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Foxcatcher

Pubblicato il 12 marzo 2015 da Francesca Polici
VOTO:


Foxcatcher

Nel 1996 John Du Pont, multimilionario membro di una delle più importanti famiglie statunitensi, uccise Dave Schulz, coach della Foxcatcher, la squadra di wrestling che Du Pont stesso aveva messo insieme ed affidato all’ex campione olimpico. Il movente non fu mai stabilito con certezza, anche se al processo si parlò di paranoia schizofrenica. Con il suo Foxcatcher Bennett Miller racconta quegli eventi da un interessante punto di vista: non tanto quello del miliardario omicida né della sua vittima, ma principalmente del fratello di quest’ultima, Mark Schulz, anche lui medaglia d’oro olimpica di wrestling.
Basta la sequenza iniziale di allenamento fra i due fratelli a spiegare elegantemente e senza parole la posizione sempre in secondo piano di Mark (Channing Tatum) rispetto al fratello più talentuoso Dave (Mark Ruffalo). La chiamata del miliardario Du Pont (un insolito e bravissimo Steve Carell) a Mark affinché diventi il leader della squadra che vuole allestire nella sua proprietà sembra così all’accigliato e frustrato Mark un’occasione di rivalsa personale, ed in breve tempo si trova pienamente coinvolto nello stile di vita lussurioso e sregolato del miliardario, che fa di lui il suo pupillo.
Ma i vizi non aiutano l’allenamento, e quando Mark comincia a perdere colpi a dirigere la squadra viene chiamato suo fratello. Il punto di forza del film di Miller sta nel lasciare intuire e suggerire le dinamiche tra i tre protagonisti senza mai sottolinearle o renderle esplicite. Il crescente risentimento di Mark nei confronti del mentore, che esplode all’arrivo del fratello, è solo dovuto al rimpianto per essersi lasciato “traviare” e alla gelosia perenne nei confronti di Dave? Perché Du Pont arriva ad uccidere Dave? Un gesto folle, la mancata vittoria alle olimpiadi dell’88 a Seoul o il fatto che lo ritiene responsabile dell’allontanamento di Mark?
Du Pont stesso è un vizioso miliardario che ha un rapporto controverso e sofferto con la madre (cammeo della grande Vanessa Redgrave), che disprezza il suo coinvolgimento nel wrestling contro il ben più nobile sport della caccia alla volpe. E’ un uomo che può avere tutto e che per capriccio può creare e finanziare una squadra di sportivi. Ma è anche un uomo che in età avanzata è ancora solo (l’unica donna del film è la moglie di Dave, interpretata da Sienna Miller), circondato di soli atleti e prostrato dalla disapprovazione di una madre tradizionalista che forse non riguarda solo le sue predilezioni sportive. Il sottotesto omosessuale della vicenda, che è ciò che rende conto più compiutamente dell’intrecciarsi di risentimenti, vendette e odi reciproci, è ciò che maggiormente viene lasciato al giudizio dello spettatore: mai chiaramente espresso eppur fortemente presente. Ed è ciò che fa di Du Pont, uomo mostruoso nei suoi gesti e nella sua vanagloria, un personaggio in definitiva irrisolto e tragico, per cui provare una classica pietas piuttosto che il disgusto che le sue azioni suscitano.


CAST & CREDITS

(Foxcatcher); Regia: Bennett Miller; sceneggiatura: Kristin Gore, E. Max Frye, Dan Futterman; fotografia: Greig Fraser; montaggio: Stuart Levy; musica: Mychael Danna; interpreti: Channing Tatum (Mark), Mark Ruffalo (Dave), Steve Carell (John Du Pont), Vanessa Redgrave (madre); produzione:Annapurna Pictures; origine: Stati Uniti; durata:130’.


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