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FESTA DEL CINEMA DI ROMA - OKUNCHIRAN. EMERGENCY IN CAMBOGIA

Pubblicato il 18 ottobre 2006 da Carlo Dutto


FESTA DEL CINEMA DI ROMA - OKUNCHIRAN. EMERGENCY IN CAMBOGIA

A vederla una mina anticarro sembra una ‘pizza’ cinematografica, quel contenitore di latta che contiene le pellicole dei cinema. A vederla una mina anticarro non incute terrore: un pezzo di latta blu, qualche scritta, una spoletta che appare un innocuo pulsante. A toccarla una mina anticarro esplode, dilania, uccide. A vederla, difficilmente si può credere che possa mettere un intero paese in ginocchio, lasciarlo vivere nel terrore, piegarlo alla schiavitù di una guerra che non si è ridotta a mero eco di un passato di morte. Parliamo della Cambogia e della storia che ha attraversato e annichilito il paese del sud-est asiatico, dilaniato da trent’anni di guerra che ha letteralmente lasciato nel terreno (spesso a oltre due metri di profondità per meglio sviare la precisione dei metal- detector) oltre dieci milioni di mine antiuomo. Mine costruite, progettate e realizzate nelle fabbriche della morte disseminate nella civile Europa, partendo dalla Croazia per approdare alla bresciana Val Trompia, che donano al piccolo paese tra i più poveri al mondo una delle più alte percentuali di mutilati da mine nel mondo.

Il vignettista de il manifesto Vauro, seguito, accompagnato e coadiuvato da una piccola troupe, compie un viaggio attraverso la strada con la più alta densità di mine nel paese, un luogo dove il provvidenziale intervento di Emergency ha costruito un ospedale e coordina numerosi punti di primo soccorso per le vittime di guerra. Otto ore di auto per cercare, nella tradizione dei migliori documentari on the road, la famiglia di Pek Kom, saltato su una mina e rimasto invalido. La guida del bravo disegnatore e novelist toscano riesce a rendere empatico e lieve, con il suo inglese preciso e naif, l’incontro con la popolazione con cui man mano entra in contatto, sia che si tratti di baraccati lungo la linea del treno, che ragazze sminatrici. Il lavoro di sminamento, la vita quotidiana accanto al pericolo perenne, lo shock dell’amputazione, la nuova vita da invalido vengono sciorinati con delicata immediatezza, potendo basarsi su immagini con camera a mano e dialoghi improvvisati dall’eclettico nuovo responsabile delle comunicazione dell’associazione-creatura di Gino Strada.

Un film che evita la retorica della facile e troppo spesso mirata pubblicità, rimandandoci a un cinema-documento che è immediata emozione, visibile sofferenza. E se il cinema può aprire uno squarcio di visibilità per paesi dimenticati come la Cambogia e le sue quotidiane sofferenze, Okùnchiràn (grazie di tutto) e lunga vita alla macchina a mano e la presa diretta!

(Okùnchiràn - Emergency in Cambogia) Racconto e voce narrante: Vauro; Regia: Claudio Rubino, Emanuele Scaringi; Immagini: Claudio Rubino; Musiche originali: Nicola Tescari; Montaggio: Roberto Di Tanna; Produzione: Fandango; Documentazione: Paece Reporter; Formato: Beta sp, colore Origine: Italia, 2006 Durata: 50 min; Sito web: Sito Fandango


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