con un leggero tremolio della macchina a mano che insegue la ragazzina mentre scappa dai suoi rapitori. Accurate scelte formali, queste, che mostrano anche una certa attenzione allo strumento meramente filmico, tornando così a riaffermare la potenza del mezzo cinematografico che, pur senza rinunciare alla riuscita estetica, si mostra capace di recuperare un ruolo sociale e politico che negli ultimi anni, a parte rare eccezioni, sembrava si stesse man mano dissolvendo. Commovente e fortemente politico, Difret punterà i riflettori su di un autore che, ne siamo certi, ci riserverà grandi sorprese.


CAST & CREDITS

(Difret); Regia e sceneggiatura: Zeresenay Berhane Mehari; fotografia: Monika Lenczewska; montaggio: Agnieszka Glinska; musica: David Schommer, David Eggar; interpreti: Meron Getnet, Tizita Hagere, Harege Woin, Shetaye Abreha; produzione: Mehret Mandefro, Leelai Demoz; co-produzione: Angelina Jolie; distribuzione: Satine Film Distribuzione; origine: Etiopia, 2014; durata: 99’.


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