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Fuck You, Prof!

Pubblicato il 30 luglio 2015 da Francesca Polici


Fuck You, Prof!

ARRIVA IN ITALIA IL PRIMO OTTOBRE, DISTRIBUITO DA CAMIMOVIE IN PARTNERSHIP CON MEDUSA.

Dopo lo straordinario successo delle due famiglie di Kebab for Breakfast (Türkisch für Anfänger), la serie televisiva più popolare in Germania, e il lungometraggio che ne è stato tratto, Türkisch für Anfänger, il giovane Bora Dagtekin torna dietro la macchina da presa per firmare l’esilarante commedia Fuck You, Prof!. Il protagonista è sempre Elyas M’Barek, il cui sodalizio artistico con il regista è alla base del successo, ma questa volta lo troviamo nei panni di un professore “abusivo”. Zeki Müller, infatti, è un ex carcerato che, per una serie di avventure rocambolesche, si trova a ricoprire il ruolo di docente presso un liceo. Peccato, però, che la classe che gli viene assegnata sia la peggiore dell’intero istituto. Ragazzi sbandati che vivono sull’orlo della legalità – il tutto sempre attraverso una rappresentazione ironica che sfiora il demenziale ed il grottesco – che rendono la vita impossibile a qualsiasi insegnante si accinga ad impartire loro delle lezioni. Ma sarà proprio il “vivace” temperamento di questo “cattivissimo prof.” a rimettere in riga gli studenti che, nel giro di pochi mesi, saranno in grado di risolvere ogni conflitto adolescenziale ed iniziare a costruirsi un futuro.

Ma Fuck You, Prof! (Fack ju Göhte), oltre a sfatare il mito sul mancato senso dell’umorismo dei tedeschi, è una commedia spumeggiante in grado di farsi apprezzare da un pubblico di ogni età – all’uscita in Germania, ha venduto sei milioni di biglietti, guadagnando più di 60 milioni di euro al box office e battendo nel primo weekend di uscita un kolossal come Lo Hobbit - La desolazione di Smaug di Peter Jackson. La riuscita del film si deve a molti fattori, primo fra tutti il carisma dell’attore Elyas M’Barek (Zeki) che si sposa perfettamente con il temperamento ironico delle attrici, a cominciare da Karoline Herfurth (Lisi) e Katja Riemann (la Preside) fino a Jana Pallaske (Charlie, l’amica prostituta di Zeki per la quale stravede Quentin Tarantino, tanto da ritagliarle un piccolo ruolo nel suo capolavoro, Bastardi senza gloria - Inglourious Basterds) e Alwara Höfels (Caro, amica, coinquilina ed insegnante nella stessa scuola di Lisi). Ma M’Barek appare in sintonia anche con i giovani studenti interpretati da Jella Haase (Chantal Akerman), Max von der Groeben (Danger) ed Anna-Lena Klenke (Laura, la sorella minore di Lisi che quest’ultima ha in affidamento). Non a caso, il regista Dagtekin ha affermato di avere scritto il personaggio del professore Zeki Müller proprio per Elyas M’Barek.

La comicità demenziale, in particolare all’inizio della storia che si rivela anche un po’ “sboccata”, non ferisce la sensibilità del pubblico perché tutti i protagonisti, in particolare Zeki ed alcuni studenti, non sono quelle “carogne” che vorrebbero apparire. E così si ride, lasciandosi trasportare da questa vicenda in continua evoluzione per arrivare, poi, ad un finale che vira verso il romanticismo.

Il film, infatti, è ricco di sfumature tonali e passa con semplicità da un genere all’altro. La storia si apre come un classico teen movie americano per poi abbracciare la comicità demenziale e cambiare nuovamente rotta sul finale verso un genere più sentimentale. Ma l’immancabile love story, così come l’happy end, non distolgono l’attenzione dalla tematica centrale che è quella sul rapporto fra studenti ed insegnanti – mantenendo, però, sempre quel carattere da commedia che le appartiene. Il film può offrire numerosi spunti di riflessione anche sul tema della riforma scolastica che oggi è al centro di numerose polemiche. Di fatto, con le dovute distinzioni, il sistema scolastico messo in scena da Dagtekin richiama con una certa verosimiglianza quello prospettato dal nuovo ddl La buona scuola, recentemente varato dal nostro Governo. Il tema più dibattuto è, senza dubbio, il ruolo che ricopriranno i presidi – al centro delle critiche c’è il maggior potere decisionale che viene loro assegnato – che non è poi così dissimile da quello che viene ricoperto dalla bravissima Katja Riemann nei panni della direttrice Gudrun.

Insomma, una commedia che, pur riuscendo nel suo intento di divertire e tenere incollati allo schermo – complice un ottimo ritmo scandito da una regia dinamica – riesce a rimanere ancorata alla realtà e farsi specchio della società contemporanea.


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