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I SEGRETI DELLE YA YA SISTERS

Pubblicato il 17 dicembre 2002 da Giovanna Quercia


I SEGRETI DELLE YA YA SISTERS

Nel giudicare questo film, anacronisticamente atipico nel panorama attuale, si può facilmente incorrere in due tipici vizi “da critico cinematografico”. Il primo è quello di tenere costantemente a mente che la regista (esordiente) è la sceneggiatrice della leggenda di Thelma e Louise. Aspettarsi un’opera che sia all’altezza, o anche solo dello stesso segno, rispetto al capolavoro di Ridley Scott può indubbiamente falsare la visione di questa commedia a tratti commovente che, intrecciando racconti e ricordi, si dispiega per quasi 60 anni. In particolare, l’ineguagliabile fermo immagine conclusivo del capolavoro di Ridley Scott, con le amiche gioiosamente a due passi dall’abisso, rischia di gettare una luce conservatrice sull’happy end con festa e chiarimento in veranda fra le protagoniste - una madre e una figlia dal carattere specularmene opposto, classicamente so near so far. Far succedere nei film quel che non succede nella vita, si sa, è un peccato che raramente viene perdonato dai critici. Il secondo errore, in contraddizione con il primo, può essere quello di considerare un difetto di sceneggiatura la mancata rivelazione finale del Segreto che ha impedito alla madre di essere una buona madre. È vero, per buona parte del film, le ya ya sisters, ovvero il gruppo di inseparabili amiche della madre, angeli custodi e testimoni della sua vita, nella loro impervia missione di far intravedere alla figlia la donna oltre la madre, non fanno che ripetere: “Non sa niente, non sa niente”. E così, mentre parallelamente scorrono sullo schermo passato, presente e passato remoto in una vertigine di cortocircuiti, si alimenta la suspence: quanto ancora si dovrà scavare per cogliere il mistero di una vita? E quanto per sciogliere il nodo che impedisce alla figlia di cotanta madre di emanciparsi dal ruolo di figlia e dal terrore di tramandare alla prole eventuale la sofferenza patita? La suspence è mal riposta, il film sfiora appena il presunto segreto, ma nel frattempo ci tiene avvinti alle strade imperscrutabili che allontanano e avvicinano le persone. Il mancato svelamento diventa così la ricchezza di un film-epopea trattato in forma di commedia che, nonostante l’happy end e la riconciliazione in veranda, nega la soluzione finale e cela l’immancabile lato oscuro fra le pieghe di una pellicola straripante di emozioni e di vicende

Divine Secrets of the Ya-Ya Sisterhood

Regia e sceneggiatura: Kallie Chouri. Fotografia: John Bailey. Montaggio: Andrew Marcus. Musiche: David Mansfield. Interpreti: Sandra Bullock, Ellen Burstyn, Maggie Smith, Fionnula Flanagan, Ashley Judd. Produzione: Bonnie Bruckheimer, Hunt Lowry. Origine: Usa 2002. Distribuzione: Warner Bros. Durata: 116’.

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