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Hotel Meina

Pubblicato il 26 gennaio 2008 da Edoardo Zaccagnini


Hotel Meina

Lizzani è un albero antico, magro, lungo come un pioppo ed elegante nella sua semplicità. E’ un uomo che sa molto di politica, di storia, di cinema e di letteratura. Si è raccontato da poco con un libro autobiografico dal titolo Il mio lungo viaggio nel secolo breve, e l’ultima Mostra del Cinema di Venezia gli ha regalato un doppio meritatissimo momento di luce. La capace e tenace Francesca Del Sette ha mostrato un documentario dedicato a questa costola “minore” della storia del cinema italiano e il suo montato, supportato da una potente quantità di materiale, e da un’intelligenza narrativa che aiuta a mantenere sempre viva l’attenzione, si intitola Viaggio in corso nel cinema di Carlo Lizzani. Il suo film è un ritratto pesante che racconta tanto del Novecento culturale e politico, non solo italiano. Preziosi e positivi gli aggettivi per l’uomo Lizzani: coerente, lucido, magnanimo, colto, semplice, maturo, calmo, umano, veramente e sanamente comunista. E la stessa sensazione si ha leggendo il romanzo autobiografico del regista. Vi si coglie la visione aperta, sia a priori che a posteriori, dei piccoli e grandi fatti della vita. Del periodo fascista vengono messi in luce alcuni angoli nascosti e ci viene spiegato con grande saggezza il motivo per cui un giovane del tempo poteva venire affascinato dai propositi e gli slogan di quel movimento. Lizzani osserva il mondo e mette in discussione ogni sua convinzione. La sottopone ad esami interiori che possono trasformarla o rafforzarla. Il documentario di Francesca Del Sette è un viaggio parallelo al libro, quasi la trasposizione cinematografica di quel romanzo. Ma non può, per mancanza di tempo, raggiungere la calma e la profondità dei ragionamenti e delle riflessioni del regista-critico-uomo politico-scrittore sul mondo. Nel doc. Lizzani è due volte protagonista: come oggetto narrato e come soggetto narrante. Sua è, infatti, la voce off che legge i passi del testo e sua è la figura che si muove di tanto in tanto nei vicoli di piazza Navona. Carlo Lizzani è una figura da cui c’è molto da imparare. E non perché abbia mantenuto fede all’ideologia comunista, ma perché, con essa, ha sempre mantenuto un rapporto critico e dialettico. Ha messo il cinema al servizio dell’uomo e non l’uomo al servizio del cinema. Perchè del cinema, come della letteratura e della politica, ha fatto un tutt’uno nella speranza attiva di un mondo, secondo la sua onestà, migliore. Il documentario, è un valido esercizio di critica cinematografica, di racconto e una lezione di storia italiana. Lizzani è stato uno tra i più prolifici registi della storia del cinema e della televisione italiani. Un autore con la A maiuscola per cui l’eclettismo è sempre andato nella direzione dell’essere umano. Forse il cinema storico è quello che l’ha caratterizzato per la maggiore, ma anche l’horror e la commedia hanno toccato la sua carriera. Un posto importante nella sua filmografia occupano di sicuro gli anni della resistenza e quelli della guerra. Lizzani è stato attore nel film Il sole Sorge ancora di Aldo Vergano ed ha esordito dietro la macchina da presa col film Achtung Banditi 1951, un gioiello per la cinematografia sui partigiani. Né va dimenticato il film sugli ultimi gironi del duce: Mussolini Ultimo atto.

La Mostra del cinema ha poi proposto, Fuori concorso, l’ultimo e sempre degno film del maestro romano: Hotel Meina. Un film semplice e diretto di memoria e dolore. Una pellicola lineare e sobria sull’occupazione e la violenza nazista in Italia nei confronti del popolo ebraico. Hotel Meina è un film lizzaniano in tutto e per tutto, dal tema al minimalismo della regia. Non un capolavoro, ma l’ennesima parola saggia e chiara di un intellettuale vivo. L’ennesima. Sempre necessario puntino su un indigeribile orrore storico. Il film raconta la prima strage nazista compiuta in Italia. Nessuna sbavatura e nessun eccesso. Un lavoro da onesto maestro di vita. E’ la narrazione del barbaro assassinio commesso contro sedici ebrei provenienti dalla Grecia ed ospiti dell’Hotel Meina. Il suo film non lavora sul linguaggio e risente da un punto di vista formale di un sapore decisamente televisivo. Si fa involontariamente esempio della stanchezza del cinema italiano. La stessa che Lizzani ha rimproverato, proprio nei giorni veneziani, ai giovani registi dell’ultima generazione. Del suo film vanno allora presi ad esempio l’attenzione alla Storia, il fatto di realizzare un cinema serio e necessario. Non è certo Lizzani, da un punto di vista registico, che, a ottantacinque anni, deve occuparsi di indicare la strada. Può, come giustamente ha fatto, invitare ad un rinnovamento, ad un inversione di marcia.

Gennaio 2008


CAST & CREDITS

Regia: Carlo Lizzani; sceneggiatura: Carlo Lizzani, Pasquale Squitieri, Dino Gentili, Filippo Gentili; fotografia: Claudio Sabatini; montaggio: Massimo Quaglia; musiche: Luis Bacalov; interpreti: Benjamin Sadler, Ursula Buschhorn, Danilo Nigrelli, Marta Bifano, Federico Costantini, Ivana Lotito, Buse Butz, Ernesto Mahieux; produzione: Ida Di Benedetto e Stefano Bifano per la Titania Produzioni; distribuzione: Mikado; origine: Italia 2007; durata: 110’


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