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Il padre dei miei figli

Pubblicato il 11 giugno 2010 da Donato Guida


Il padre dei miei figli

Già grazie al suo primo lungometraggio, Tout est pardonné (2006) – storia di una ragazza che si mette alla ricerca di suo padre dopo essere stata abbandonata da lui undici anni prima – la giovane regista Mia Hansen-Løve stupì sia la critica che il pubblico. Grazie a Il padre dei miei figli, sua seconda fatica, l’autrice sembra semplicemente confermare la sua bravura, così da eliminare ogni possibile dubbio (tra l’altro, lavorando su un soggetto che mette in gioco i sentimenti personali della stessa Hansen-Løve).
Grégoire Canvel (Louis-Do de Lencquesaing) è un giovane e promettente produttore; nella sua vita tutto sembra giocare a suo favore: un lavoro sicuro e di successo (visti i film prodotti precedentemente), è acculturato e galante, ed ha una bella e numerosa famiglia – la moglie Sylvia (Chiara Caselli) e le tre figlie Clémence, Valentine e Billie – che lo ama incondizionatamente. È rispettato dai suoi colleghi e amici e tutto sembra andare di bene in meglio; fino a quando, però, non deve fare i conti con la parte tragica della realtà: sbagli finanziari e troppa fiducia nelle persone possono portare a rischiare la carriera, accompagnandola verso un totale fallimento (sia morale che economico). Questo è ciò che accade a Grégoire che, malgrado il conforto della moglie, si sente soffocato dagli obblighi morali, nonché dai debiti accumulati a causa di progetti sbagliati. In questo caso le soluzioni sono due: accettare la confitta e ripartire da zero, oppure ribellarsi al fallimento fuggendolo nella maniera più tragica possibile, un suicidio improvviso che il protagonista attua in un momento di sconforto totale, abbandonando per sempre l’amore di una moglie e tre figlie ch non possono accettare la sua scelta, fatta (probabilmente) per non osservare la pena negli occhi della sua famiglia – così come tenta di spiegare un suo amico alla più piccola delle tre Canvel. I guai finanziari però non se ne vanno e tocca alla moglie Sylvia cercare di porre rimedio, tentando di portare a buon fine i progetti lasciati a metà dal marito e, nello stesso tempo, crescere da sola le tre figlie nel modo migliore possibile.
Questa, in breve, la storia tragica di un suicidio portato sullo schermo: una morte che, purtroppo, la regista ha vissuto in prima persona. Grégoire Canvel, infatti, altri non è che Humbet Balsan, carismatico produttore francese suicidatosi a causa di una personale grave crisi finanziaria. Mia Hansen-Løve conobbe personalmente il produttore nel 2004, un anno prima che si togliesse la vita (a soli 50 anni), e rimase colpito dall’entusiasmo che metteva nel suo lavoro. La sua fiducia nel mondo del cinema e nelle persone, la sua grande sensibilità, la sua eleganza e il suo charme, sono riportati fedelmente in quest’opera che, oltre che narrare la crisi di un uomo e della sua famiglia, racconta perfettamente il lavoro-cinema, in maniera diversa rispetto a come è stato fatto in opere precedenti. Qui non si parla di un grande tycoon, ma di un piccolo produttore capace però di finanziare anche grandi opere – Balsam ha prodotto film come Adieu Bonaparte (1985) di Youssef Chahine e Le grande voyage (2004) di Ismaël Ferroukhi, divenendo uno dei primi nomi tutelari del cinema arabo.
Oltre questo, però, l’autrice è stata in grado di esprimere ottimamente un rapporto famigliare sereno ma, allo stesso tempo, travagliato da una decisione presa (forse) troppo frettolosamente. Bernardo Bertolucci, riferendo a questo film, ha detto «L’ultimo eroe francese è un produttore, Chiara Caselli in Francia è diventata grande». Impressiona, infatti, il lavoro dell’attrice bolognese, brava nell’interpretare il ruolo di una moglie innamorata ed egualmente distrutta.
Un film intenso questo di Mia Hansen-Løve che, alla sua seconda prova, sembra non volersi porre limiti, facendoci ben sperare per un prossimo futuro terzo lavoro.


CAST & CREDITS

Le père de mes enfants; Regia: Mia Hansen-Løve; sceneggiatura: Mia Hansen-Løve; fotografia: Pascal Auffray; montaggio: Marion Monnier; musica: Vincent Vatoux, Olivier Goinard; interpreti: Chiara Caselli (Sylvia), Louise-Do de Lencquesaing (Grégoire), Alice de Lencquesaing (Clémence), Alice Gautier (Valentine), Manelle Driss (Billie), Eric Elmosnino (Serge), Sandrine Dumas (Bérénice), Djamshed Usmonov (Kova Asimov),; produzione: Les films pelléas; distribuzione Teodora Film; origine: Francia, 2010; durata: 110’


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