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I GIORNI DELL’ABBANDONO

Pubblicato il 17 settembre 2005 da Edoardo Zaccagnini


I GIORNI DELL'ABBANDONO

Sono terribili, lo sanno tutti. Quasi come il film di Faenza. I giorni dell’abbandono diventano i minuti dello sconforto e la luce di Don Pino Puglisi diventa il buio di Buy, Bregovic, Zingaretti. La casa, la strada, la scenografia e i costumi odorano di set e si frappongono tra lo schermo e lo spettatore. Si sorride pian piano, poi scappano risate. Sembra quasi che Margherita Buy spieghi ai bambini delle elementari le fasi della fine di un matrimonio. L’incredulità si fa con qualche primo piano smorfioso, la crisi più acuta con urla e pianti. La chiacchierata con l’amica è un botta e risposta rintracciabile in ogni dopopranzo televisivo, la riconciliazione con se stessi e il mondo la testimonianza di idee poco chiare. Figli stereotipati, centri commerciali, disperate scopate anorgasmiche della borghesia da appartamento sono una triste direzione del cinema italiano e Faenza non fa nulla per rimanerne fuori. Ma il problema di questo film è ben più serio perché il fallimento è dentro la sua realizzazione. Sarebbe un dramma e diventa una storiella acqua e sapone. La didascalia è in ogni snodo, la storia è di tutti e di nessuno. I giorni dell’abbandono è il primo film italiano in concorso e questo provoca tristezza. La pigrizia e l’assoluta superficialità sono i difetti maggiori, la noia e un pizzico di rabbia la reazione più sincera ed immediata.

Cast & Credits

Regia: Roberto Faenza; sceneggiatura: Roberto Faenza, Gianni Arduini, Diego De Silva; montaggio: Giulio Cestari; fotografia: Maurizio Calvesi; musiche: Goran Bregovic; interpreti: Margherita Buy, Luca Zingaretti, Goran Bregovic; produzione: Elda Ferri; distribuzione: Medusa

[Settembre 2005]

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