I fatti di Fontamara in scena al teatro India

Ancora una volta al teatro India è la storia a porsi come contenitore di fatti trasportati sulla scena per dilettare un pubblico, che così ha anche l’occasione di riflettere sulle proprie radici, sulle origini del paese sui fatti che hanno contribuito a formarlo.
Così dopo Baliani con Piazza d’Italia, è la volta de I fatti di Fontamara, preso dal celebre romanzo di Ignazio Silone, spettacolo a cura di Andrea Ricciardi e Marica Gungui, in scena dal 2 al 14 marzo.
Fontamara è un villaggio nella Marsica, dove i “cafoni”, così chiamati in gergo gli abitanti del luogo, svolgono la loro vita, presumibilmente nel periodo a cavallo tra le due guerre, per sopravvivere alle avversità e riprendersi dalla condizione di povertà che da tempo li affligge. Sono contandini, che si occupano della terra e che tra una mansione e l’altra riflettono sul loro destino.
In scena viene sfoderato il grido di protesta di un intero villaggio che vuole portare avanti i propri ideali e fare in modo che i propri diritti vengano rispettati.
Gli episodi sono inframezzati dalla voce di Michele Placido, (alternata in diverse repliche da quella dello scrittore-maistrato Giancarlo De Cataldo), che assieme agli attori ha saputo dar vita al romanzo di Silone, facendolo risplendere di nuova luce, e rendendolo capace di parlare ad un pubblico, che pur se lontano nel tempo, si sente vicino a quei fatti che hanno segnato il paese. “Prima veniva la semina, poi l’insolfatura, poi la mietitura, poi la vendemmia” e le donne invece a valle a lavare panni e a stenderli, a parlare fra loro di fatti del luogo e di come andare avanti, ma anche di pettegolezzi e chiacchere sui conoscenti. Un piccolo mondo, quasi fuori da quello reale, dove tutto procede come una catena di montaggio, dove il giorno uomini e donne sono divisi e gli uni svolgono le mansioni pesanti, mentre le altre badano alla casa, per poi riunirsi nel calore familiare, quando il sole tramonta e tutto si ferma, per esser ripreso il giorno seguente.
La vita quotidiana occupa la scena tratteggiata da una “danza”, che si sfodera e traccia un racconto sulle vicende che coinvolgono Fontamara. La luce elettrica viene a mancare nella sera del 2 giugno e anche se l’anno non è specificatoè facilmente presumibile, il fatto anche se casuale, avrebbe potuto interessare qualsiasi villaggio italiano del tempo,... Da quel fatto se ne scatenano molti altri che vedono coinvolti i “cafoni”, impegnati a riscattarsi da quella condizione di vittime dei soprusi dei potenti, che per i loro interessi lasciano l’intero villaggio a combattere con una serie di guai. Come in ogni gruppo di abitanti di piccoli centri, laddove tutti si conoscono e vi è quel tipico calore umano, sconosciuto alle grandi metropoli, vi è sempre un portavoce, un qualcuno che inevitabilmente viene designato secondo un patto tacito come il rappresentante delle aspirazioni degli abitanti ed è in questo caso Berardo Viola, un giovane che ha il desiderio di sposare Elvira, interpretata da Eugenia Rofi, l’attrice ha conferito alla donna quella malinconia tipica della ragazza di paese, piena di speranze, con la luce negli occhi e la voglia di riscattarsi da una situazione difficile, in lei fragilità e forza si sono intersecate in un suggestivo connubio, vestendola di una personalità poetica, che da sola racconta la condizione di molte delle donne del tempo. Elvira è possedente di una dote molto cospicua, però deve attendere che il suo innamorato Berardo si procuri un terreno perché a quei tempi “se non avevi un terreno non eri nessuno”... Il giovane va a Roma, sperando di fare fortuna e invece viene messo in carcere perché incontra un uomo che lo coinvolge in un movimento antifascista clandestino, quando torna a Fontamara scopre che Elvira è morta, così tutte le sue aspettative perdono vigore e lui viene avvolto da un “mantello” di demoralizzazione che presto si stende su tutto il villaggio... Il personaggio di Berardo, interpretato da Giulio Forges Davanzati, ci viene presentato come vera e propria anima del piccolo borgo, che con quella fiducia sfrontata, tipica dei giovani, che sentono di poter conquistare il mondo, porta avanti le sue idee e i duoi progetti, condividendoli con gli amici di sempre. L’attore è stato capace di plasmare la sua interpretazione tanto da suscitare un senso di solidarioetà da parte del pubblico, da subito complice con i canti e con le danze dei giovani che svolgendo il lavoro dei campi, hanno tratteggiato uno suqarcio di vita del paese, che costituisce le radici della nostra identità. Lino Guanciale, nel ruolo di uno dei “cafoni” di Fontamara, ha saputo ben delineare le sfumature del personaggio che si fa portatore del “grido” di disperazione, ma anche di speranza, di un intero villaggio, che anche se afflitto dalle vicende di ingiustizia e miseria, non si scoraggia e porta avanti i propri ideali, suscitando grande commozione tra gli spettatori.
Tutti gli attori hanno contribuito a ricreare l’atmosfera tipica del paese contadino, che seppur schiacciato da diverse problematiche, ha fatto risuonare quei sentimenti di complicità fra abitanti, che oggi sembrano perduti.
La voce di Michele Placido ha fatto da cornice del “dipinto”di corpi e voci, che hanno dato vita al romanzo diSilone, permettendo al pubblico di vivere attraverso quei fatti, che fino ad ora si erano potuti immaginare attravero le pagine scritte, e che con questo spettacolo hanno ridestato sentimenti antichi, apparentemente assopiti, i quali però possono ancora rivivere nella nostra epoca, dove il disorientamento anima le metropoli e la gente si sente priva di equilibrio e punti di riferimento. Lo spettacolo, fra i tanti meriti, ha anche quello di evocare la voglia di unirsi insieme e combattere per i propri diritti, che nel caso di oggi sono diversi da quelli passati, ma comunque coinvolgono l’intera popolazione, afflitta da sin troppe ingiustizie.
(I fatti di Fontamara); Regia:Andrea Ricciardi e Marica Gungui; drammaturgia: Ignazio Silone; disegno luci:Marco Maione,musiche originali: Davide Cavuti,movimenti scenici: Francesco Manetti, interpreti: ( Giulio Forges Davanzati), (Lino Guanciale), (Marica Gangui), (Ivan Olivieri), ( Roberto Pappalardo), ( Andrea Ricciardi), ( Riccardo Ricci), (Eugenia Rofi), (Roberta Santucci), (Valentina Taddei); teatro e date spettacolo:Teatro India dal 2 al 14 marzo ; info: da "Fontamara" di Ignazio Silone, un progetto di Michele Placido con il contributo di Fondazione Onlus "Il Meglio di Te"Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
