X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Frida

Pubblicato il 13 settembre 2002 da Giovanni Spagnoletti


Frida

C’era una volta gli anni Trenta quando a Hollywood si producevano in massa le cosiddette “bio-pic”, le biografie cinematografiche in cui si specializzarono alcuni registi tedeschi emigrati in California come William Dieterle. A quel modo tra l’ingenuo e il didattico (ma anche creativo) di raccontare la vita delle grandi personalità della Storia, si è richiamata oggi la Miramax per far rivivere nel sontuoso Frida le avventure tra il politico, il personale e l’erotico di una delle maggiore pittrici del novecento, la messicana Frida Kahlo. In una complessa passerella storica dove la malattia (un grave incidente di gioventù aveva menomato la schiena e le gambe della donna) si intreccia alla passione rivoluzionaria e ad un grande, turbolento amore per un altra fondamentale personalità del suo paese, il pittore di murales Diego Rivera (un convincente Alfred Molina), il film rievoca la figura di un’artista che ha attraversato da protagonista la prima metà del secolo scorso in un stretto intreccio tra trasgressioni varie (la sua turbolenta vita sessuale “bipartisan”) e sofferenze del corpo e della mente. Affidato alle abili mani di Julie Taymor, personalità di spicco del teatro sperimentale americano, alla sua seconda regia per il cinema dopo il Titus (1999) - una non banale rilettura del Tito Andronico di Shakespeare interpretata da Anthony Hopkins - , Frida (che ha aperto la mediocre Biennale Cinema dell’anno scorso) è come il personaggio che ritrae: un po’ infantile, un po’ bizzarro, un film tanto contraddittorio quanto generoso. A dei momenti (parecchi, purtroppo) francamente imbarazzanti - per esempio la penosa scena di seduzione di Lev Trockij di cui la donna fu per un certo tempo l’amante durante l’esilio messicano, prima dunque del suo assassinio nel 1940 ad opera di sicari stalinisti - si alternano delle belle sequenze “postmodern” con animazioni e collage, o delle illuminazioni visive che ci trasmettano il sapore dell’arte e della vita nel Messico post-rivoluzionario. Troppo poco però per salvare un film che pur interpretato con seducente erotismo dalla messicana Salma Hayek (Traffic, Dal tramonto alla alba, ecc.), spesso si riduce ad una galleria un po’confusa di fatti, incontri e apparizioni (con annesse comparsate di star). Tra questi randez-vous occasionali segnaliamo l’amicizia con la fotografa italiana Tina Modotti (Ashley Judd), altra personalità femminile di spicco dell’arte rivoluzionaria del primo Novecento, o ancora gli scontri di Diego Rivera con il risoluto capitalista Nelson Rockfeller (un “cazzuto” Edward Norton) oppure le liti con il “nemico” mortale politico-artistico, il pittore David Siqueiros (un Antonio Banderas molto spento e convinto), il mandante della uccisione di Trockij. Peccato, l’opera di Julie Taymor sarebbe potuto diventare un grande film storico - ma non lo è. Gli manca tutta l’ingenuità che si potevano ancora permettere le bio-pic negli anni Trenta, e il coraggio di uscire dal seminato hollywoodiano che impone, in sceneggiatura, sequenze oggi ridicole del tipo (a parlare è André Breton ad una esposizione parigina di Frida): “le presento Pablo Picasso”. Peccato, peccato sul serio.


CAST & CREDITS

Regia: Julie Taymor; sceneggiatura: Clancy Sigel, Diane Lake, Gregory Nava, Anna Thomas da Frida di Hayden Herrera; fotografia: Rodrigo Prieto; montaggio: Francoise Bonnot; musica: Elliot Goldenthal; scenografia: Felipe Fernandez del Paso; costumi: Julie Weiss;interpreti: Salma Hayek, Alfred Molina, Geoffrey Rush, Ashley Judd, Edward Norton, Antonio Banderas, Mía Maestro, Valeria Golino, Saffron Burrows; produzione: Miramax; distribuzione: Buena Vista Italia; origine: Usa 2002; durata: 118’


Enregistrer au format PDF