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I RE E LA REGINA

Pubblicato il 19 maggio 2006 da Edoardo Zaccagnini


I RE E LA REGINA

Di roba ce ne è parecchia, in questo francesissimo e nutrito film. Inizi a credere ad una commedia e ti portano un suicidio avvolto in foglie di mistero. Il bambino che nasce da questa fine, un padre che in agonia riesce a scrivere a sua figlia cose terribili, avvocati tossicomani e rapine tarantistwoodamente sventate, sono sapori che rendono il pranzo gustoso, abbondante e spiazzante. Già! Perché in questo affollato menù si legge pure famiglia, maternità ed eutanasia. Forse la cosa più saggia da fare è prendere per principali le storie dei due personaggi che nuotano al centro di un film incline alla divagazione: gli umani Nora ed Ismael. Lei e lui, soli, leggermente profondi, profondamente leggeri, in cerca e allo studio della loro vita. Prenderli ed utilizzarli ogni volta che con la vita abbiamo un rapporto complicato. Nora ed Ismael, in due viaggi indipendenti e disordinati che confluiscono in un incontro delicato, giustificante il racconto parallelo ed incrociato. Lei è direttrice di una galleria d’arte e la sua vita, dispersa nella ricerca di quella che la faccia stare veramente bene, gira intorno ad una serie di uomini. Il più importante fu forse suo padre: anziano vigoroso ed orgoglioso, oggi malato e stanco ma ancora integro di una personalità efficacissima nel modellare, nel bene e nel male, il carattere di una figlia bella, forte e fragile insieme. Gli altri sono parti di un solo uomo. C’è quello suicida, di una gioventù lontana, falso poeta e seduttore debole. L’ultimo, l’attuale, è comprensivo e poco interessato ad un sesso che distrattamente funziona. In mezzo a questa breve e completa galleria di maschio contemporaneo, si colloca Ismael: un ometto bizzarro se non folle. Suonatore di viola, folletto contemporaneo. Impaurito ed istintivo, artista vero sembra e forse è, fuori da tutto, ridotto serenamente all’ospedale psichiatrico. Amante, là dentro, di due donne perse: un infermiera in post-adolescenza malmessa ed una giovane border-line che cerca la morte perché non trova l’amore. Nora ed Ismael sono stati insieme in passato e nella loro diversità spiegano di essersi amati. Dimostrano la credibilità dell’asserzione con il racconto, originalmente steso dal regista, del loro essere individui al mondo. Chi è meglio dei due? Lei, razionale e borghese, intrisa di lucide considerazioni, carnefice e vittima, sola e poderosa, o lui che, incapace della più minima assunzione di responsabilità, si veste da scemo fino ad esserlo, nel tentativo di non andare alla guerra del compromesso? Che importa dare una risposta! Alla lunga, in un narrare che può piacere o disturbare, i due compiono una corsa ad ostacoli verso la morte che non è gara se non tra se stessi e il proprio tempo stridente. Nora sta peggio di Ismael, si legge in qualche recensione. Cosa c’entra?

Maggio 2006

Regia: Arnaud Desplechin Sceneggiatura: Roger Bohbot ,Arnaud Desplechin, Fotografia: Eric Gautier , Montaggio: Laurence Briaud , Anno: 2004, Nazione: Francia, Distribuzione: Fandango Durata: 150’

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