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Hungry Hearts

Pubblicato il 18 gennaio 2015 da Giovanna Branca
VOTO:


Hungry Hearts

Inizia come una storia d’amore, Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Mina (Alba Rohrwacher) lavora a New York, dove conosce e si innamora di Jude (Adam Driver). Quando le viene comunicato che vogliono trasferirla, Jude la mette incinta e lei resta negli Stati Uniti e lo sposa. Con la gravidanza questa storia d’amore comincia però ad essere incrinata da indizi inquietanti: Mina fa incubi, non mangia, non vuole vedere i dottori tradizionali preferendo la “medicina” alternativa, parla con una veggente del figlio che verrà.
Quando il piccolo nasce, questi sintomi preoccupanti sfociano in una vera e propria follia: convinta della nocività del cibo, ed in particolare della carne, Mina affama il figlio, si rifiuta di portarlo dai medici, si barrica in casa in un rapporto morboso con il neonato che nel frattempo non cresce e sta male a causa della denutrizione. Jude, in tutto questo, è combattuto tra il suo amore per Mina e l’apprensione per il figlio in pericolo.
A metà tra la tragedia ed il thriller psicologico, il secondo film italiano del concorso veneziano parte certamente da un’originale prospettiva sul dramma familiare ed il disturbo mentale, nonché da una bella sequenza di apertura – il primo incontro degli amanti nel bagno di un ristorante cinese - che lascia ben sperare. Ma lo svolgimento di Hungry Hearts lascia spiazzati, non si capisce bene dove Costanzo voglia portarci, il mischiarsi di thriller e tragedia sfocia in un complesso in cui entrambi i generi restano monchi. Se da un lato infatti il personaggio di Alba Rohrwacher deve essere una presenza inquietante e minacciosa, è evidente che il suo smisurato amore per il figlio dovrebbe causare nello spettatore una qualche empatia, o perlomeno compassione per il suo disturbo psichico. E’ difficile invece non provare nei suoi confronti un’antipatia smisurata; le sue manie da vegana integralista ce la rendono odiosa piuttosto che ritrarre una mente sofferente.
Anche in sede di sceneggiatura qualche snodo della storia è tirato via, mal comprensibile. Su tutti, il personaggio della madre di Jude è troppo poco presente ed insufficientemente tratteggiato per avere il ruolo fondamentale che le verrà conferito nella “soluzione” del dramma.
Hungry Hearts è forse un passo falso di quello che è comunque un regista di talento, che riesce appieno solo in qualcosa che non riguardava i motivi per cui è stato girato: realizzare un efficientissimo pamphlet antivegano.


CAST & CREDITS

(Hungry Hearts) Regia: Saverio Costanzo; sceneggiatura: Saverio Costanzo (tratto da un romanzo di Marco Franzoso); fotografia: Fabio Cianchetti; musica: Rossano Baldini; interpreti: Alba Rohrwacher (Mina), Adam Driver (Jude), Roberta Maxwell (Anne); produzione: Wildside, Rai Cinema; origine: Italia, Stati Uniti; durata: 109’.


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