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INCROCIO D’AMORE

Pubblicato il 20 aprile 2003 da Alessandro Borri


INCROCIO D'AMORE

Si inizia con un tipico gioco d’adolescenti: visioni del futuro dietro gli occhi chiusi. Si finisce a seguire il sole dell’avvenire stampato su una maglietta, in una sfrenata corsa in bicicletta per le vie di Taipei. Tra questi scorci fuggevoli di un altrove spazio-temporale, si dipana una panoplia di sguardi costantemente tesi al fuori campo: dove si cela l’oggetto del desiderio, si annidano i germi del domani, si aprono varchi di fantasia sentimentale. Tutta la cura della trepida messa in scena di Yee Chih-yen è posta non a caso nell’articolare quasi tattilmente le posizioni geometriche, e le successive traiettorie di avvicinamento e allontanamento dei corpi adolescenti nello spazio scolastico, urbano, sentimentale. Una delle opere più belle che ci sia capitato di vedere sulla fantasmizzazione amorosa, sull’operare sempre in assenza dell’atto di desiderare nell’adolescenza. E sì che Taiwan in particolare (basti pensare al primo Hou Hsiao-hsien, all’immenso, insuperabile Edward Yang di A Brighter Summer Day) e il cinema asiatico in generale (citando a caso tra le cose più recenti: Gimme Gimme di Lawrence Ah-mon, Le biciclette di Pechino di Wang Xiaoshuai, My Sassy Girl di Kwak Jae-yong, per non parlare del Giappone animato e non) di cose da dire sull’adolescenza ne hanno parecchie. Eppure questo triangolo fatto di niente, di piccole inquietudini sessuali, che tremolano tenui e vanno in risonanza, di bigliettini, graffiti, chitarre, divise collegiali, di giri a vuoto nell’estate taiwanese, ha qualcosa di magico. Sarà che Yee lavora di notazioni veloci, acquarellate, ma sempre incise con uno sguardo di limpidezza assoluta, pulito dalla distanza, immerso negli spazi acquatici del teleobiettivo. Che tratteggia un mondo “naturalmente” senza adulti, immerso in uno spleen gentile come Accidently Kelly Street, il brano dei Frente che lo accompagna. Che conosce a perfezione l’arte della sottrazione e della ripetizione, per esempio dei delicatissimi carrelli all’indietro, o delle costanti visive (le pozze di luci notturne, la luminosità diurna degli interni, l’elegantissima sequenza delle composizioni). Sarà. Ma Incrocio d’amore non è solo un mirabile trattato di stile (specialità tipicamente taiwanese), è anche un commovente saggio sulle aspirazioni perennemente (provvidenzialmente) incompiute delle nostre giovinezze. Un piccolo, dannatamente seducente capolavoro.

[aprile 2003]

Cast & credits:

(Blue Gate Crossing)

Regia: Yee Chih-yen; sceneggiatura: Yee Chih-yen; fotografia: Chieng Hsiang; montaggio: Liao Ching-song; suono: Tu Duu-chih; musica: Chris Hou; scenografia: Hsia Shao-yu; costumi: Anico; interpreti: Chen Bo-lin, Guey Lun-mei, Liang Shu-hui; produzione: Peggy Chiao, Hsu Msiao-ming; origine: Taiwan 2002; distribuzione: Teodora Film; durata: 85’.

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