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Fuoco su Tre Sorelle

Pubblicato il 22 marzo 2015 da Martina Pepe


Fuoco su Tre Sorelle

Roma, Teatro SalaUno. In scena dal 20 al 22 marzo Fuoco su Tre Sorelle, dal dramma di Anton Cechov.

In una casa nella campagna russa, tre giovani e aristocratiche sorelle Olga, Maša e Irina, passano le loro lunghe e noiose giornate nell’attesa di tornare a Mosca dove sono cresciute. Insoddisfatte di una vita intrappolata nella società borghese, immaginano una possibile svolta con il rientro nella capitale Russa. Maša infatti si è sposata appena diciottenne con un professore di ginnasio perché attratta dalla sua cultura e intelligenza, svanite in poco tempo; Olga è insoddisfatta della sua carriera da insegnate e la giovane Irina odia il suo lavoro di telegrafista. Le loro speranze sono riposte nel fratello Andrej, uomo di cultura e con un possibile futuro da letterato, ma innamorato di Nataša, donna non vista di buon occhio dalle sorelle. Egli la sposa facendola diventare la regina della casa (vieta di festeggiare il carnevale con la scusa che il suo primogenito sta male, caccia l’ottantenne balia perché non più in grado di svolgere le mansioni e pretende la stanza di Irina per sua figlia). Andrej si trova a ipotecare l’abitazione per debiti di gioco e a rinunciare alla sua possibile carriera da intellettuale, diventando membro del consorzio locale il cui presidente è l’amante di sua moglie. Le tre sorelle capiscono che ormai la possibilità di andare a Mosca è svanita: Olga si rassegna a diventare Direttrice, Maša innamoratasi del generale Veršinin è costretta a lasciarlo andare dopo la ritirata dei militari dalla città e Irina, pur di fuggire a quella situazione, decide di sposare il tenente Tuzenbach che da tempo la corteggia.

Fin qui il testo di Cechov. Quel che lascia perplessi è la regia Viviana Di Bert. Sin dall’inizio lo spettatore rimane sconcertato dai lunghi minuti in cui gli attori passeggiano avanti e indietro sul palcoscenico portando in mano, in testa o abbracciando delle sedie tipicamente utilizzate nelle sale d’attesa. Il frastuono dei passi è quasi insopportabile e lo diventa definitivamente quando Olga comincia a parlare. Bisogna fare molta attenzione per ascoltare le parole, la voce non arriva: si sente solo il rumore delle scarpe. L’opera prosegue con la divisione del palco in due parti, favorita dalla natura stessa del teatro. Ma quando gli attori parlano intorno alla tavola posta nel fondo della scena, le parole arrivano a malapena sia per la distanza dal pubblico sia per una carenza di forza vocale degli interpreti. Ogni successivo passaggio temporale viene sottolineato con la camminata frenetica sul palco di tutti i personaggi (che al posto delle sedie ora portano o indossano cappotti) e con il frastuono assordante dei passi che tutto copre. Due sono i momenti sconvolgenti: il primo quando al generale squilla il cellulare e gli viene comunicato che sua moglie sta tentando nuovamente il suicidio; il secondo è il gesto poco elegante di Nataša che si toglie le mutandine per sottolineare il suo successivo incontro con l’amante, fatto che si sarebbe potuto intuire lo stesso senza metterlo così in evidenza.

Sicuramente la Di Bert ha voluto dare risalto, con questa regia al di fuori delle convenzioni , al tratto intimistico presente nell’opera di Cechov. Forse facendolo risultare fin troppo intimo. Il pubblico numeroso sembra non aver compreso lo spettacolo e gli applausi in sala non sono stati dei più calorosi.


(Fuoco su Tre Sorelle); Regia: Viviana Di Bert; drammaturgia: Anton Cechov; interpreti: Elena Capparelli, Francesca La Scala, Francesco Blasi, Giulia Pinzari, Giulio Gioia, Giuseppe Scialla, Gloria Annovazzi, Stefano Pompili Rossini, Valeria De Matteis; teatro e date spettacolo: Teatro SalaUno, 20 – 21 – 22 marzo 2015.


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