Roma – teatro Golden."Disorient Express non è la storia di un treno che non sa dove andare, è una fotografia di gruppo in cui ci siamo tutti e tutti abbiamo un’espressione visibilmente disorientata". Così Cinzia Leone descrive in prima battuta il suo spettacolo che viene riproposto anche quest’anno dopo l’apprezzamento ottenuto nella stagione precedente.

Ciò che la Leone mostra sulla scena rappresenta perfettamente le sue parole: l’attrice interpreta se stessa mentre cerca di realizzare una pièce contemporanea caratterizzata dal continuo aggiornarsi in tempo reale sui temi dell’attualità. Le notizie vengono riportate da Fabio Mureddu (coautore dello spettacolo) che con un tablet fa irruzione nella scena arrestando lo svolgimento dell’opera, perché ciò che la Leone aveva poco prima affermato è stato successivamente smentito sui social dai blogger (i nuovi intellettuali).

E così si procede per tutta la durata dello spettacolo attraverso la fruizione di vari quadri ad argomenti diversi, separati attraverso la proiezione di spot pubblicitari a cura della "Fintus" e la sua famiglia "invisibile" e della "rassicurante" ed ormai classica apparizione di Roberto Carlino (interpretato dalla stessa Leone).

Lo spettacolo parte con una comicità un po’ scontata, semplice. I primi minuti lasciano leggermente perplessi ma si tratta di pochissimo: quando l’attrice recupera dall’immaginario collettivo la contessa “dal vestito giallo” ed il suo maggiordomo Ambrogio, le risate diventano incontenibili.

I tempi comici sono perfetti, Cinzia Leone è un vulcano in piena attività: mentre recita guarda il pubblico e senza cambiare tono, dice ad alcuni spettatori di spostarsi per fruire meglio lo spettacolo, ribadisce più volte che chiunque può interromperla e non nega la presenza del suggeritore. L’interazione con la platea, totalmente improvvisata, delinea ancora di più le sue grandi doti oltre a far aumentare il valore della rappresentazione.

Verso la conclusione il tema dello spettacolo si perde un po’di vista ma il raccordo finale sulla condizione del presente fa comprendere al pubblico che, nonostante le differenze, una cosa accomuna tutti: una grande confusione. Ecco perché siamo sul “Disorient Express”.