X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Il silenzio prima della musica

Pubblicato il 24 settembre 2009 da Donato Guida


Il silenzio prima della musica

La musica è riuscita quasi sempre a divenire la colonna sonora della vita di un uomo; qualsiasi tipo di musica, classica, rock, pop, blues, jazz, questione di gusti. Poche volte però la musica riesce a divenire vita vera e propria di un uomo. La musica è un supporto morale alla vita, ma, nel caso di Jason Criglers, la vita, la sua nuova vita, si carica sulle spalle la sua musica.
L’essenza dell’emozionante documentario del regista Metzgar risiede proprio nel titolo, invertire soggetto e complemento oggetto, per narrare vita, malattia e rinascita di uno dei più famosi chitarristi di New York. Durante una sua performance, Jason viene colpito da un’emorragia cerebrale che, a detta dei medici, potrebbe portarlo, di lì a poco, alla morte o a uno stato totalmente vegetativo. Il giovane chitarrista è assistito dai familiari (padre, madre e sorella) e dalla moglie, Monica, che da due mesi porta in grembo la dolce figlia di Jason. Dopo quasi sette mesi rinchiuso in ospedale, Jason è in evidente stato simil-vegetativo: non è autonomo nei movimenti, non riesce quasi più a parlare e questo, per un chitarrista e cantante, risulta essere la fine della sua vita, sia artistica che lavorativa. Ma la forza di volontà riesce a fare miracoli e, in questi sette mesi, accudito dai suoi familiari, raggiungere obiettivi insperati. Intanto sua moglie Monica, dopo due violenti aborti spontanei, dà alla luce una bambina che attende solo di incrociare gli occhi del padre dopo quelli della madre; ma la disperazione è sempre dietro l’angolo e, dopo innumerevoli sforzi, un nuovo colpo cerebrale riporta Jason allo stato iniziale della sua malattia. I dottori sono del tutto pessimisti e consigliano i familiari di lasciare il giovane neo padre in una casa di cura; ma padre, madre, sorella e moglie, coraggiosamente, decidono di portarlo a casa e curarlo 24 ore al giorno, così da combattere questa terribile malattia (fortificata anche dal parere negativo dei medici) e riportare Jason alla vitalità dolce e spensierata che aveva all’inizio. Una dura lotta che, alla fine, offrirà un commovente riscatto.
In breve la storia di questo documentario che l’anno scorso ha colpito gli spettatori della Festa del Cinema di Roma e che esce in una piccola distribuzione italiana che parte dal Cinema Quattro Fontane di Roma e dal Cinema Palestrina di Milano per continuare a Torino, Padova e in tour per l’Italia. Presentata nella sezione L’Altro Cinema, l’opera del quasi esordiente Metzgar (solo un film alle sue spalle, un altro documentario dal titolo The chances of the World changing) è ben costruita e ottimamente calibrata; l’idea di collocare parallelamente interviste recenti, immagini amatoriali della vita di Jason (precedente l’emorragia) e sequenze della sua lunga e travagliata malattia e convalescenza (girate dai medici dell’ospedale) risulta essere davvero intelligente; specialmente se ci si concentra con lo spirito più forte del film: Monica, la moglie di Jason. Una donna che, all’inizio dell’opera, sentiamo pronunciare parole come: “Non potevo pensare alla condizione di Jason e mi dicevo: non potrei vivere senza di lui!”. Invece è proprio la ragazza ad essere la più forte (anche se l’apporto dei genitori e la sorella di Jason è stato senza dubbio fondamentale), riuscendo dal sola ad affrontare il parto di una bambina tanto voluta e scappata per ben due volte; non solo, ma Monica ha poi dovuto crescere non uno, ma due bambini, perché le attenzioni date a Jason sono state quelle date ad un neonato che deve apprendere delle funzioni basilari. La storia di Jason sembra ripercorrere il doppio spontaneo aborto di Monica: il grande colpo subìto da Jason (l’emorragia cerebrale, paragonabile al primo aborto della moglie) e la ricaduta dopo aver lavorato intensamente, per quasi sette mesi, al suo recupero (ovvero il secondo aborto). Alla fine, però, la nascita della piccola che coincide con la (ri)nascita di Jason. Un duro lavoro (durato più di due anni) che lo porterà, alla fine, a recuperare il suo grande talento musicale che, in passato, lo aveva visto collaborare con musicisti del calibro di Norah Jones, Marshall Crenshaw, Teddy Thompson. Quel suo valore musicale che, dato il suo nuovo volto inespressivo (causa la grave malattia), lo distingue agli occhi dei suoi amici e collaboratori.
Il finale dell’opera culmina con quel progetto che Jason non aveva potuto portare a termine più di due anni prima: la registrazione dell’album nel quale il chitarrista chiamava cantanti amici a prestare la loro voce per esprimere le sue parole. Rivedere Jason sul palco è quasi emozionante quanto le parole che rivolge al pubblico: “Ho avuto un’emorragia cerebrale; i dottori dissero che potevo o morire o vivere in stato vegetativo. Ma gliel’ho fatta vedere!”. Non solo, ma gliel’ha fatta pure sentire, con la splendida canzone che conclude anche l’opera, The books on the shelf: una metafora sulla sua malattia e la sua guarigione, scritta e cantata da lui stesso e accompagnato dalla voce di sua moglie.
L’opera si conclude con l’ultimo stralcio d’intervista che Jason rilascia al regista Metzgar, la cui voce narrante del film tiene uniti pezzi di puzzle che vanno dall’adolescenza al presente di Jason, attraversando amori, passioni, malattie e resurrezioni. All’uscita da sala molta gente ha gli occhi rossi, altri continuano a piangere, altri ancora sono scioccati. Un buon risultato: la storia di uno dei migliori chitarristi di New York ha raggiunto un strato emotivo profondo…come una splendida canzone che raggiunge il cuore e si piazza lì, per molto, molto tempo.


CAST & CREDITS

(Life.Support.Music.); Regia, sceneggiatura, montaggio: Eric Daniel Metzgar; interpreti: Jason Crigler, Monica Crigler, Norah Jones, Marshall Crenshaw, Teddy Thompson; musica: Eric Liebman, Jason Crigler; produzione: Eric Daniel Metzgar per Merigold Moving Pictures; distribuzione: 50Notturno; origine: U.S.A., 2008; durata: 79’; webinfo: www.50notturno.it


Enregistrer au format PDF