I Simpson - Il Film
Breve storiografia di un fenomeno: la “Simpson-mania” dilaga poco dopo la prima messa in onda, nel 1987 (si parla degli USA), di un cartoon profondamente distante da ogni altra pietra di paragone presente fin lì su piazza. Da allora, la gloriosa parabola degli irriverenti abitanti gialli di Springfield, non ha praticamente conosciuto curve discendenti. South Park, I Griffin e Futurama (quest’ultimo a firma dello stesso Groening) sono tutti, in qualche modo, “figli suoi”. Debitori in egual misura della testa dura di un ariete come Homer e della dirompente carica eversiva dei suoi congiunti: una famigliola sui generis eppure quintessenza stessa dell’american way of life. Le altre famiglie disfunzionali provenienti dai crapuloni USA hanno trovato in quel “gruppo di famiglia in un salotto” (spesso riunito davanti al sacro focolare della “tivvì”, per dirla con Homer) un ritratto non solo fedele, ma addirittura esemplare.
Il lungometraggio ora nelle sale, nonostante segua di vent’anni la primigenia esplosione di popolarità di cui si diceva, registra tra i fans un’aspettativa e una trepidazione che ha del sorprendente. Dei Simpson si può affermare senza timore di smentita che sono l’unico, autentico collante di un’intera generazione: quella venuta su a pane e cartoni. Di nessun altro prodotto audiovisivo, rifletteteci un momento, il pubblico ricorda a menadito nomi e aneddoti riguardanti un numero tanto impressionante di personaggi secondari: e allora, non solo dei cinque Simpson, ma dei bacchettoni vicini Flanders, del perfido miliardario Montgomery Burns, dell’inacidito barista Boe (nell’originale Moe), del torvo clown Krusty (Krustylu), del conducente d’autobus tossico Otto, del direttore mammone Skinner ecc… (un elenco siffatto potrebbe protrarsi ancora molto, molto a lungo) è possibile snocciolare senza difficoltà vizi pubblici e privati (e i due aspetti, mai come nei Simpsons, assai spesso non è possibile disgiungere). E’ esattamente nel piacere di ritrovare l’allegra brigata – ogni fan del cartone ha il suo “personaggio non protagonista” favorito – che si esaurisce la ragione di un successo annunciato. E tanto longevo da dirci più di una parola d’interesse sui cambiamenti attraversati dal paese reale, sui (dis)valori che lo sostengono, anche e soprattutto in quest’ultima fase, sugli improbabili leader che elegge. Bush senior, Clinton, Bush junior sono finiti, di volta in volta, sotto il pungolo impietoso delle critiche puntuali levatesi da Groening & Co. L’operato del Presidente finisce di nuovo sotto i riflettori anche in questo film, in cui si immagina un post-Bush governato da un inetto Arnold Schwarzenegger, capo del cosiddetto “mondo libero”, con tutto quanto ne consegue in termini di strategie di pubblica sicurezza (della serie: se il leader è Commando… ).
L’inquinata cittadina americana, il cui più celebre edificio pubblico è, assai significativamente, la centrale nucleare, anticipava di decenni la levata di scudi tutta contemporanea nei confronti di un livello di inquinamento non più tollerato neppure dall’opinione pubblica.
La tv via cavo, i fiumi di birra, i cibi iper-calorici: ritroviamo tutte le insane passioni di Homer, campione di politically uncorrect e improbabile addetto alla sicurezza della centrale atomica. Dei suoi errori madornali, ormai, si è perso il conto e proprio una clamorosa “homerata” funge da motore propulsivo per la vicenda inscenata in questa disavventura simpsoniana spalmata sull’arco dell’ora e mezza di proiezione. E’ difatti proprio Homer a salvare la sua amata/odiata Springfield e, con essa, l’America intera: ma solo dopo averla inguaiata in prima persona, a causa della bizzarra passione che lo coglie, stavolta, per un maiale, ribattezzato ora Spider-Pork ora Harry Plopper (alzi la mano chi ricorda ancora Pizzicottina, la sua aragosta domestica divorata tra calde lacrime)! Gli hobbies del capofamiglia Simpson si rivelano anche qui, come negli episodi più esilaranti delle varie serie, sempre altamente pericolosi, ma per fortuna fugaci come la sua capacità di memorizzare: sono i tratti tipici dell’americano medio, volutamente impressi ad un personaggio che riesce sempre a farsi perdonare, da Marge come da noi, per quegli improvvisi slanci di bontà che lo caratterizzano e lo fanno salvare miracolosamente in corner all’ultimo secondo utile.
Non si può, tuttavia, dar completamente torto a quelle poche voci fuori dal coro di plausi, quando lamentano la perdita di smalto delle ultime serie, in cui si mostra ormai la corda di una formula logorata dalla sua ontologica fruizione da “strip” dei comics. L’impatto deve necessariamente, per statuto, avvenire nell’immediato: e se la gag non regge, il senso del lavoro si perde completamente dissolvendosi nello spazio di un attimo. Figurarsi se una simile rimostranza non possa venire applicata con approssimazione ancora maggiore ad un lungometraggio! Ma si tratta di dubbi legittimi solo “a bocce ferme”, immediatamente fugati dai primi minuti di visione. Il ritmo tiene, eccome: gli autori non sono certo degli sprovveduti e la storia che hanno congegnato è stata elaborata appositamente per reggere l’impatto con il lungometraggio. E’ praticamente come assistere a un film Pixar, e anzi, ribaltando reazione e causa di questo assunto, vien fatto di chiedersi quanto debba, in effetti, la casa di produzione de Gli Incredibili e Monsters & Co. al tipo di comicità ingenerato in primis proprio dai Simpson.
Qui si comincia a ridere dall’apparizione del celeberrimo marchio Fox, accompagnato da un jingle assai “poco rispettoso” della tradizione (addirittura prima che inizino a scorrere i titoli di testa!), e si finisce solo quando Homer grida il “libera tutti”! Se stai al gioco, il divertimento è assicurato. Se no… allora, probabilmente, non sei un fan dei Simpson.
(The Simpsons Movie) Regia: David Silverman; sceneggiatura: James L. Brooks, Matt Groening, Al Jean, Ian Maxtone-Graham, George Meyer, David Mirkin, Mike Reiss, Mike Scully, Matt Selman, John Swartzwelder, Jon Vitti; montaggio: John Carnochan; musiche: Hans Zimmer; interpreti: Homer (Tonino Accolla), Marge (Liù Bosisio), Bart (Ilaria Stagni), Lisa (Monica Ward); produzione: Gracie Films, Matt Groening; distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA 2007; durata: 87’; web info: Sito Ufficiale