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Eppur mi son scordato di me

Pubblicato il 23 novembre 2015 da Sarah Mataloni


Eppur mi son scordato di me

Eppur mi son scordato di me, divertente testo di Gianni Clementi, interpretato e diretto da Paolo Triestino, in scena al Cometa off fino al 29 novembre, ha la non comune capacità di commuovere, divertire e sorprendere al tempo stesso.
La colonna portante dello spettacolo, sono alcune tra le più famose canzoni di Lucio Battisti, che accompagnano Antonio, frastornato e confuso dopo una complicata operazione, alla riscoperta e al recupero della sua vera identità, piena di tanti sogni giovanili, ormai persi in una realtà che il protagonista fatica a sentire sua.
Antonio infatti, tornato alla vita di sempre, si specchia e incontra sè stesso in un ritmo quotidiano fatto di visi, voci, persone, gesti, troppo poco aderenti ai suoi intimi desideri, troppo lontani da ciò che egli avrebbe voluto da ragazzo: l’amore tanto sognato in adolescenza, Francesca, dal sorriso semplice, si è trasformata in una moglie artefatta, robotica e incapace di destare il suo interesse.
In un conflitto che diventa insuperabile, la realtà e il sogno, così sconnessi e slegati, inevitabilmente finiscono per scontrarsi e per non trovare armonia.
Il tono dello spettacolo è divertente, incalzante, mai noioso, e Paolo Triestino, è capace in più di un’ora e mezza, di catalizzare gli sguardi del pubblico mostrando più sfaccettature dell’esistenza: momenti divertenti (come la prima uscita con Francesca al cinema) si alternano a ricordi adolescenziali velati di malinconia, creando un unicum che riesce a divertire e un momento dopo permette allo spettatore, al tempo stesso, di riflettere.
La musica non è l’unica struttura che accompagna Antonio nel suo viaggio, ma il percorso spazio-temporale è denso di un’atmosfera che viene ricreata attraverso filmati e personaggi che hanno vissuto la sua adolescenza: il pubblico del Cometa off, ripercorre gli anni ‘60 e ‘70 tra immagini tratte dal film Il grande Dittatore, filmati dell’assassinio di John F. Kennedy, e alcuni noti visi del mondo televisivo “pescati” in un vecchio fotogramma di Canzonissima.
Il pregio di “Eppur mi son scordato di me” è quello di riuscire a far rivivere con pochi oggetti, e con una scenografia molto essenziale, alcuni tra i momenti più significativi della giovinezza del protagonista, che diventano non solo ricordi intimi di Antonio, ma momenti “assoluti” in cui lo spettatore può rispecchiarsi, commuoversi, e a tratti, ricordare.
In un continuo alternarsi di emozioni, lo spettacolo culmina con la visione di un frammento della parte finale del Monologo del Grande dittatore, e riecheggiano nella sala parole drammaticamente attuali, in un viaggio nel tempo che guarda con malinconia il passato, ma non tralascia e non trascura la realtà, oggi come allora bisognosa di ritornare al recupero dell’essenza umana.

«Mi dispiace, ma io non voglio fare l’imperatore. Non è il mio mestiere. Non voglio governare né comandare nessuno. Vorrei aiutare tutti se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere della felicità del prossimo. Non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca e sufficiente per tutti noi. La vita può essere felice e magnifica, ma noi l’abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abbiette…….”


(Eppur mi son scordato di me); Regia: Paolo Triestino; autore: Gianni Clementi; musica: Michele Ranieri; interpreti: Paolo Triestino; teatro e date spettacolo: Cometa off, dal 17 al 29 novembre.


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