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I mercenari – The Expendables

Pubblicato il 1 settembre 2010 da Nicola Lazzerotti


I mercenari – The Expendables

Esiste una sottile linea rossa che lega gli ultimi lavori dell’Autore Sylvester Stallone.
Sia Rocky Balboa che John Rambo (a riguardo, l’esclusività del nome nel titolo dei due film non è un caso) rappresentano un serio ragionamento attorno ai due ‘miti’ personali e più decisivi che hanno segnato il regista-attore americano. Attraverso storie crepuscolari Stallone ha saputo affrontare in maniera matura e sincera i suoi personaggi, o più probabilmente i suoi demoni personali, che tanto hanno dato, nel bene e nel male, alla sua carriera.
In questo I mercenari – The Expendables Stallone affronta un nuovo tipo di ‘mitologia’, che lui stesso ha contribuito a creare, non più legata ai suoi personaggi del passato, ma al genere. Negli anni ’80 infatti film come Rambo e Cobra con lo stesso Stallone o come Commando e Codice Magnum con Arnold Schwarzenegger, hanno segnato in maniera imprescindibile gli action-movies. Queste opere amplificando e mettendo in primo piano il corpo, elemento fondativo di tutto il cinema americano anni ottanta e novanta, si sono sviluppate attraverso la realizzazione di una tipologia di action muscolare e fisico. Tanto determinate da creare un genere fortemente identificativo, poi ramificato in una miriade di sottogeneri e sottoproduzioni, con una variegata gamma di ‘attori’ come Chuck Norris, Steven Seagal e Jean-Claude Van Damme, debitori dei due ineguagliabili capo fila.
Negli anni, è successo che alcuni di questi attori hanno saputo affrontare e rielaborare questi personaggi e questo genere di film, lo stesso Schwarzenegger con Last action hero - l’ultimo grande eroe e True Lies ha portato avanti, con risultati validi, un ragionamento e una rielaborazione di questi ruoli, attraverso script ironici che giocavano e rompevano radicalmente con tale genere. Anche Jean-Claude Van Damme, ha compiuto un’operazione analoga con il recente JCVD, pur se con una cifra stilistica e un tono drammatico. Con I mercenari – The Expendables Stallone propone a modo suo e, ancora una volta brillantemente, questo discorso.

Barney Ross (Sylvester Stallone) è il capo di una élite sceltissima di mercenari, i ‘sacrificabili’ (the Expendables appunto), specializzati in azioni ad altissimo rischio. La squadra è formata poi dal britannico Lee Christmas (Jason Statham) il vice, specializzato in combattimento all’arma bianca, da Ying Yang (Jet Li) la cui particolarità è il corpo a corpo, Toll Road (Randy Couture) l’uomo delle demolizioni, Hale Caesar (Terry Crews) l’esperto in armi a canna lunga e Gunner Jensen (Dolph Lundgren), un cecchino che comincia a dare segni di cedimento psicologico e dall’atteggiamento molto discutibile.
Ad attenderli alla loro ‘casa-base’ dopo ogni missione c’è Tool (Mickey Rourke), un ex commilitone di Barney, che stanco di combattere, offre un rifugio sicuro al gruppo ed è una sorta di guru per questi ragazzi.
Dopo essere stato assoldato dal misterioso uomo della Cia, Mr. Church, Barney in una missione esplorativa fa la conoscenza della bella guerrigliera Sandra (Giselle Itié) che …

Ad una sceneggiatura, concreta ed essenziale, Stallone oppone un’idea di cinema in cui al centro c’è l’attore. L’intuizione vincente di questo film è quella di amalgamare alle spettacolari scene d’azione, un’alternanza di situazioni, dinamiche e gag fortemente ironiche tutte tese all’alleggerimento degli eventi, consapevole della necessità del non prendersi troppo sul serio per portare in porto l’operazione.
Al contrario quando gli eventi assumono un connotato di ‘azione’, il registro cambia, adottando uno stile iperrealista e ultra-cinetico, sensazionale in tal senso la sequenza dell’idrovolante. Non manca naturalmente un certo grado di violenza esplicita, eco del precedente John Rambo. Ma mentre lì questa aveva una connotazione relativa a un realismo votato ad una rappresentazione veritiera della Guerra attraverso una massiccia mortificazione e l’annichilimento di corpi agonici. In I mercenari – The Expendables, invece, la deflagrazione dei corpi assume un significato meno interessante e diretto verso una più semplice spettacolarizzazione. La retorica sulla guerra e il valore del combattere per la libertà è invece sostanzialmente uguale al film I quattro dell’oca selvaggia che già ne ’78 avanzava tematiche analoghe.

Il tanto atteso incontro tra le super star dell’action (non diremo quali, per non rovinare la sorpresa ai pochi ignari) è risolto da Stallone in un articolato cameo, che per quanto divertente rimane troppo fine a se stesso, e ricorda più il consiglio di amministrazione del Planet Hollywood che quell’incontro desiderato, vociferato e sognato da tanti. Il film comunque mantiene le promesse, regalando per quasi due ore divertimento old-style con pochi effetti digitali e tanta azione, esplosioni, vagonate di morti, e quella battute finali che riescono anche a strappare un sorriso, insomma uno spasso. Nota a margine per Jeson Statham, qui in grandissimo spolvero, pronto raccogliere il testimone direttamente dalle mani di un ‘mito’ del cinema!


CAST & CREDITS

(The Expendables); Regia: Sylvester Stallone; sceneggiatura: Dave Callaham e Sylvester Stallone; fotografia: Jeffrey L. Kimball; montaggio: Ken Blackwell e Paul Harb; musica: Brian Tyler; interpreti: Sylvester Stallone (Barney Ross), Jason Statham (Lee Christmas), Jet Li (Ying Yang), Dolph Lundgren (Gunner Jensen), Eric Roberts (James Munroe), Steve Austin (Paine),Giselle Itié (Sandra), Charisma Carpenter (Lacy) e Mickey Rourke (Tool); produzione: Millennium Films e Rogue Marble; distribuzione: 01 Distribuzione; origine: U.S.A., 2010; durata: 103’


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