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Emma sono io

Pubblicato il 20 novembre 2002 da Alessandro Izzi


Emma sono io

Il cinema italiano segue le sue fasi di nascita, sviluppo e morte con l’adamantina chiarezza di un calendario lunare. Questa sorta di fenomeno naturale, che appare immutabile nel suo eterno svolgimento, è tanto più evidente quando si cerca di coglierlo in quell’ambiente quasi entomologico che è il genere della commedia. Dopo la crisi profonda della commedia leggera che per lungo tempo era sembrato il solo genere cinematografico nazionale da esportazione, dopo le funeste note della commediaccia goliardica che tra vacanze natalizie in lidi sperduti e improbi ritorni in quel dell’Antica Roma era sembrata l’unico prodotto nostrano in grado, almeno in casa, di racimolare qualche buon soldone, ecco che ora, seguendo i dettati della meteora Muccino, si definisce un nuovo modello di commedia destinato, parrebbe, ad un qualche momento di discreta fortuna. Si presuppone e si spera che, dopo questa fase invernale (che speriamo breve) si ritorni alla fine ai fasti di una commedia sagace, che sia finalmente di nuovo in grado di graffiare il reale con superba baldanza e sprezzo di quel pericolo che è oggi il gusto televisivo dibattuto tra Morandi brachettoni e tagli funesti ai film dovuti all’obsoleta applicazione della leggi Mammì. Quest’ultima fase lunare (ultima?) cui facevamo cenno e che, speriamo preceda una sospirata notte senza luna, è quella che già abbiamo avuto modo di apprezzare in pellicole come Santa Maradona, l’invisibile My name is Tanino o, come, infine, l’antesignano illustre di tutto questo: L’ultimo bacio. Il modello sarebbe legato ad una formula apparentemente lineare: prendi un trentenne, inseriscilo in un bozzettisco ambiente riconoscibilmente italiano e aspetta, telecamera alla mano, che cominci ad interagire con ciò che lo circonda in base agli stereotipi che sono la costante della sua stessa natura. Il trentenne in questione deve, notoriamente, avere un intelligenza al di sotto della media oppure deve soffrire di serie turbe della psiche o avere (come in questo caso) seri problemi comportamentali. Esso deve, poi, dimostrare la più completa inattitudine a costruire qualcosa di buono, deve essere del tutto inabile a parlare, scrivere o far di conto e deve avere una buona aria da fantoccio imbolsito che tanto risulta simpatica all’odierno di pubblico di trentenni. Emma sono io è tutte queste cose, ma, con nostro sollievo, lo è da un punto di vista inaspettato. Infatti la storia della protagonista che soffre di ipomania (un disturbo comportamentale che produce momenti di esuberanza euforica) e che, per un errore nella somministrazione dei medicinali che prende quotidianamente, travolge con la sua personalità il mondo che la circonda, ha, in effetti, più che altro il sapore di una boutade da gioco degli equivoci che aiuta il regista ad aderire ai personaggi senza avere le ambizioni mucciniane del profondo e serio spaccato generazionale. Privo di superflue velleità autoriali, il film scorre via innocuo come un soffio d’aria a primavera. Senza addentrarsi in un racconto che si vuole esemplare (come vorrebbe essere L’ultimo bacio), il film di Falaschi si lascia godere brevemente per il suo stile dimesso, per l’attenzione concessa a dei personaggi guardati senza porsi troppi problemi e per il tentativo di prodursi in una costruzione piacevole e consapevolmente calata nel solco di un genere. Ne risulta un racconto abbondantemente paratelevisivo che non dispiace senza mai arrivare, per questo, a piacere veramente e che qua e là ci regala qualche sorriso. Un’opera debole, certo, soprattutto nella gestione del ritmo (i pianosequenza che rivelano una certa ascendenza teatrale sono senza sprint), ma che ha dalla sua un minimo di originalità.

(Emma sono io); Regia: Francesco Falaschi; Sceneggiatura: Francesco Falaschi, Stefano Ruzante; Fotografia: Patrizio Patrizi; Montaggio: Paola Freddi; Musica: Andrea Guerra; Intepreti: Cecilia Dazzi, Elda Alvigini, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Nicola Siri, Luigi Diberti; Produzione: Film Trust Italia s.r.l., Rai Cinema; Origine: Italia, 2001; Distribuzione: Istituto Luce

[novembre 2002]

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