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FESTA DEL CINEMA DI ROMA -CONFERENZA STAMPA DI THE DEPARTED - 15/10/06

Pubblicato il 17 ottobre 2006 da Carlo Dutto


FESTA DEL CINEMA DI ROMA -CONFERENZA STAMPA DI THE DEPARTED - 15/10/06

Dopo i lunghi minuti di applausi che la stampa gli ha tributato durante i titoli di coda di The Departed, Martin Scosese arriva sorridente all’incontro con la stampa in sala Sala Sinopoli. Lo accompagnano un sobrio Leonardo Di Caprio e l’attrice Vera Farmiga. A volte le domande della stampa non cercano di illuminare i molteplici aspetti e spunti che il film può regalare, ma l’incontro si svolge in un clima cordiale e rispettoso.

Ogni suo film viene accolto come un evento, ha scritto e diretto capolavori che resteranno nella storia del cinema e oggi presenta The Departed, un film bellissimo. Qual è il suo segreto?

Beh, The Departed è stato finito tre settimane fa, un film che è riuscito grazie al cast assolutamente perfetto che ha regalato alla storia una credibilità assoluta, senza dimenticare che lo studio di produzione, la Warner Bros., ci ha dato la possibilità di sperimentare con il materiale girato sia con gli attori come Alec Baldwin, che con la sceneggiatura di William Monahan e il lavoro della mia montatrice di fiducia, Thelma Schoonmaker.

Una domanda per Leonardo Di Caprio: intende presto passare dietro la macchina da presa?

In questo momento assolutamente no, mi piace ancora studiare da lontano il lavoro del regista. Recitare per me è una esperienza talmente intima, personale, che bisogna concentrarsi molto, se poi penso al lavoro di Scorsese e al fatto di averlo visto all’opera, ho visto cosa comporta. La figura del regista è simile a quella di un veggente, deve vedere nel futuro, immaginare nella testa le concatenazioni possibili delle scene che gira man mano e come queste si intersecano per creare un unicum visivo, oltre al fatto che circa cinquanta dipartimenti degli studios attendono ogni minimo cenno del regista, centinaia di persone che pendono e dipendono da te. Più osservo un regista al lavoro oberato di queste responsabilità, meno mi viene voglia di dirigere un film!

Tornando a Scorsese, circola la voce che questo sarà il suo ultimo film a Hollywood, come già hanno annunciato i suoi colleghi Peter Jackson e George Lucas: conferma? Cosa pensa dei registi che abbandonano gli studios per passare a produzioni indipendenti?

A Hollywood i film vengono girati con budgets enormi, spesso si corrono enormi rischi legati ai finanziamenti e ai mancati incassi di un kolossal. Con la Warner posso ritenermi fortunato, in quanto per un film come The Departed i produttori sono stati molto pazienti, data la difficoltà di numerose scene, oltre al fatto, ribadisco, che il cast ha dato una spinta vitale e unica per il successo dell’operazione. Il mio prossimo film sarà un low budget che si intitolerà Silence. Ci lavoro da quindici anni è tratto da un libro di uno scrittore giapponese e sarà girato con una produzione indipendente. Lla sceneggiatura è già completata, ma questo non significa che non potrò tornare a lavorare con gli studios e un grosso budget. Hollywood in sostanza è una grande malattia, difficile guarire!

Può comparare le esperienze che lei ha con Robert De Niro e Leonardo Di Caprio, due tra gli attori con cui ha finora lavorato di più?

Per quanto riguarda De Niro, abbiamo la stessa età, siamo praticamente invecchiati insieme, mi ha ispirato lungo i numerosi anni di nostra conoscenza e amicizia. Quando penso a Leo non penso ai tre film girati insieme finora, ma a un rapporto di lavoro e amicizia lungo ormai da sei anni, in cui ha interpretato personaggi diametralmente opposti. Il lavoro dell’attore è per sua natura basato sull’istinto e con entrambi ho trovato canali di comunicazione e di scambio istintivo che mi hanno sempre dato risultati unici.

The Departed è una sorta di remake del cinese Infernal Affairs, dove al centro della storia vi era la mafia cinese. Da dove nasce la scelta di narrare una storia di mafia irlandese e non italo-americana e perché il protagonista Nicholson si chiama Frank Costello, con un nome italiano?

Lo sceneggiatore William Monahan ha usato la storia di Infernal Affairs, ma essendo lui stesso un irish-american cresciuto a Boston, ha trasferito la vicenda nel milieu bostoniano, un ambiente più vicino alle sue corde di scrittore e narratore. William ha un approccio molto istintivo alla scrittura, ha basato la storia su una storia di fiducia e tradimento, ha raffigurato in maniera estremamente precisa un forte senso di fatalismo, legandolo indissolubilmente al tipico e potente humour irish. Negli Stati Uniti esiste da sempre un grande conflitto tra italiani e irlandesi, che sono arrivati qui per primi. Il conflitto verte su chi sia arrivato per primo negli Stati Uniti, ne ho avuto eco dai miei genitori e in particolare dai miei nonni. Un conflitto che sta alla base anche dello sviluppo della mafia: dato che la maggior parte dei poliziotti era irlandese, gli italo-americani hanno iniziato a basarsi su loro stessi. Il nome di Costello in realtà sarebbe Francis Costillo, un nome tipicamente irlandese, so che può essere facilmente confuso con un nome da italo-americano, ma è puro irlandese!

Perché ha scelto di girare un remake?

The Departed è il terzo remake nella mia carriera di regista. Leggendo il copione per la prima volta, arrivato a pagina venticinque, mi sono calato nel mondo descritto da William e ho pensato che da questa esperienza potevo imparare qualcosa, creando nuovi caratteri psicologici, oltre a una trama molto forte: ero entusiasta dello script.

Perché si sforza così poco a parlare italiano, pur essendolo di origine?

Ho vissuto a Roma negli anni Settanta e ogni volta che parlavo italiano mi chiedevano di tornare a parlare inglese, tanto lo parlavo male! I miei nonni orgogliosissimi di essere italiani mi hanno sempre forzato di parlare italiano, e questo mi ha portato un blocco, ora non so parlarlo e ne sono sinceramente imbarazzato!

Una domanda a Vera Farmiga, tra le protagoniste femminili del film. Come ha costruito il personaggio della psicoterapeuta?

Per preparami al personaggio ho letto un libro di psicoanalisi, in particolare un capitolo basato sugli studi di Freud, una specie di La psicologia spiegata ai deficienti! Ho anche mostrato il copione al capo dell’unità psichiatrica della polizia di Los Angeles, che è una donna, e lei mi ha spiegato come il mio personaggio nel film commetta molti errori nella sua vita privata e professionale, questo rende il personaggio più interessante anche grazie a Scorsese che ha descritto una zona grigia, lontana dal solito mondo bianco o nero della moralità.

Scorsese, dopo la felice esperienza di Gangs of New York, girato a Cinecittà, quando pensa di tornare a girare qui a Roma?

Mi piacerebbe molto girare nuovamente un film a Roma, cerco sempre una possibilità di ambientarne uno qui leggendo i copioni, ma dato che il prossimo è ambientato in Giappone, credo sarebbe un problema!


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