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Get On Up

Pubblicato il 14 novembre 2014 da Stefano Colagiovanni
VOTO:


Get On Up

Il re del soul, Mr. Dynamite, the hardest-working man in show business, l’uomo che riuscì ad azzannare la musica pop e a trasformarla in un’esplosione di pura energia. James Brown è considerato un’icona dell’evoluzione e della rinascita della musica pop/rock, un artista geniale e, come tale, controverso, simbolo di un progresso culturale che ha scosso il mondo a metà del secolo scorso. Così, dopo aver ammirato sul grande schermo giusto un paio di mesi fa il Jimi Hendrix di John Ridley, tocca a Tate Taylor narrare la vita, le passioni e il cinismo di un mattatore del calibro di James Brown. A prestare il volto all’istrionico re del soul viene chiamato Chadwick Boseman. Get on up si sviluppa partendo da un inizio spiazzante in medias res: è il 1988 e James Brown viene arrestato dopo aver partecipato a un inseguimento con le forze di polizia.
La narrazione si sviluppa a ritroso nel tempo, con l’intento di focalizzarsi sull’infanzia traumatica del piccolo James, soffocato nella miseria, schiacciato da una vita domestica violenta, alla quale pare destinato a soccombere. La sua esistenza cambia completamente in un anonimo giorno, quando dopo essere entrato in chiesa, viene folgorato dalla sfavillante melodia dei canti gospel (un ironico rimando all’illuminazione che il compianto John Belushi riceve all’ingresso della chiesa del reverendo impersonato proprio da James Brown, in The Blues Brothers). In quell’istante il giovane James intuisce il maestoso potenziale della musica e del canto e, grazie al cristallino talento, riuscirà nell’impresa di fondere due generi diametralmente opposti (il gospel e il pop/rock), per dar vita alla soul music, la ‘musica dell’anima’. L’intento di Taylor è semplice: costruire un biopic sulla contrapposizione genio artistico/fragilità umana di un’icona musicale degli anni Novanta. E ci riesce anche in maniera egregia, se non fosse che di biopic così ce ne sono per tutti i gusti. L’icona dell’artista rivoluzionario e talentuoso, cinico ed egocentrico, incline agli eccessi di un successo planetario, vengono giustificati dall’infanzia opprimente e dal difficile rapporto con la sua famiglia e sua madre (interpretata con efficacia da Viola Devis). Un frammento di vita che cambierà ineluttabilmente il giovane James, macchiandone perfino i rapporti di collaborazione/amicizia con l’amico Bobby Byrd (Nelsan Ellis) e il manager Ben Bart (Dan Aykroyd). Purtroppo questo leit-motiv finisce per trasformare il James Brown di Taylor in un personaggio stereotipato e monocorde, quasi una macchietta, in un’istantanea che offusca l’attenzione dello spettatore e il suo interesse nella pellicola, effetto amplificato da un montaggio eccessivamente frammentario, che spesso confonde, più che rivelare e chiarire concetti sconosciuti. Il grande difetto di Get on up sta tutto qui, nella scelta di Taylor di focalizzarsi unicamente sulla rabbia di James Brown, che scivola nel clichè della star eccessiva e sregolata, presentando, così, un personaggio piatto e privo di sfaccettature. Per fortuna che ci pensa la musica a tenere in piedi lo spettacolo e, a onor del vero, al gustoso e sfavillante connubio stilistico tra costumi e stile di vita dell’America dello show-business, tra riflettori abbaglianti e tessuti sgargianti. Si avverte con chiarezza il contrasto tra il furore del James Brown artista e la malinconica dell’eterno ragazzo frustrato e derubato di un’infanzia serena, ma tutto ciò non basta per rendere omaggio a un gigante della musica moderna. A Tate Taylor è mancato proprio il coraggio, la stessa ambizione che spinse James Brown a riscrivere il futuro sulle note della voce della propria anima.


CAST & CREDITS

(Titolo originale) Regia: Tate Taylor; sceneggiatura: Jez Butterworth, John-Henry Butterworth; fotografia: Stephen Goldblatt ; montaggio: Michael McCusker; musica: Thomas Newman; interpreti: Chadwick Boseman (James Brown), Nelsan Ellis (Bobby Byrd), Dan Aykroyd (Ben Bart), Viola Davis (Susie Brown); produzione: Imagine Entertainment, Jagged Films, Wyolah Films; distribuzione: Universal Pictures; origine: Stati Uniti; durata: 139’.


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