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Famiglia all’improvviso

Pubblicato il 20 aprile 2017 da Fabiana Sargentini
VOTO:


Famiglia all'improvviso

Famiglia all’improvviso (per la regia di Hugo Gélin) fa parte di quelle commedie francesi di buona fattura - recitazione sceneggiatura fotografia impeccabili - che ha come obiettivo l’essere per tutti (gli spettatori): mai scorretta (nonostante all’inizio il protagonista sia piuttosto vizioso - la mattina in cui la sua vita cambia si è svegliato tra due bellissime fanciulle con cui ha passato la notte), mai osé, mai volgare (cosa che in Italia, evidentemente per nostra natura innata, sembra impossibile riuscire a fare). Se poi, nonostante tutto qualcosa nell’ingranaggio diviene meno originale, più visto, l’operazione non è rovinata, resta comunque nell’insieme riuscita. Omar Sy (Samuel), dentro al suo gigante corpo nero, si adegua al nuovo ruolo di padre di una bimba di pochi mesi con la velocità di un fulmine a ciel sereno. La bella madre (Kristin, interpretata dalla bella e brava Clémence Poésy) agisce sempre e solo impulsivamente: se ne va senza proferire parola (doppia battuta sul molo "Ti presento Gloria, tua figlia: prestami venti euro per il taxi"), torna e desidera irrefrenabilmente la custodia della piccola, ormai novenne, come si fa con un giocattolo bellissimo visto in vetrina (di cui non necessariamente si conoscono le istruzioni per l’uso). La fiaba costruita su misura per la bambina illumina la vita dell’adulto: diventato stunt-man per caso (non a caso "il cinema è un mondo parallelo"), Samuel inventa una esistenza pellegrina in costante movimento per la madre assente, trasformata in agente segreto (attingendo le storie dai copioni dei film in cui fa la controfigura), da parte della quale manda ogni giorno, da un indirizzo inventato, una lettera via mail per raccontare alla piccola dei suoi viaggi e non farla sentire abbandonata. Questa bugia bianca - che non fa male perché è per il bene di qualcuno - si ritorcerà contro il buon papà, verrà usata contro di lui nella inevitabile (e classica nella storia del cinema, da "Kramer contro Kramer" in poi) battaglia legale finita in tribunale. Ma lo script (di Hugo Gélin, Mathieu Ouillon e Jean-André Yerles, ispirato al film messicano del 2013 Instructions not included, di Eugenio Derbez) non fa mancare continui colpi di scene inaspettati, seminati qui e là lungo la storia senza farsi vedere, tenendo lo spettatore attaccato alla vicenda e soprattutto ai fazzoletti dalla commozione. Una sorta di inno positivo all’amore filiale, in tutte le sue declinazioni, alla purezza dei bambini, alla vita come luogo di incontro di anime giocose. Nulla di nuovo sotto il sole ma centodiciassette minuti passati in leggerezza e allegria, perché si può sorridere anche senza essere cretini e si può piangere senza essere delle mammolette.


CAST & CREDITS

(Famiglia all’improvviso); Regia: Hugo Gélin; sceneggiatura: Hugo Gélin, Mathieu Ouillon, Jean-André Yerles; fotografia: Nicolas Massart; montaggio: Grégoire Sivan, Valentin Feron; musica: Rob Simonsen; interpreti: Omar Sy, Clémence Poésy, Gloria Colston, Antoine Bertrand; produzione: Mars Films & Vendôme Production; distribuzione: Lucky Red; origine: Francia, 2017; durata: 117’


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