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In Search of Greatness

Pubblicato il 12 maggio 2020 da Matteo Galli
VOTO:


In Search of Greatness

Presentato al festival cinematografico di Chicago nel novembre 2018, esce in questi giorni presso diverse piattaforme In Search of Greatness, il quarto documentario di Gabe Polsky, regista quarantenne di origine russa, anzi bisognerebbe dire sovietica, emigrato a tredici anni negli Stati Uniti. Il suo secondo film, intitolato Red Army, era stato presentato fuori concorso nel 2014 al Festival di Cannes. Red Army non verteva come si potrebbe immaginare sull’Armata Rossa, anche se consapevolmente il regista e autore giocava su quest’ambiguità, ma sulla non meno celebre nazionale sovietica di hockey su ghiaccio, poi trasferitasi più o meno di soppiatto, più o meno in blocco nella NHL (National Hockey League) segnatamente nella squadra di Detroit (i Detroit Red Wings) quando l’Unione Sovietica c’era ancora fra il 1989 e il 1990. Diciamo questo perché, con tutta evidenza, lo sport è uno degli argomenti che più interessano Polsky, e fra questi l’hockey avanti a tutti, visto che lo ha anche praticato di persona. Il film in questione ruota infatti intorno all’intervista a tre sportivi celeberrimi di livello eccellentissimo, due dei quali a molti di noi – osiamo affermare - risulteranno pressoché sconosciuti, ovvero, di nuovo, il giocatore di hockey su ghiaccio, Wayne Gretzky di origine canadese (gli esperti lo definiscono il più grande di tutti!), Jerry Rice, giocatore di football americano che ha militato per anni nella squadra di San Francisco (entrambi questi sportivi hanno smesso da tempo di giocare e vanno per la sessantina) e, assai più noto a tutti noi, il calciatore brasiliano Edson Arantes do Nascimento in arte Pelé, che nel 2020 di anni ne compirà ottanta e che, trentenne, diede un ampio contributo al 4-1 rifilato all’Italia nella finale dei Mondiali di Città del Messico, anno 1970. A questi tre campioni il regista ha affiancato l’intervista a due celebri esperti che a più riprese si sono occupati di sport, il pedagogista britannico Sir Kenneth Robinson, consigliere di governi e organizzazioni no profit su arte ed educazione e, ovviamente, anche su sport ed edcuazione, e il giornalista scientifico David Epstein, autore nel 2013 di un volume molto apprezzato sull’argomento dal titolo The Sports Gene, volto a indagare la predisposizione genetica dei campioni dello sport.
Piuttosto tradizionale nell’insieme, il film alterna, da una parte, le interviste a questi cinque personaggi comprensive di molto molto footage, partite storiche in cui il loro talento è emerso in modo particolarmente vistoso (si vede anche Brasile-Italia del 1970…), dall’altra, immagini e diagrammi che sembrerebbero invece voler significare e veicolare una sorta di misurabilità del genio, cosa che peraltro viene costantemente smentita da quanto affermato per l’appunto nelle interviste. L’immagine, tutto sommato coerente, che risulta dal film è infatti la seguente: il genio risulta, da un lato, da una mistura imprescindibile di costanza e ossessione (Gretzky ancor prima di cominciare a giocare era capace di trascrivere su una tavoletta come un sonnambulo tutti i singoli passaggi di una partita di hockey, dando vita a un intrico quasi surreale), applicazione e rabbia, e, dall’altro, di imprevedibilità e di una creatività totalmente non irregimentabile, divertimento. Niente, diciamolo pure, che non sapessimo già. Neanche la leggera ma evidente laudatio temporis acti: un tempo ai geni si dava spazio, adesso nel calcio come nel football come nell’hockey si tende a standardizzare, a omologare chi tenderebbe all’anarchia.

Alle vicende dei tre sportivi principali si aggiungono, seppur solo en passant, altri celebri sportivi da Michael Jordan a Roger Federer, da Lionel Messi a John McEnroe (ovviamente con la sua meravigliosa frase più celebre: “You cannot be serious!”), le sorelle Williams, Mohammad Ali, fino a Dick Fosbury, il saltatore in alto che alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968 inventò lo scavalcamento dorsale, sorprendendo tutti e conquistando la Medaglia d’Oro. Ma in una più generale ricognizione relativa, lo si capisce assai presto, al genio e alla creatività vediamo anche scorci dei Beatles, di Michael Jackson (che balla con Jordan, l’altro Michael) e David Bowie.


CAST & CREDITS

(In Search of Greatness); Regia: Gabe Polsky sceneggiatura: Gabe Polsky; fotografia: Svetlana Cvetko; montaggio: Marco Capalbo;interpreti: Wayne Gretzky, Pele, Jerry Rice, David Epstein, Kenneth Robinson; produzione: IMG Films, New York; origine: USA 2018; durata: 77’.


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