Dio esiste e vive a Bruxelles

Dio esiste, vive a Bruxelles, ma, soprattutto, è un essere meschino e abietto.
Nel piccolo appartamento in cui vive, si comporta come un vero e proprio tiranno nei confronti della povera, succube moglie e di Éa, sua figlia decenne nonché sorella del ben più noto Gesù (JC per gli amici). Non contento dei soprusi compiuti ai suoi familiari, Dio dedica la maggior parte del suo tempo a far soffrire gli esseri umani, giocando con i loro destini comodamente seduto di fronte al computer. Quando Éa scopre tutto ciò, decide di fargliela pagare entrando di nascosto nel suo studio e inviando a tutti gli abitanti della terra un SMS in cui è indicata la loro data di morte. In seguito la piccola ribelle, per non incombere nelle ire del padre, scappa di casa e, su suggerimento del fratello (che vive nella sua stanza sotto forma di statuina), parte alla ricerca di sei nuovi apostoli.
Parlando di Dio esiste e vive a Bruxelles è doveroso effettuare delle precisazioni, onde evitare di incorrere in spiacevoli sorprese una volta in sala: il film, nonostante ci venga presentato come tale, non è una commedia o, per meglio dire, non è solo una commedia. Si ride, certo, ma non più di quanto si potrebbe fare guardando semplicemente i due minuti scarsi del trailer, nel quale bene o male sono condensate tutte le scene più divertenti dell’opera. Dopo l’esilarante ed efficace introduzione, figlia soprattutto delle buone idee di partenza e dell’esplosiva presenza scenica di Benoît Poelvoorde, ci si addentra infatti in una vera e propria favola dai tratti surrealistici, nella quale non è difficile scorgere la tangibile la presenza della poetica di Jaco Van Dormael, sceneggiatore e regista di questo suo nuovo racconto visionario. Ecco quindi che un film all’apparenza semplice diventa complesso, con tutti i pro e i contro del caso. Se da una parte ne giova il significato stesso dell’opera (che grazie a questo meccanismo condisce la risata con una serie di interessanti riflessioni), dall’altra però, in più di un occasione, la narrazione si perde in prolungati esercizi di stile, figli di una dirompente creatività visiva spesso e volentieri mal calibrata.
Altro punto fondamentale in Dio esiste e vive a Bruxelles è sicuramente la tematica, sempre cara a Van Dormael, dell’infanzia. Contrariamente a quanto potrebbe farci pensare il titolo italiano del lungometraggio (l’originale, infatti, è Le tout nouveau testament) il protagonista dell’opera non è Dio, bensì sua figlia Éa, che scende per le strade di Bruxelles per iniziare a scrivere il suo “nuovo nuovo testamento”. L’ingenuità e l’innocenza di questa bambina, unite alla voglia di costruire un mondo migliore rispetto a quello tremendo architettato dal padre, sono infatti il motore vero e proprio della vicenda. La componente infantile si mostra così, a scapito del nome, di gran lunga più matura della sua controparte adulta. Emblematico è il caso del piccolo Willy, il quale, dopo aver saputo di avere soltanto altri 54 giorni da vivere, accetta il suo destino con serenità e, senza pensarci troppo, si dedica da subito a fare ciò che più gli piace. Al contrario, gli adulti che Éa incontra sono invece prigionieri dei loro schemi mentali e, per poter iniziare a inseguire i propri sogni nel tempo che gli resta, necessitano dell’intervento della figlia di Dio.
In conclusione, la pellicola di Van Dormael ha dei risvolti insoliti che, nel bene e nel male, le fanno travalicare i confini del genere. Così come Mr. Nobody, precedente e apprezzatissimo lavoro del regista belga, non era solo un film di fantascienza, così Dio esiste e vive a Bruxelles non è una semplice commedia da visionare a tempo perso.
(Le tout nouveau testament ); Regia: Jaco Van Dormael; sceneggiatura: Jaco Van Dormael, Thomas Gunzig; fotografia: Christophe Beaucarne; montaggio: Hervé de Luze; musica: An Pierlé; interpreti: Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Yolande Moreau, Catherine Deneuve, François Damiens, Laura Verlinden, Serge Larivière, Didier De Neck, Romain Gelin, Marco Lorenzini; produzione: Terra Incognita Films, Jaco Van Dormael; distribuzione: Belga Films, Le Pacte; origine: Belgio, Francia, Lussemburgo, 2015; durata:113’; Proposta di voto: 3 stelle su 5
