I cieli sopra Berlino a Formia

Mercoledì 3 marzo alle 17:00, presso il Teatro Bertolt Brecht di Formia Giovanni Spagnoletti (direttore del Festival del Nuovo Cinema di Pesaro e docente di Storia del cinema presso l’Università di Tor Vergata di Roma) e Alessandro Izzi (caporedattore della rivista on line Close-up e presidente dell’associazione culturale Fuori Quadro) raccontano “I cieli sopra Berlino”: una sorta di ricognizione sul Nuovo Cinema Tedesco negli anni che hanno visto nascere i capolavori di Wenders, Herzog, Reitz e Fassbinder.
L’iniziativa, promossa dal Teatro Bertolt Brecht diretto da Maurizio Stammati in collaborazione con l’Associazione Culturale “Fuori Quadro” è anche l’occasione per presentare al pubblico la pubblicazione “Nuovo Cinema Tedesco” edita dai tipi della Dino Audino. Conduce la serata il Dott. Pasquale Gionta, preside del Liceo Classico “Vitruvio Pollione” di Formia.
Sarà l’occasione di una chiacchierata sul senso del cinema europeo e del cinema di autore in un panorama, come quello contemporaneo, sempre più appiattito sul modello dell’industria hollywoodiana. Da questo punto di vista l’uscita, negli ultimi anni, di film come Quattro minuti e Le vite degli altri hanno davvero riportato al centro dell’attenzione internazionale una cinematografia, come quella tedesca, che era stata quasi dimenticata dopo i fasti critici che avevano accolto i grandi capolavori degli anni ’70. Anzi a guardarla oggi, la situazione tedesca sembra essere l’unica realtà europea ancora capace di opporsi alla globalizzazione e all’americanizzazione dell’industria. A ben vedere questa incredibile capacità di ancorarsi alle proprie radici nazionali, questa volontà di attingere dalla tradizione e al tempo stesso di slanciarsi verso il futuro sono caratteristiche che gli artisti contemporanei traggono, spesso anche in maniera inconsapevole, dai precedenti di quello che al tempo fu chiamato, non senza una punta di genuino e sanissimo orgoglio nazionale, Nuovo Cinema Tedesco. Una realtà caratterizzata da un doppio atteggiamento col passato diviso equamente tra amore e odio, tra Goethe e Hitler che si riflette anche nel doppio atteggiamento nei confronti dell’identità nazionale che ogni autore cercava di costruirsi con fatica. Rileggere la stagione d’oro del cinema tedesco, scoprire nuovamente autori come Herzog, Fassbinder, Reitz, Wenders significa non solo accostarsi ad alcuni dei nomi più significativi della Storia del Cinema, ma significa, soprattutto, appropriarsi di validi strumenti per comprendere la realtà europea di questo inizio millennio.

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